||Jeremiah||
Non ci voglio e non ci posso credere. Veramente Esther mi ha tagliato fuori.
Mi sono fatto mezz'ora di viaggio in moto per parlarle e lei non ha fatto nient'altro che insultarmi.. Deludente. Avevo semplicemente bisogno di qualche informazione, okay ho tentato di baciarla ma era tutto spontaneo. Non ho potuto fare a meno di bramare quelle labbra carnose, erano invitanti e mi chiamavano, come potevo rifiutare quell'invito?
Ora sono le quattro del mattino e sono per strada di ritorno, sono arrabbiato e deluso, cerco sempre di fare del mio meglio e la gente mi mette i piedi in testa. Assurdo!***
Non faccio in tempo a chiudere gli occhi che la sveglia suona, guardo l'orario: sono le sei del mattino e per mia fortuna devo andare in edicola. Contro voglioso mi alzo e mi dirigo in bagno, mi lavo i denti molto lentamente e mi sciacquo la faccia. Vado in camera ed apro l'anta dell'armadio, prendo un paio di jeans della Levi's e una camicia nera.
Mi scompiglio un po' i capelli e mi profumo con One million. Dovrei andare a fare colazione ma forse è meglio fermarmi in un bar.
Prendo la moto, infilo il casco e sfreccio per le strade di Detroit fermandomi al Roxy Bar.
Appena entro sento l'odore di bacon e uova strapazzate, non ne ho molta voglia, preferisco un bicchiere di caffè e una briosh. Mi avvicino al bancone e aspetto che mi servano.
«Giovanotto, cosa ti porto?» una anziana donna si avvicina a me «Ehm.. Del caffè e una briosh ripiena e da portar via. Grazie» prende nota ed annuisce «Cinque dollari» ma sta scherzando? Per un cornetto e un caffè? Che rapina.
Riluttante tiro fuori la banconota e glie la poso sul bancone guardandola male, brutta ladra.
Aspetto cinque minuti prima di avere quello che ho chiesto e subito corro verso l'edicola.
Cerco le chiavi in tasca ma con questa roba in mano non riesco a combinare niente diamine!
Le chiavi sono in fondo alla tasca, ci sono quasi ma siccome oggi è il mio giorno fortunato, mi cade il caffè sulla camicia.
Impreco dieci volte e butto il bicchiere per terra «Vuoi una mano?» mi giro di scatto e mi ritrovo davanti una ragazza in divisa rossa e blu con berretto del McDonald's in testa e con un ghigno sul volto. «No grazie» dico marcando l'ultima parola.
Crede che io abbia bisogno della sua carità? Beh ha sbagliato tutto, odio la compassione degli altri.
Prendo finalmente le chiavi ignorandola e apro l'edicola «Perché sei qui?» le chiedo con tono brusco «Cerco tuo zio» dice con tono meno antipatico del solito «Mi spiace ma oggi non verrà. Arrenditi non lo troverai mai qua» ora il burbero sono io e non mi faccio scrupoli, sono realmente incazzato con lei.
«Allora chiamalo perché io non mi muovo da qui» pensa che mi interessi, povera.. La ignoro ed entro in negozio accendendo la luce.
Mi dirigo nel retro dell'edicola e prendo una delle insulse magliette di mio zio con scritto "Gli anni 80, gli anni migliori" patetico..
Appena tornato vedo Esther seduta vicino ad un tavolo con una rivista in mano. È bellissima come sempre, perché anche quando fa la stronza mi piace? È assurdo! «Ancora sei qui?» quando mi sente alza lo sguardo e per un tempo indefinito mi fissa poi scoppia a ridere. «Cosa trovi divertente?» le chiedo meno rude «La tua maglietta» la rileggo e sorrido anch'io. Il suo sorriso è più bello, i suoi denti sono perfetti e le fossette sono tenere. «Hai delle tenere fossette» cosa cavolo ho appena detto? Le ho spiattellato i miei pensieri! Okay sono un pazzo. Noto il suo imbarazzo e lei nota il mio e improvvisamente cala il silenzio, un silenzio molto imbarazzante.
Miah di' qualcosa, di' qualcosa.. «Seriamente. Perché sei qui?» torno ad essere freddo, pretendo la verità «Te l'ho detto! Ho bisogno di quei soldi» mi urla contro «É inutile che urli, ti sento! Robert non c'è quindi ti conviene passare in un altro momento» le riurlo contro perché mi fa impazzire.
«Jeremiah mi stai cacciando?» mi chiede attorcigliandosi il mio nome in bocca come se fosse qualcosa di delizioso e cavolo mi sto eccitando «Sì» mi è uscito un po' roco ma spero non l'abbia notato.
«Non ti sopporto più. Mi fai incazzare come un animale. Ieri sono venuto perché mi serviva una mano ma tu mi hai cacciato bruscamente. Ho fatto mezz'ora di viaggio e ho aspetto il tuo ritorno al freddo!» non riesco a smettere di urlare.
«Jeremiah tu mi stavi per baciare! Diamine» mi ha puntato un dito sul petto, ha le sopracciglia arricciate ed è terribilmente sexy con quel cappelletto. «E cavolo lo sto per fare anche ora» per l'undicesima volta, do voce ai miei pensieri «Allora fallo» non l'ha detto seriamente. Non ho sentito bene probabilmente.. «Credo di soffrire di udito» le dico perdendomi nei suoi fantastici occhi. Ci fissiamo senza dire niente, lentamente mi avvicino di più a lei e le poso una mano sulla guancia per impedirle di scappare. Ha chiuso gli occhi, ciò vuol dire che ho sentito benissimo prima, lei vuole seriamente un bacio.
Sto per sfiorare le mie labbra con le sue ma proprio in quel momento il buon vecchio Robert mette piede in negozio e io e Esther ci stacchiamo bruscamente.
Esther è più che in imbarazzo, si gratta il braccio senza ritegno e sgrana gli occhi «Ciao zio» faccio finta di niente con un sorriso tirato sul volto. «Buongiorno. Esher! Che ci fai qui?» le chiede in modo rude, tutto l'odio che prova per questa ragazza glie lo si legge in faccia. «Pollo! I miei soldi! Sai Leshana non ne può più. È un'intera settimana che ti aspetto e ora che sei qui, voglio anche gli interessi.» gli occhi sono roventi dalla rabbia «Puttanate! Ti darò cento dollari e non ti farai più vedere» io li guardo senza capire niente e tanto mio zio apre il portafoglio e scaccia cento dollari e li da a Esther. «Halleluja! Alla prossima..» fa per uscire ma io la seguo fino a fuori «Aspetta!» lei si gira e mi sorride soddisfatta «Cosa vuoi?» il suo tono era tornato brusco ma sorrideva.
«Ho-ho bisogno di una mano» le dico guardandola dritto negli occhi «Jeremiah dammi la mano» cosa deve fare con la mia mano? Glie la do ma con riluttanza, lei tira fuori una penna dalla tasca e mi scrive un numero sulla mano. «Chiamami. Perdo l'autobus» mi sorride per l'ultima volta e poi se ne va.
Resto lì come un pesce lesso che guarda la sua mano.
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Above Boundaries (Oltre i Confini)
RomanceIn una Detroit arretrata, in una società divisa e in due popolazioni completamente diverse, Esther: ventitreenne afroamericano, cresciuta in una famiglia difficile, senza un padre e con una madre alcolista troverà l'amore in Jeremiah, un trentenne b...