15. Sentimenti

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Sento qualcosa premermi sul fianco e le gambe intorpidite. Apro gli occhi e provo a girare il collo, ma mi fa un male assurdo. Ma che diavolo... Noto una mano poggiata delicatamente sul mio braccio e mi viene un infarto, poi mi ricordo che ero sulla poltrona con Drew e mi calmo, finché non noto la posizione in cui siamo. Io sono raggomitolata con le gambe piegate verso lo stomaco e la testa poggiata sul bracciolo, questo spiega anche il torcicollo, Drew invece ha la testa poggiata contro la mia schiena e la mano sul mio braccio. Come ne esco? Decido di svegliare Drew, ma a quanto pare ha il sonno veramente pesante. Oltretutto la coperta è magicamente finita su di lui, che stronzo.
«Drew» bisbiglio per l'ennesima volta, poi mi giro verso di lui e lo scuoto per una spalla, finché non apre gli occhi. Il cuore inizia a battere rapidamente nel petto quando le sue iridi dello stesso colore dello smeraldo si fissano nelle mie.
«Liz, cosa fai?» biascica passandosi una mano sul volto.
«Io? Sei tu che ti sei messo sopra di me!» esclamo, indignata.
«Molto ambiguo» dice con voce arrochita dal sonno, dannatamente sexy.
«Coglione» borbotto, alzandomi quando si decide a togliere il braccio attorno alla mia vita.
«Era molto interessante il film» ironizza cercando di darsi un verso ai capelli castano ramato, con il solo risultato di scompigliarli ancora di più.
«Interessantissimo» assento stirandomi sotto lo sguardo attento di Drew. È tornata quella specie di energia magnetica fra di noi.
«Aspetta» si alza e mi viene incontro, sovrastandomi con la sua altezza. Poggia una mano sulla mia guancia ed io sgrano gli occhi, poi con l'altra mi sposta una ciocca di capelli che mi si era attaccata alla guancia dietro l'orecchio. Non riesco a distogliere lo sguardo da quelle labbra perfette che si ritrova. Hanno la forma giusta e sono carnose al punto giusto, mi chiedo come siano al tatto... No, no, no Liz. Drew mi sta fissando intensamente negli occhi, i suoi sono passati dal verde smeraldo al verde bottiglia. Siamo così vicini che una ciocca dei suoi capelli sfiora la mia fronte ed il suo respiro mi arriva in faccia, facendomi venire i brividi. Mi risveglio quando le sue labbra sfiorano le mie e mi tiro indietro, instaurando nuovamente la distanza di sicurezza che c'è fra due amici. Sono sconcertata. Stavo per cedere. Ho il respiro accelerato ed il cuore che sbatte ripetutamente contro la cassa toracica, facendomi addirittura male. Drew si morde il labbro inferiore, ma non riesco a decifrare cosa ci sia nel suo sguardo, mi sembra di scorgere... paura? No, non può essere.
Lancio un'occhiata all'orologio e sgrano gli occhi quando leggo che sono le sei passate. Effettivamente avrei dovuto accorgermene, la luce fuori dalla finestra è flebile ed il sole è pericolosamente vicino ai palazzi dall'altro lato della strada. Guardo nuovamente Drew, e mi rendo conto che non è solo figo, ma molto di più. È proprio bello. I capelli sembrano quasi rossi illuminati dal sole che entra dalla finestra, gli zigomi alti mi sembrano più marcati e le labbra più carnose, la carnagione ambrata risplende, mettendo in risalto i muscoli che ha sulle braccia lasciate scoperte dalla maglietta a maniche corte. Mi torna in mente ciò che mi ha detto una volta Lena, anche se non vorrei proprio ripensarci: finché pensi che sia figo va tutto bene, è quando inizi a pensare che sia bello che devi preoccuparti. Drew mi guarda a sua volta, ma non so se stia pensando ciò che penso io. Probabilmente si sta chiedendo perché non l'ho baciato come avrebbe fatto qualsiasi altra ragazza e, sinceramente, me lo sto chiedendo anch'io. Sono più forte di quel che credevo.
Drew si schiarisce la gola e torna a guardarmi negli occhi, sembra sia tutto come prima, ma io lo so che non lo è, lo percepisco dalla tensione che emana il suo corpo. «Vuoi che ti accompagni a casa?»
Ci rifletto, ma so che ciò che sto per dire è la cosa migliore. «No, non preoccuparti.»

***

Ho bisogno di una pausa da Annabelle, Drew, la scommessa e tutto il resto, per questo sono davanti all'appartamento di Jace solo con la borsa dei libri. L'allegra Julie non ha detto niente quando sono entrata, d'altronde ho le chiavi. Sono passata anche in segreteria ma, come immaginavo, non mi sospendono il pagamento dell'affitto per due mesi. Volevo passare da Annabelle per aiutarla a pulire dato che oggi è lunedì, ma mi ha detto che aveva già fatto e mi aveva inviato un messaggio nel primo pomeriggio per dirmi di non preoccuparmene per oggi. Magari l'avessi letto prima di comporre il suo numero e risentire quel tono odioso.
«Liz, che ci fai qui?» mi apre Jace, senza maglietta. Spero di non aver interrotto nulla.
«Ho bisogno di una pausa» dico semplicemente, ma lui mi capisce all'istante e si scansa, lasciandomi entrare. L'appartamento di Jace è disposto allo stesso modo del mio, ma sembra decisamente più vissuto, d'altronde sono quattro anni che frequenta questa università.
«Come stai?» gli chiedo subito, mentre lui prende il mio borsone e lo lascia in una stanza accanto alla sua.
«I rifiuti di Annabelle fanno sempre male, ma ormai ci sono abituato» alza le spalle appoggiandosi allo stipite della porta della stanza ed evitando il mio sguardo. Osservo il suo profilo che cerca di mostrarsi indifferente, ma si vede chiaramente che è ferito.
«Mi dispiace» mormoro, sincera. Jace alza le spalle e si siede sul divano, facendomi cenno di imitarlo.
«Ora parliamo di cose serie: dove sei scomparsa tutto il pomeriggio? Ti ho mandato almeno duecento messaggi» mi rimprovera, con le sopracciglia aggrottate. Valuto se dirglielo o meno, ma voglio essere sincera.
«Ero con Drew, ho acconsentito a conoscerci meglio e siamo stati insieme tutto il giorno. Siamo andati a casa sua e abbiamo visto un film, ci siamo addormentati così non ho risposto, scusami.» Ometto la parte dell'attacco di panico e del secondo quasi-bacio. Jace mi guarda come se stesse per dare di matto, ma alla fine si limita ad un sospiro rassegnato.
«Stai attenta Liz, per favore» mormora guardandomi distrutto. «Non è ciò che sembra. Lo so cosa pensi: Drew è gentile, carismatico, solare, elegante, figo... ma non ha idea di cosa significhi tenere a qualcuno.» Lo guardo interrogativa, ma intuisco dagli occhi di Jace che non c'è altro da aggiungere, così mi limito ad appoggiarmi allo schienale e a riflettere sulla prossima mossa. La realtà è che non ho un piano, mi piacerebbe dire di avere tutto sotto controllo e di sapere ciò che sto facendo, ma la realtà è che Drew Anderson è solo una grande incognita, una delle tante.
«Film?»
Scuoto la testa. «Ne ho abbastanza di film.»
«Scacchi?»
«Affare fatto.»

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