In macchina il silenzio è soffocante. Annabelle guarda fuori dal finestrino con un'espressione che mi sembra pensierosa, Jace la osserva con la coda dell'occhio, e Drew cerca di attirare la mia attenzione, ma continuo a spingermi verso lo sportello. Sento il mio cellulare suonare in tasca, così lo tiro fuori e resto spiazzata nel leggere il messaggio.
Possiamo parlarne?
-Drew.Evito di guardarlo e gli rispondo, angosciata.
Come hai il mio numero?
Jace aveva lasciato il telefono sul tavolo, la password era ancora quella di quattro anni fa. Non ho resistito.
Sei così... Mi fai incazzare, cavolo.
Lo so, sono fantastico.
Alzo gli occhi al cielo, non riuscendo a reprimere un sorriso.
No, sei un idiota.
Comunque, possiamo parlarne?
Mi mordo il labbro, già terrorizzata all'idea. Mi ha quasi baciata, ci siamo quasi baciati. Questo che significa? Non posso dare delle risposte a Drew se non ne ho per me stessa.
Che c'è da dire?
Decido di far iniziare a lui il discorso.
Beh, ci siamo quasi baciati, e lo avremmo decisamente fatto se la ruota non fosse ripartita.
E con questo?
Non lo so, Liz, dimmi tu.
Ci conosciamo da sei giorni, Drew.
Questo non mi impedisce di essere attratto da te.
Ho un colpo al cuore, e sbircio in sua direzione. Ha un mezzo sorriso, e mi guarda a sua volta. I nostri occhi si scontrano ed io deglutisco, constatando dolorosamente l'effetto disastroso che hanno quelle iridi color smeraldo su di me. Devo solo... non lo so cosa devo fare, so solo che Drew Anderson non fa per me, ed io non faccio per lui, è solo stupida attrazione fisica, ci sono sette miliardi di persone, e noi non siamo fatti per stare insieme.
Io no, Drew, mi dispiace.
Decido di mentire, è più facile.
Non prendermi in giro, Liz, ho sentito come batteva il tuo cuore.
E questo che significa? Che voglio stare con te? Beh, ti sbagli, il mio cuore batte ventiquattro ore su ventiquattro, per fortuna.
Che risposta di merda.
Andiamo, Liz, vuoi negare di essere attratta da me?
Come per confermare la sua teoria, mi posa una mano su un ginocchio e la mia pelle freme, facendogli spuntare un sorriso vittorioso. Ritraggo la gamba e riprendo a digitare, irritata.
Ci conosciamo solo da sei giorni. Anzi, non ci conosciamo proprio.
Allora conosciamoci meglio, solo come amici, ci stai? Prometto che non farò il coglione.
Sbuffo, stanca di questa farsa.
Cosa vuoi di preciso da me, Drew? Davvero non mi capacito del perché fino a qualche ora fa non potevi vedermi ed ora vuoi essere mio amico.
Noto che il suo labbro inferiore freme, come se stesse valutando lui stesso il motivo. Vedo che si è perso a guardare il vuoto, e mi chiedo a chi pensi. Mi torna in mente la F del tatuaggio.
Non c'è un motivo specifico, semplicemente mi sei simpatica.
Sorride e mi porge una mano. Sì o no? Leggo il labiale e mi chiedo se sia la cosa giusta. Stare maggiore tempo con Drew non me lo farà dimenticare più velocemente. Ma forse può darsi che conoscendolo di più scoprirò parti di lui che non mi piaceranno affatto e che mi faranno passare la cotta. Tanto se dico di no sarà peggio, Drew non mi sembra tipo che si arrende facilmente. Beh, nemmeno io, Anderson.
Okay, mimo a mia volta ed un sorriso sollevato gli innalza gli angoli della bocca.
Jace rallenta e si ferma davanti casa di Annabelle. Drew e lei scendono, io resto in macchina e scivolo dalla parte del passeggero, incrociando le braccia e fissando Jace finché non si decide a parlarmi.
«Ci siamo, Liz» sospira e stringe il volante, osservando la strada davanti a sé.
«Possiamo parlare?»
«Scendi» sibila aprendomi la portiera. Allungo un braccio e la richiudo.
