CAPITOLO XLVIII

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Harry's pov

E adesso?

Non posso dirgli di sì, non voglio dirgli di sì.

O forse sì. Forse sarebbe meglio così. Un marito ricco.

Ricco ma assente, sparirebbe sicuramente ogni giorno, avendo lavoro e casa a Londra.

Mi mordo il labbro e mi sento osservato da metà aereo.

"Digli di sì ragazzo."

Sento una voce lontana e sorrido. Se solo quella persona sapesse quante cazzate ho subito e fatto per questo ragazzo immaturo.

Non posso fare questo a Niall.

Non posso fare questo a me stesso.

"Louis.. è così sbagliato.."

Una lacrima scende dal suo occhio e le persone attorno a noi si ammutoliscono di colpo.

"Haz giuro che ti amo. Ti amo così tanto."

"Non mi sembra proprio."

"Fidati di me bimbo, per favore, fidati di me."

Mi mordo l'interno guancia e poi torno a torturarmi il labbro.

Metto istintivamente la mano sulla pancia sentendo bruciare qualsiasi parte di me.

Posso crescere un bambino da solo se bambino lo sono anch'io?

'Fà ciò che ti dice il cuore non il cervello, basta che non fai troppe cazzate e non ti fai ammazzare.'

La voce di mio padre mi tuona in testa e sorrido pensandolo. Mi manca molto mio padre, è la figura maschile più importante di tutta la mia vita e lo sarà per sempre.

"Sì Louis Tomlinson, voglio essere tuo marito."

Un boato nasce come se fossimo lo spettacolo del viaggio e il mio futuro marito si alza per poi buttarsi su di me e baciarmi, la sensazione che provo è strana e non assomiglia nemmeno un po' a ciò che ho sempre definito felicità.

Sto davvero per sposarmi ed avere un figlio?

Io amo Louis. Lo amo da morire. Ma lui ama me? Mi ha mai amato?

Lui mi sorride e io ricambio per gentilezza ma non sono sicuro di ciò a cui sto andando in contro.

Tutti ciò che provo adesso non mi piace per niente.

Il pilota annuncia l'atterraggio e Louis è costretto ad andare al suo posto.

Dei signori nel frattempo si congratulano con me e continuano a ripetermi quanto siamo carini.

Voi non sapete nulla brutti idioti.

L'atterraggio, per fortuna, va bene.

Non ho praticamente mai volato.

Solo con Louis qualche volta.

Slaccio la cintura e mi alzo.

Louis mi raggiunge e stringe la mia mano.

Non provo nulla perciò decido di lasciarla andare e il mio cuore non accenna nemmeno un cambiamento di battito come invece era solito anche solo quando vedevo Louis.

Vedo il mio ragazzo irrigidirsi, e io con lui ma non lo faccio notare.

Arriviamo dopo qualche oretta nella mia nuova casa, per fortuna, o forse sfortuna, con una stanza sola e con un letto matrimoniale in essa.

Avendola pagata io è piccola, ha una cucina, due bagni, una camera e un mini salotto con un divano e una poltrona, e la villa di Lou a Londra è quasi il doppio.

L'ex proprietaria di casa per fortuna dovendo venire a Londra per il marito mi ha lasciato le chiavi qualche settimana fa assicurandomi che era tutto apposto.

La voglia di partire era talmente tanta che mi sono fidato di una completa sconosciuto con un visino però molto dolce.

Mi butto sul letto esausto e rimango in silenzio.

Sento un peso alla mia destra e poi un bacio sulla bocca dello stomaco.

Sorrido e accarezzo i capelli castani del ragazzo appoggiato sulla mia pancia.

"Haz mi faccio una doccia, vuoi venire?"

"Me la farò domattina, ora vorrei solo dormire."

"Ma non ci sono nemmeno le lenzuola."

"Non importa, ho comprato questa casa perché è già arredata così da non sforzarmi troppo, figurati se mi metto a fare il letto adesso."

"Se scendi un attimo lo faccio io."

"Dammi una coperta e stai zitto."

Forse sono stato troppo rude ma in questo momento ho solo bisogno di riposo.

Sento rumori e ante che si aprono e si richiudono e capisco che il mio futuro marito sta cercando ciò che ho chiesto.

Infatti, Louis mi passa la coperta e dopo avermi tolto le scarpe e i calzini con cura mi ci vuole poco ad addormentarmi accucciato su un lato del letto senza nemmeno dargli la buonanotte decentemente.

L'inverno a Parigi è freddo, e non so nemmeno come si faccia ad accendere il riscaldamento, ma la voglia di alzarmi e provare a cercare il modo mi ha abbandonato da quando ho messo piede in casa.

Sento una pressione sulle labbra poco prima di cadere tra le braccia di Morfeo e sono quasi schifato dal gusto che mi rimane addosso.

Questo non è il gusto di Louis.

È il gusto di Niall.

Note Autrice: Il piccolo Haz nasconde qualcosa lalala, continuo a 220 voti, vi ano.

Sorry dad.[LS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora