Sto sonnecchiando immersa nella pace più totale, cullata dal concerto jazz che danno in televisione. Qualcuno mi carezza delicatamente una guancia, poi delle labbra calde si posano sulla mia fronte.
«Formaggino, è ora di svegliarsi» riconosco immediatamente la voce di Drew. Mugugno un «non ancora» in risposta e mi avvolgo maggiormente nella coperta che lui deve avermi posato addosso. Annabelle ci ha lasciato libero accesso alla casa sul lago, e io mi ci sono praticamente trasferita assieme a Drew. Fare pisolini su questo divano è diventato il mio hobby preferito, negli ultimi mesi. Da quando la vita ha finalmente ricominciato ad andare nel verso giusto, tutto è diventato più semplice. Per tre mesi non ci siamo visti. La vita che ho riconquistato mi ha assorbita totalmente. Mio padre ha fatto grandi progressi al centro, e dopo questo primo periodo di tempo sono stata in grado di allontanarmi da casa per qualche giorno. Sono tornata a Louisville, e ho trovato Drew con un mazzo di rose all'aeroporto che mi aspettava. Anche se non ci siamo visti ci siamo comunque scritti e videochiamati tutti i giorni, e al contrario di quello che pensavo il nostro rapporto si è evoluto in modo esponenziale. Non mi sono fermata molto, circa due settimane, poi sono dovuta tornare a Sydney e rimanere lì altri tre mesi, finché mio padre non è stato dimesso dal centro. Il percorso è stato difficile e tumultuoso, specialmente durante le prime tre settimane, quando l'astinenza dall'alcol si è rivelata peggiore della dipendenza stessa, ma ce l'ha fatta. Non credevo che la mia forza e il mio desiderio di rialzarmi potessero dare una scossa anche a lui, invece è stato proprio così. In seguito è stato difficile anche tornare a lavorare, ma il suo vecchio studio ha deciso di dargli un'altra possibilità. Ora mio padre ha ripreso a mantenere la famiglia, e mi ha ordinato di andarmene a fare l'università e di ricongiungermi a Drew, allora sono tornata definitamente a Louisville e abbiamo cominciato a fare sul serio. Finalmente ho potuto dedicarmi con tutta me stessa all'università e, grazie all'aiuto di Drew, che si è laureato lo scorso settembre, le cose procedono a gonfie vele. Non solo in facoltà, ma anche fra me e lui, perché oggi è esattamente un anno che stiamo insieme. Non credo di essere mai stata così felice nella mia intera vita.
Drew mi strappa la coperta di dosso, e io mi rannicchio ancor di più, investita dall'improvviso freddo. Apro pigramente un occhio e la prima cosa che vedo è il suo sorriso divertito. «Devi smetterla di sdraiarti su questo divano, altrimenti non farai altro che dormire per il resto della tua vita.»
«È troppo comodo» mormoro con la voce roca, stiracchiandomi. Poi chiudo di nuovo gli occhi.
«Eh no, signorina!» Li spalanco, sorpresa, quando Drew sale a cavalcioni su di me e si lascia cadere di peso contro il mio corpo.
«Alzati! Mi stai uccidendo!» protesto, ma lui mi ignora totalmente mettendosi a ridere. Sentire il suo petto vibrare contro il mio è la cosa più bella del mondo, ogni volta fa battere il mio cuore all'impazzata.
«Drew!» lo rimprovero, ma non riesco a smettere di ridere. «Ti prego!»
Lui si solleva leggermente sui gomiti, e io torno a respirare normalmente. Il momento divertente finisce, e restiamo a guardarci negli occhi.
«Sei bellissima» mormora lui, il suo sguardo è estasiato mentre mi scansa una ciocca di capelli dal viso, come se fossi una delle meraviglie del mondo. Arrossisco senza volerlo. I complimenti mi hanno sempre fatta sentire a disagio, ma i complimenti di Drew sono così belli da farmi esplodere il cuore di gioia. Non ho mai amato niente e nessuno in questo modo.
Gli sorrido e, senza dire nulla, poggio le mie labbra sulle sue. Non mi stanco mai di baciarlo, è forse il mio secondo hobby preferito, dopo i pisolini sul divano. Lui approfondisce il bacio, la sua mano destra si intrufola sotto la mia felpa, carezzandomi il fianco. Porto entrambe le mie braccia dietro la sua nuca, con le dita gli disegno dei cerchi fra i capelli morbidi. Non ne ho mai abbastanza di Drew Anderson, è come una dipendenza incurabile, e sono sicura di essere lo stesso per lui. Mai nessuno, come lui, ha saputo far vibrare il mio corpo in questo modo, mai nessuno ha saputo cullare le mie insicurezze fino a farle addormentare, mai nessuno ha saputo farmi sentire bella, così tanto da non odiare il mio riflesso nello specchio, da non vedermi come un oggetto usato, ma come una ragazza che merita di essere amata.
Drew si allontana dalle mie labbra e poggia la fronte contro la mia. «Cosa mi fai, Liz Jones, sono pazzo di te» mormora, con gli occhi chiusi.
«Sapessi cosa fai tu a me, Drew.»
Il silenzio rilassato si fa spazio fra di noi, e il sassofono torna ad essere protagonista di questo pomeriggio di inizio maggio. Drew scivola di fianco a me e ne approfitto per poggiare la testa contro il suo petto. Avvinghio la gamba sinistra attorno alla sua vita e gli lascio un bacio alla base del collo. Il delicato profumo del suo dopobarba mi fa impazzire. Ho imparato a conoscere così tante cose di lui. Il nome del suo dopobarba preferito – che guarda caso è anche il mio –, come gli piacciono le uova, i suoi film preferiti, il modo in cui preferisce trascorrere il tempo libero – che generalmente ha a che fare con me –, il lato del letto su cui preferisce dormire, anche se sono sicura che il suo lato preferito sia io, perché adora poggiare la testa contro il mio petto e stringermi a sé per la vita. Mi ha confessato, molto imbarazzato per mio divertimento, che lo fa sentire più sicuro, perché se io gli dessi la schiena avrebbe paura di non accorgersi se qualcosa non va. Io amo dormire con la testa nascosta contro il suo collo, invece, infatti la sera è sempre una lotta infinita, prima di metterci a dormire. Adoro la mia quotidianità con lui, non credevo di desiderare una cosa del genere dalla vita fino ad adesso. Adoro preparargli la colazione e portargliela a letto, o che Drew lo faccia per me. Amo i baci al mattino appena sveglia e quelli alla sera poco prima di addormentarmi, amo che mi accompagni in facoltà per poi andare a lavorare e che passi di nuovo a prendermi e torniamo insieme a casa. Amo essere felice, e amo Drew Anderson.
Sto per addormentarmi di nuovo, quando qualcuno bussa alla porta. Drew si stropiccia gli occhi e si mette seduto sul divano.
«Te l'ho detto: è il male» esclama, indicando questo fantastico pezzo di mobilio. Rido e lui va ad aprire la porta.
«Sì, è in salotto.» Gli sento dire.
«Sul divano, immagino.» Questa è senz'altro la voce di Jace.
«Dio, te l'avevo detto di buttarlo.» E questa è Annabelle.
«Ehi!» alzo un piede per farmi notare, dato che il divano dà le spalle all'ingresso del salotto. «Guardate che vi sento.»
«Devi sentirci» dice sarcastico Drew.
Alzo gli occhi al cielo e mi metto seduta. Infilo i piedi nelle infradito e mi alzo, stiracchiandomi.
«Guarda chi c'è, Liz» Drew fa un sorrisetto facendomi segno di avvicinarmi.
«Oh, mio Dio!» esclamo coprendomi la bocca con le mani. Affianco Drew accanto al passeggino, e sorrido alla mia minuscola fonte di gioia.
«Ciao, piccola» con un dito le solletico il pancino, mentre lei mi osserva con gli occhioni azzurri sgranati. Annabelle ha partorito undici mesi fa, e anche lei sembra aver finalmente trovato la propria felicità. Solo a pensare che all'inizio non voleva questa bambina, mentre adesso è ciò che la rende più felice al mondo. Assieme a Jace, perché sì, finalmente, si sono dichiarati i loro veri sentimenti, e non potrei che esserne più che contenta.
«Siamo venuti per festeggiare» dice Annabelle. Anche il suo sguardo si è addolcito, è meno glaciale.
«Festeggiare?» chiede Drew con le sopracciglia aggrottate.
«Oggi è un anno che state insieme» spiega, ovvia.
«E perché dovremmo festeggiare tutti insieme? Non che non mi faccia piacere, ma non l'abbiamo mai fatto...» preciso io. Jace e Annabelle alzano gli occhi al cielo quasi all'unisono.
«Siete proprio due guastafeste, Dio mio, avevo anche un regalo bellissimo per voi, ma non credo che ve lo meritiate» dice Annabelle con le braccia incrociate.
«No, ti prego, non tenermi sulle spine in questo modo» la supplico con le mani giunte come in preghiera. Lei sospira.
«Non lo so...»
«Dai, Annabelle!»