«Perché ce l'hai così tanto con me?»
Sospira e si abbandona contro il sedile, continuando a guardare la strada. «Non ce l'ho con te, ce l'ho con me stesso. E forse anche un po' con Annabelle.» L'ultima frase l'ha detta così piano che faccio fatica a capirla, ma quando realizzo strabuzzo gli occhi.
«Che è successo?»
«Vedi...» sospira e mi guarda negli occhi. La tristezza che vi leggo è devastante. «Io e Drew abbiamo tre anni più di Annabelle, quando siamo venuti a fare l'Università lei doveva ancora finire il liceo e... non aveva più scuse per non stare con me: Drew non c'era più, non c'era nessuno che potesse ostacolare la nostra relazione a parte la distanza... Eppure mi ha detto ugualmente di no e si è messa con Gale.» Valuto cosa rispondergli cercando di non ferirlo. «E se non le piacessi?»
«Me lo aveva detto lei che ci avremmo provato, eppure mi ha preso in giro. Ho rinunciato ad ogni ragazza per aspettare lei» contrae la mascella e torna a guardare la strada. Mi sento veramente dispiaciuta per Jace, ha dovuto aspettare le decisioni della regina Annabelle evitando di farsi una vita. Gli afferro il braccio dove ha il tatuaggio e vi faccio scorrere sopra le dita.
«Sono le persone che nessuno immagina a fare ciò che nessuno può immaginare» sorrido tristemente. Ora capisco un po' meglio la frase.
«Già, ed io ho fatto di tutto per Annabelle, ma lei non lo ha nemmeno notato, mi ha sempre considerato alla pari di qualsiasi altra persona ed una spanna sotto a Drew: estroverso, sciupafemmine, simpatico e disponibile. Annabelle mi ha rifiutato perché non poteva comandarmi, Liz. Non mi sono mai piegato alle sue decisioni, ho sempre fatto come mi pareva, sempre e comunque nel suo rispetto, ma lei non concepisce di avere accanto qualcuno che non può comandare» mormora stringendo la mia mano sopra il tatuaggio. Cavolo. Effettivamente è abbastanza evidente: Annabelle non sopporta chi cerca di metterle i piedi in testa, cerca di comandare su tutti... La domanda resta: perché? Non so davvero trovare una risposta.
Jace sospira e lascia andare la mia mano, tirandosi giù la manica. Apro la portiera, ma lui mi blocca. «Liz, non dirlo ad Annabelle, non parlargliene per favore.» Annuisco e scendo, salutandolo con la mano.
«A domani» dice dietro il finestrino, sorridendomi con quelle adorabili fossette.
Attraverso silenziosamente il vialetto, mentre un sacco di domande a cui non ho alcuna risposta mi vorticano in testa. Perché Annabelle aveva promesso a Jace che avrebbero avuto una chance e poi lo ha respinto? La risposta potrebbe essere Gale, ma non c'è paragone con Jace. Gale è... non lo so, ma non mi piace affatto, e poi non posso cancellare quello che gli ho visto fare ad Annabelle. Questo pensiero continua a farmi venire i brividi, non riesco a capacitarmene. Per non parlare di Drew e della sua improvvisa attrazione e voglia di conoscermi. Una sola frase continua a sovrastare tutti questi pensieri, come a tenermi in guardia e a sospingermi sulla retta via: non fidarti di nessuno. La cosa più difficile è riconoscere e scegliere le persone che si vuole avere accanto. Arrivata davanti alla porta mi blocco e penso alla mia casa, a Sydney. Per la prima volta mi domando davvero quali saranno le conseguenze delle mie azioni. E se mio fratello si vendicasse di me su Lena? Potrebbe estorcerle delle informazioni facendole del male... non riesco nemmeno a pensarci. Mi gira la testa, così mi siedo sulle scale e me la prendo fra le mani, stringendo gli occhi. A volte vorrei solo essere capace di staccare la spina.
È stata Lena a convincermi ad andare dallo psicologo, intorno ai sedici anni. Non era stato di grande aiuto, ma la terapia mi permetteva di comunicare il minimo indispensabile con le persone senza farmi prendere dal panico. Devo tutto a Lena, ogni giorno in cui ho sorriso, e se dovesse succederle qualcosa... Mi viene da vomitare. Con mano tremante prendo il cellulare nella tasca della giacca e cerco il numero di Lena, mangiandomi le unghie mentre squilla.
«Lizzie!» Tiro il sospiro di sollievo più lungo della mia vita. «Che succede? Stai bene?»
«Io... sì, sto bene, tu?» chiedo balbettando.
«Certo, ma che succede?» la sua voce è preoccupata.
«Ho paura che mio fratello possa farti del male, Lena, non ho mai considerato veramente le conseguenze di questa partenza ed ora... non lo so, non sono più tanto sicura di questa scelta.» Sento il silenzio più totale dall'altro capo ed inizio ad agitarmi.
«Ma che vai a pensare, stupida! Non dubitare nemmeno un secondo che questa sia stata la scelta giusta, perché hai solo fatto la cosa migliore. Devi solo darti un po' di tempo, Liz, vedrai che le cose andranno meglio. E non stare a preoccuparti per me, fra meno di un anno sarò lì con te e ci lasceremo definitivamente alle spalle tutta questa merda.»
«Lo spero, davvero tanto» sospiro e mi appoggio alla porta, tirando su col naso.
«Oh! Su con la vita, dai! Stai tranquilla. Comunque, come va con Drew?» sento la sua risatina e vorrei prendere il primo volo per Sydney solo per darle un calcio.
«Abbiamo deciso di provare ad essere amici» borbotto strappando l'erba poco lontana.
«Tutto qui?» chiede meravigliata.
«Beh...» dico imbarazzata.
«Oddio, che ti ha detto?!»
«Lena, abbassa la voce!» esclamo poggiando una mano sul telefono per attutire la sua voce acuta.
La sento ridere e scuoto la testa, preparandomi a dire addio ai miei timpani quando le risponderò. «Ha detto di essere attratto da me.» Allontano di scatto il telefono dall'orecchio e, nonostante questo, sento le sue esclamazioni dall'altro lato.
«Cavolo Liz, cogli questa occasione!»
Sbuffo. «Davvero ti aspetti che gli creda? Questo pomeriggio ci siamo insultati e gli ho dato un pugno, poi Jace mi ha raccontato che si diverte a fare lo sciupafemmine ed oltretutto l'ho visto che si baciava con Annabelle. E dovrei fidarmi?»
«Non saprei... comunque hai detto che volete essere amici, no? Allora dove sta il problema?»
«Il problema...» chiudo gli occhi e sospiro. «È che anche io sono attratta da lui.»
«Ricordi cosa ti ho detto?» chiede paziente Lena, alludendo a quando mi aveva detto che l'amore arrivava per tutti. Le dico ciò che mi sono detta prima. «Ci sono sette miliardi di persone, è semplice attrazione fisica e sicuramente io e Drew non siamo fatti per stare insieme.»
«Come vuoi...» sospira lei. «Ma da te è l'una di notte, che ci fai sveglia?»
«Sono rientrata da un'uscita a quattro con Jace, Drew ed Annabelle, ti risparmio i dettagli.»
«Va bene, va bene... Io sto studiando per cercare di recuperare biochimica... Odio a morte la Odair, mi ha messo una F, ti rendi conto?»
Rido. «E quanto vorresti? Le lezioni di biochimica le salti tutte!»
Lena borbotta qualcosa, ma non riesco a capirla. «Va bene dai, ti saluto, così ti decidi ad andare a letto. Sogni d'oro» sento il verso di un bacio e scoppio a ridere, cercando di fare piano perché è l'una passata e probabilmente dormono tutti.
«Ciao, Lena» la saluto sorridendo e mi rialzo in piedi, entrando in casa. All'improvviso mi sento stanca morta e salgo le scale trascinando letteralmente il mio corpo fino alla mia camera. Mi spoglio velocemente lasciando i vestiti a terra e mi infilo il pigiama. Questa giornata è finalmente finita. Non faccio in tempo a commentare la comodità del letto che mi addormento pesantemente.***
Un suono fastidioso squarcia il dolce buio che mi avvolge. Ci metto qualche minuto a comprendere che è la sveglia sul mio telefono, e ci metto ancora di più a capire che non sono nella mia vecchia/nuova stanza. Mi stiracchio spegnendo la sveglia e fisso il soffitto sopra alla mia testa. Oggi ho lezione di medicina, letteratura inglese e chimica. La prima è di chimica, intorno alle nove, quindi ho ancora un'ora di tempo. Mi sforzo di alzarmi, così faccio con calma. Attraverso il corridoio in pigiama, fermandomi davanti alla stanza di Annabelle. Non conosco i suoi orari, ma non credo sia già uscita. Mi avvicino alla porta della sua stanza, notando che è accostata. Sto per andarmene, quando sento un rumore provenire dall'interno e resto ad ascoltare.
«Ne abbiamo già parlato, e il motivo te l'ho spiegato, smetti di chiamarmi. Ti ho detto che ci vengo, ma smettila di assillarmi!» Oddio... sta parlando con Gale? Mi ritorna in mente che lui l'aveva obbligata ad andare da lui per il Ringraziamento, solo per mostrarla alla madre come un trofeo. «Ti ho detto che devo andare, ho lezione di psicologia sociale fra mezz'ora. Sì, promesso. Ciao.» Quando attacca mi allontano di fretta dalla porta, scendendo al piano di sotto. Qualche minuto dopo sento i tacchi di Annabelle sulle scale. Faccio finta di mangiare i cereali con disinvoltura. «Buongiorno» la saluto quando compare in cucina. Lei mi guarda sorpresa. «Hai lezione di mattina presto?»
«Sì, ho chimica dalle nove alle dieci» rispondo prendendo un'altra cucchiaiata di cereali.
«Me lo ricordo. Il mio vestito è ancora in lavanderia» dice, e non capisco se sia ironica o meno, ha un viso così serio...
«Mi dispiace per il vestito, ma sei stata tu che hai ostacolato la mia corsa» tento di ironizzare, ma Annabelle non sembra apprezzare.
«No, Liz, sei stata tu ad essere venuta addosso a me.» Il suo sguardo è imperscrutabile, e non me la sento di replicare: mi sono alzata vagamente di buonumore e non voglio rovinarmelo per l'antipatia di Annabelle.
«Come vuoi» rispondo con la bocca piena di cereali. Lei mi ignora, prende una delle tante borse di Prada che ho visto sparse un po' ovunque ed esce. «Ciao anche a te» mormoro alzando gli occhi al cielo. Quando ho finito di mangiare lavo la tazza e torno al piano di sopra. Ho ancora quaranta minuti di tempo. Annabelle vive ad un quarto d'ora dal campus, se mi vesto velocemente ho anche un po' di tempo per salutare Jace, che ha gli allenamenti di calcio di mattina ed una pausa fra le undici e mezzogiorno, come me.
Mi infilo un paio di jeans blu scuro ed una maglietta a maniche lunghe bianca aderente con sopra una giacca nera. Quella che avevo alla festa mi devo ricordare di portarla in lavanderia, e anche di andare in segreteria a chiedere se posso sospendere il pagamento dell'affitto dell'appartamento nel dormitorio per due mesi. È abbastanza improbabile che me lo sospendano, ma tentar non nuoce.
Mi pettino i capelli biondi leggermente mossi che mi ricadono in boccoli morbidi sulle spalle e mi trucco con un po' di ombretto azzurro e rossetto rosso. Mi sento molto positiva oggi, e spero che sarà una bella giornata. Esco ed il sole mi scalda la pelle, mescolandosi alla piacevole freschezza del vento. Percorro il vialetto e, quando arrivo al cancello, non so se il mio buonumore sia letteralmente imploso oppure sia schizzato alle stelle.
La macchina di Drew è parcheggiata di fronte al cancello. E lui è seduto al volante. E sta sorridendo. Proprio verso di me.
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Friends
RomanceLiz Jones si è appena trasferita dalla popolosa Sydney, in Australia, alla tranquilla Louisville, nel Kentucky, America. Più che essersi trasferita, è scappata da un passato di violenze e alcolismo. Non le piace farsi mettere i piedi in testa da nes...