Attenzione: in questo capitolo sono presenti termini pesanti, se sensibili non leggere.
||Esther||
Ci risiamo. Sono le otto e mezza e io sono in questa dannatissima ferma del cazzo.
Come al solito a quest'ora non c'è nessuno, il perché non lo so e sinceramente neanche mi interessa, l'unica cosa che voglio è tornare a casa sana e salva.
Ma che sto dicendo. Quando mai me ne va una giusta.
Una Cadillac azzurra stracolma di bianchi che si sentono gangster gironzolano vicino a me. Il cuore comincia a battermi forte e la paura mi assale, oggi non è ieri, non c'è Jeremiah a salvarmi. Devo solo concentrarmi, mantenere la calma e sperare che l'autobus passi subito.«Ehi bambola! Te lo fai un giro con noi?» oltre ad essere insulsi anche ubriachi! La mia ora è giunta. L'aria comincia a mancarmi e mi prende un forte attacco di panico. «Non rispondi eh? Ho capito» il tizio con la bottiglia di rum in mano scende e si avvicina a me con passo scoordinato barcollando. Ho bisogno di aria, non respiro. Altri due ragazzi meno sbronzi di lui scendono e borbottano parole a me udibili «Scopiamoci questa negra e lasciamola in mezzo alla strada» le lacrime cominciano a minacciarmi gli occhi, non di nuovo. Non posso vivere quell'orrore di nuovo. «Ehi dicci un po', ti piacciono le cose a tre?» mi alzo intenta di scappare ma appena faccio un passo mi prendono per i polsi e cominciano a palparmi. Urlo a più non posso ma è inutile, nessuno mi risponderà. Sono nella terra dei bianchi, non posso pretendere niente.
Mi prendono di peso e cercano di caricarmi in macchina ma mi dimeno urlando a più non posso e scalciando. Ad un tratto i fari di una luce ci acceca tutti, è una moto.
«Ehi! Lasciatela andare!» riconosco quella voce e mi trema il cuore, è Jeremiah «Amico! È una negra! Fatti i cazzi tuoi» gli dice il bastardo che mi ha caricato sulle sue spalle «E con questo? È pur sempre un'umana. Uguale a te, uguale a me e la devi trattare con rispetto» gli urlò Jeremiah ma loro lo ignorano e ridono «Okay mamma. La rispetterò. Dopo averla scopata per bene» scoppio di nuovo a piangere ma silenziosamente, ho bisogno di Jeremiah, ti prego fai qualcosa.
«Bastardo non ti permettere piú. Mettila giù o giuro che vi pesto a sangue» la voce di Jeremiah era così tenebrosa e roca.
«Uuh che paura..» quell'altro ubriacone si burla di lui per poi piegarsi dalle risate. In quel momento Jeremiah se ne approfitta per colpirlo con una gomitata al collo che fa cadere il ragazzo.
Scoppia una rissa e io sono troppo sotto shock per aiutarlo, Jeremiah riceve qualche cazzotto in faccia che li fa sanguinare ma niente in confronto a quello che lui stava facendo a loro.
Battono in ritirata sfrecciando con la loro Cadillac.
Jeremiah barcollando si avvicina a me e mi tira su la testa che è china, non riesco a smettere di piangere, la mia maschera è completamente crollara!
«Ehi tutt'okay?» mi chiede accarezzandomi la testa e subito alzo la testa per guardarlo negli occhi. Il suo viso si rabbuia «Ehi, ehi non piangere...»mi tira a se e mi consola tra le sue braccia.
È così bello essere tra le sue mascoline braccia, mi fa sentire protetta e cavolo ne avevo proprio bisogno ma la parola BIANCO mi si stampa in mente e mi stacco bruscamente.
«Cosa c'è?» mi chiede aggrottando la fronte e io cerco di ricompormi pulendo le lacrime e ispirando profondamente. «Niente. Devo aspettare l'autobus» dico secca tornando fredda anzi glaciale.
Jeremiah continua a guardarmi con la fronte corrugata ma poi capisce e si calma.
È arrabbiato e deluso, glie lo leggo in faccia ma mi dispiace tanto, non deve aspettarsi niente da me. Siamo due cose opposte ed è tutta una cazzata che gli opposti si attraggono.
«Vuoi che ti accompagno?» mi chiede nonostante è arrabbiato e io scuoto la testa, l'ultima cosa che mi serve ora è un passaggio da lui. «Quelli potrebbero tornare» mi fa notare ma sinceramente non mi interessa, mi spaventa più quello che succede tra di noi che quei tipi sulla Cadillac. «Mi so difendere» taglio corto evitando il suo sguardo «Scherzi vero?» lo sento ridere sarcasticamente e ciò mi fa una tale rabbia «Senti Jeremiah non ho due anni okay? Fatti gli affari tuoi e pensa a far tornare tuo zio in negozio» gli urlo contro anche se non voglio ma è per il bene di entrambi.
Lui mi fissa rabbioso, apre la bocca per dirmi qualcosa ma la richiude subito, scuote la testa borbottando e sale sulla moto senza degnarmi di uno sguardo, si infila il casco, accende il motore che subito romba e finalmente mi guarda «Buona vita» sfreccia via e io abbasso la testa delusa, me la sono cercata. Ora come faccio a tornare a casa? Domani devo anche lavorare! Ah ho il cellulare! Provo a chiamare Aj.
Dopo sei squilli risponde «Osso.»
«Aj vienimi a prendere» sta anche facendo freddo! «Dove sei?» mi chiede con voce impastata «Nell'Upper!» gli urlo contro irritata «E cazzo fai lì?» stavolta è lui ad urlare.
«Sono stata da Robert per i soldi. Sono alla fermata del benzinaio» sono così irritata da Jeremiah.. Mi ha piantato in asso veramente! «Mezz'ora e sono lì» non faccio in tempo a replicare che sento tin tin tin.
Lo odio giuro.
Mi siedo sulla panchina e tambureggio sul cellulare alla ricerca della playlist eppure è così complicato questo telefono.. Penso sia un Iphone, l'ho rubato un po' di anni fa ad una bianca nell'autobus. Ho dovuto chiedere l'aiuto di Bobby per farlo tornare nuovo come una volta e vuoto.***
«Insomma l'hai presi i soldi?» non ho fatto neanche in tempo ad entrare che mia madre già mi pressa. «No, non c'era.» dico secca per poi chiudermi in camera. Mi butto sul letto e affondo il naso sul cuscino. Cavolo sa di Jeremiah... Che buono.. Ma che sto dicendo! Devo levarmi quel ragazzo dalla testa. Mi alzo sbuffando mi metto il "pigiama" e mi ributto a letto lanciando via il cuscino di Jeremiah.
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Above Boundaries (Oltre i Confini)
RomanceIn una Detroit arretrata, in una società divisa e in due popolazioni completamente diverse, Esther: ventitreenne afroamericano, cresciuta in una famiglia difficile, senza un padre e con una madre alcolista troverà l'amore in Jeremiah, un trentenne b...