Scoppia a ridere di fronte alla mia impazienza. «E va bene, ma prima fatemi sistemare questo fagottino.» Chi l'avrebbe mai detto che ad addolcire Annabelle sarebbe stato proprio un figlio. Da quando è nata la sua bambina, ha smesso di essere perennemente arrabbiata col mondo e ha iniziato a sorridere non per forza in occasioni speciali. Quando ho detto a Drew di quanto questa cosa mi sorprenda si è messo a ridere, ma io ero seria, un po' mi spaventa questa nuova Annabelle.
«Oh, dalla a me» Drew la prende dalla braccia di sua madre e la culla, dicendo parole stupide con quell'accento stupido che noi tutti riserviamo solo ai cuccioli. Non pensavo che Drew avesse un debole per i bambini, ma a quanto pare mi sbagliavo, è quello che si diverte di più a giocare con lei. Si mette seduto sul divano con lei fra le braccia e cerca di farla addormentare.
«Si è saputo più niente di Gale?» chiedo. Annabelle non ha mai voluto denunciarlo, anzi, ha anche provato a contattarlo per cercare di trovare un compromesso ed evitare che il bambino crescesse senza aver mai conosciuto suo padre, ma lui non ha mai risposto alle sue telefonate. Jace le è stato vicino in un modo davvero unico, durante i mesi della gravidanza. Sia io che Drew siamo stati molto impegnati con le nostre vite, e lui è stato davvero impagabile. Mentre mio padre era ricoverato, ho deciso di denunciare Samuel. Volevo che stesse in un posto in cui non avrebbe più potuto fare del male a nessuno, ma nel mio inconscio so di aver desiderato che pagasse anche per ciò che mi ha fatto. Ho dovuto testimoniare a un'infinità di processi contro di lui, dei quali l'ultimo è stato a malapena sei mesi fa e che lo ha dichiarato colpevole. Non nego di essermi sentita sollevata, perché finalmente la giustizia aveva trionfato, ma pensare a mio fratello rinchiuso in un carcere mi spacca il cuore. Nostra madre non avrebbe mai voluto una cosa del genere, ma non si sarebbe nemmeno mai immaginata che suo figlio potesse diventare così. Ritengo di aver fatto abbastanza per lui, forse nemmeno si meritava tutta questa indulgenza da parte mia. Papà quando l'ha saputo non l'ha presa affatto bene, e ha rischiato una ricaduta nell'alcol a sapere che per cinque anni aveva ignorato che sua figlia subisse violenze da parte del suo stesso fratello, ma per fortuna ciò non è successo.
«Non ho sue notizie da quando è scomparso, a settembre di due anni fa, e forse è meglio così, Liz» la sua affermazione mi sorprende. Noto che stringe la mano di Jace e gli sorride. «A Gale non importa della bambina, e lei non si merita un padre del genere, può avere molto di meglio, e chi se ne frega se non si tratta del suo padre biologico, l'amore è una delle poche cose a non essere dettata dalla genetica.»
Sorrido di fronte a tutto questo amore, sono davvero felice per loro due, non ho mai visto Jace così contento come lo è da quando è stabilmente fidanzato con Annabelle, e la stessa cosa vale senza ombra di dubbio per lei.
«Ma parliamo di cose serie» Drew fa di nuovo la sua comparsa nella conversazione, con un braccio mi circonda la vita.
«Cosa hai fatto alla bambina?» chiede ansiosa Annabelle.
«Stai calma, sta dormendo nel passeggino» Drew alza gli occhi al cielo, io e Jace ci scambiamo un'occhiata divertita.
«Di cosa vuoi parlare?» chiede Annabelle con le braccia incrociate contro il petto, mentre lo fulmina con lo sguardo.
«Qual è questo regalo?»
Annabelle assottiglia lo sguardo. «Se ancora sono convinta di darvelo, è solo per Liz.»
Fruga nella borsa ed estrae un foglio piegato a metà, poi me lo consegna con un sorriso a trentadue denti.
«Cos'è?» a stento resisto alla tentazione di aprirlo.
«Scoprilo» ammicca Jace.
Afferro le due estremità della carta e le separo lentamente, per aumentare la suspense. Aggrotto la fronte quando mi trovo davanti un foglio con delle scritte che ai miei occhi non hanno alcun senso.
«Non capisco» borbotto.
«È un pezzo di carta su cui c'è scritto che, adesso, questa casa appartiene ufficialmente a te, Liz! Tanti auguri, ragazzi» spiega Annabelle.
Rimango pietrificata, davvero, non riesco a muovermi.
