Silenzio. È tutto ciò che sento. Silenzio nella moderna cucina. Silenzio nell'elegante salotto. Silenzio negli spaziosi bagni. Silenzio nelle sontuose camere da letto. Silenzio nella vasta sala da pranzo. Silenzio nell'enorme giardino.
Controllo per l'ennesima volta di aver messo tutto in valigia. Le mie magliette ci sono, l'intimo c'è, i pantaloni ci sono, il beauty c'è, i costumi ci sono, tutto ciò che potrebbe servirmi c'è.
Osservo un'ultima volta le pareti rosa della mia stanza. Ho sempre odiato il rosa, lo trovo un colore smorto, da stupide principesse che credono in stupide favole.
Io ormai sono cresciuta, e alle favole non ci credo più.
Il letto a due piazze occupa gran parte della stanza, stesso per l'armadio bianco con le rifiniture dorate.
Do un'ultima rapida occhiata in giro, per vedere se ho dimenticato qualcosa. Sembra tutto normale e tranquillo, ma nessuno sa che me ne sto andando.
Ho sempre avuto una camera spoglia, sia per quanto riguarda la mobilia, sia per quanto riguarda le pareti.
Ho smesso di arredare la mia camera sei anni fa, dopo la morte di mia madre.
Mio padre è caduto nell'alcolismo, e mio fratello... mio fratello ha iniziato ad abusare di me. Io ho subito. Ho subito senza dire nulla. Avevo paura.
Ma in fin dei conti, i miei piani erano altri. Ho iniziato a fare qualche lavoretto, e in questo lungo arco di tempo ho messo da parte la cifra per pagarmi un aereo, un'università e una casa. Praticamente una nuova vita.
Per questo non ho più arredato la mia camera; sapevo che non ci sarei rimasta, e non volevo lasciare nulla di mio lì.
Mentre attraverso la stanza, mi fermo davanti allo specchio a muro. Osservo i miei lunghi capelli biondi legati in una treccia laterale. I miei occhi color miele mi guardano con un luccichio di impazienza che li fa brillare. Indosso un paio di jeans blu chiaro a vita alta e una camicia a quadri nera e bianca, abbinati alle mie converse bianche.
Do un'ultima, rapida occhiata alla mia stanza spoglia e scendo di fretta le scale trascinandomi dietro la valigia.
Dopo aver preso un taxi mi trovo in aeroporto. Faccio il check-in e attendo che venga annunciato il mio volo.
Mi mordo impaziente le unghie.
«Ehi» fa un ragazzo sedendosi vicino a me. Ha i capelli neri e gli occhi marroni, simili ai miei.
«Ehi» rispondo nervosa.
«Dove vai?» chiede aggiustandosi la camicia di cotone che indossa.
«America, tu?» rispondo sedendomi più comoda e guardandolo. Non è male, ha un bel sorriso.
«Francia» risponde sognante. «Quanto resterai?»
«Mi auguro per sempre» rispondo deglutendo.
«Capisco» dice, e sorride quando annunciano il suo volo. «Buona fortuna!» grida trascinandosi dietro la valigia marrone che ha.
«Anche a te» bisbiglio, poi mi alzo all'annuncio del mio volo.
Stringo la mano attorno al manico della valigia e cammino a passo svelto verso il mio aereo.
Mi siedo mentre il mio cuore aumenta sempre di più la velocità dei battiti.
Sorrido quando inizia il decollo. Mi viene quasi da piangere. Libera. Finalmente libera.
Una scarica di adrenalina mi percorre la spina dorsale all'idea che sto scappando. Me ne sto finalmente andando.
Mi scende una lacrima di commozione mentre guardo il tappeto di nuvole al di fuori dell'oblò.
Sono pronta per iniziare da capo, e questa volta niente e nessuno rovinerà la mia vita.Ciao fiori di campo!🙊
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Buona lettura!! ❤️
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Friends
Storie d'amoreLiz Jones si è appena trasferita dalla popolosa Sydney, in Australia, alla tranquilla Louisville, nel Kentucky, America. Più che essersi trasferita, è scappata da un passato di violenze e alcolismo. Non le piace farsi mettere i piedi in testa da nes...