«Stai scherzando?» chiedo con il labbro che mi trema. Lei scuote la testa.
«Niente affatto.»
Drew è scioccato almeno quanto me, ma ben presto mi riprendo e la stritolo fra le braccia. «Non posso crederci! Grazie, Annabelle, grazie di cuore!» Mi viene da piangere per la gioia. Annabelle mi ha appena regalato il sogno più grande di mia madre.
«Non c'è di che, hai fatto così tanto per me, e all'inizio sono stata così cattiva che è davvero il minimo che io possa fare» mi sorride genuinamente. A stento trattengo le lacrime.
«Sei pazza, e per questo ti adoro.» Drew la prende fra le braccia e la stringe a sé. «Grazie, Annie.»
Vedo Annabelle alzare gli occhi al cielo quando sente il nomignolo, e la cosa mi fa ridere.
«Beh, a questo punto cosa facciamo?» chiedo. Sono quasi le sette.
«Io e Drew abbiamo una sorpresa per voi, donzelle» interviene Jace, ammiccando in direzione di Annabelle.
«Oh, questa non la sapevo» esclama sorpresa quest'ultima.
«Ma perché io sono all'oscuro di tutto?» domando, con ancora il foglio stretto fra le dita. Accidenti. Ho una casa sul lago a Louisville, proprio come mia madre ha sempre desiderato.
Tutti ridono, poi Jace mi dice di andarmi a preparare e di mettere un bel vestito, lui e Drew escono fuori mentre Annabelle rimane al piano di sotto con la piccola.
Saltello lungo le scale ed entro in camera. Vedendo la valigia spalancata a terra che non ho mai effettivamente disfatto un sorriso commosso mi fa pizzicare il naso. Tutto questo non è più provvisorio.
Provo qualche vestito senza riuscire a smettere di sorridere finché, mentre ne sto provando uno verde senza spalline, Drew bussa alla porta ed entra nella stanza. Si blocca sulla soglia, mangiandomi con gli occhi.
«Ti sta bene» dice, senza staccare gli occhi dal vestito.
«A giudicare dalla tua faccia immagino di sì.»
Lui si riprende e mi rivolge il solito sorrisetto che mi ha fatto innamorare perdutamente di lui. Si avvicina a me con passo sicuro e quel maledetto sorriso ancora stampato in faccia. Quando mi è arrivato di fronte, mi oltrepassa e apre l'armadio. Confusa osservo quello che fa, e quando si gira mi si mozza il fiato in gola.
«L'ho comprato per te, perché sono sicuro che ti sta d'incanto e, in totale onestà, muoio dalla voglia di vederti che lo indossi.» Attaccato a una stampella mi compare davanti agli occhi un vestito color rosa carne bellissimo. È lungo circa fino a metà coscia, semplicissimo ma di un'eleganza strabiliante.
«Volete farmi piangere, oggi?» la mia voce è soffocata, ho a malapena la forza di parlare, sono senza parole.
«Non ancora» sorride lui, porgendomi il vestito.
«Dai, indossalo, così posso farti vedere l'altro regalo.»
«Drew, ma non dovevi, sei più pazzo di Annabelle» scuoto la testa, incredula di fronte a tutti questi regali.
«Annabelle ti ha regalato una casa, io un vestito: si trovano in posizioni ben diverse sulla scala della follia» scherza, come sempre, ma io sono davvero commossa. Lo abbraccio di getto, stringendolo a me. Lui ricambia e mi bacia i capelli.
«Dai, dolcezza, provalo» mi incoraggia.
Mi sfilo il vestito verde lasciandolo cadere a terra, poi indosso quello rosa che mi ha regalato Drew. I suoi occhi si illuminano non appena mi volto verso di lui. Mi prende la mano e mi porta davanti allo specchio, posizionandosi dietro di me, poi afferra la zip del vestito alla base della mia schiena e la tira su.
«Ti sta una meraviglia, Liz» sussurra, sono incredula nel constatare che è commosso.
«Non piangere, tesoro» ridacchio e gli lascio un bacio sulla mascella. «Sono i tuoi occhi che mi fanno sembrare una meraviglia, ti ringrazio Drew, davvero con tutto il mio cuore» soffoco un singhiozzo anch'io, lui mi afferra per i fianchi e mi fa voltare verso di lui, poi, senza perdere tempo, mi bacia. E il mondo ancora una volta gira nel verso giusto.
«Ho ancora una cosa per te» sussurra sulle mie labbra. Si allontana da me e tira fuori una scatola da sotto il letto, poi prende quello che mi sembra un album di foto e mi fa cenno di sedersi accanto a lui sul letto. Il nostro letto. Ancora non riesco a crederci.
Drew mi osserva con un sorriso amorevole, poi mi poggia l'album sulle ginocchia. Con il cuore che batte a mille leggo il titolo sulla copertina. «I ricordi preferiti di Liz» rido, commossa, e mi asciugo le lacrime.
«Diciamo anche i miei ricordi preferiti di te» dice Drew lasciandomi un bacio sulla tempia.
Lo apro con cautela e la prima foto rischia di farmi sciogliere in un fiume di lacrime. Ci siamo io e mia madre, io sono davvero piccola e lei mi tiene in braccio. Passo alla seconda pagina e ci sono tutte foto di noi due insieme.
«Sono quelle che avevi appeso il giorno del mio compleanno nell'altra casa sul lago» dico con un filo di voce. Lui annuisce.
«Non solo.»
Stringo la sua mano e giro un'altra pagina. Spalanco gli occhi quando noto che il soggetto non siamo più io e mia madre, ma tutta la mia famiglia. Prima che lei si ammalasse. Porto una mano alla bocca e soffoco un singhiozzo. Da qui in poi, per almeno dieci pagine, ci sono svariate foto di noi quattro insieme.
«Come le hai avute?» gli chiedo, le lacrime ormai mi offuscano la vista.
«Lena» dice. Ho avuto rari contatti con lei, di sicuro il nostro rapporto si è incrinato per sempre dopo il suo tradimento, ma apprezzo ciò che ha fatto per Drew.
«Continua» mi sorride lui. Concentro di nuovo la mia attenzione sulle foto e, dopo quella di me e Sam travestiti da Hänsel e Gretel, ne trovo una mia e sua, scattata a Sydney durante la prima visita a mio padre, nell'ultimo anno. Drew mi ha accompagnato tutte le volte, non mi ha mai lasciata da sola. Poi un'altra, scattata il giorno in cui ci siamo praticamente trasferiti in questa casa. Io che ho un sorriso così luminoso da oscurare tutto il resto e Drew che mi osserva, felice.
«Sono bellissime» mormoro, la voce strozzata, mentre mi asciugo una lacrima.
«Tu lo sei» Drew mi dà un bacio sulla guancia, poi mi incinta a continuare a sfogliare l'album. Ci sono anche foto di Annabelle e Jace, e di noi quattro insieme. Le ultime vedono una Annabelle con un pancione enorme, e non posso fare a meno di sorridere.
«E poi è arrivata la piccola Fable» sorrido nel vedere l'ultima foto. Annabelle aveva appena partorito e se ne stava seduta sul letto dell'ospedale, con la piccola fra le braccia e noi tutti seduti intorno. I nostri sorrisi spiegano davvero tutto. Persone che hanno sofferto, che hanno lottato, ma che ce l'hanno fatta anche quando mollare sarebbe stato più semplice. Annabelle ha deciso di chiamare la bambina Fable, per loro tre è stato come rinascere assieme a lei.
«Grazie, Drew, sei... non ho più parole per definirti» mi asciugo un'altra lacrima, lui mi prende le mani e mi sorride.
«Ci sono così tante pagine bianche, Liz, pagine che aspettano soltanto di essere riempite, e io voglio farlo con te, da adesso fino a quando avrò abbastanza forza per sorriderti.»
Dopo questa dichiarazione non ce la faccio più e scoppio a piangere, nascondendo il volto sul suo collo. Le sue mani che mi stringono sono tutto ciò di cui ho bisogno, non mi serve altro per essere felice.
«Andiamo di sotto, c'è un'altra sorpresa» mi fa alzare e mi sorride enigmatico.
«Basta, non ne posso più» scherzo, lui ride e mi prende la mano, portandomi al piano inferiore. Annabelle e la piccola non sono più sul divano. Usciamo di fuori e ciò che vedo fa fare un'altra capriola al mio cuore.
«Un falò» sussurro.
«Da dove tutto è iniziato, per scherzo, e da dove voglio che ricominci ogni cosa» mi dice Drew, poi mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorride.
Annabelle e Jace si tengono per mano e ci osservano, sorridendo a loro volta. Ho male agli zigomi per quanto ho sorriso negli ultimi mesi, ed è il dolore più piacevole che abbia mai provato. Abbraccio anche loro due, stringendoli a me.
«Dobbiamo ringraziarti tutti, Liz, perché questo è merito tuo» dice Annabelle, indicando tutti loro.
«E questo è merito vostro» le sorrido, indicando me stessa.
«Ora basta con le smancerie, ho fame» si intromette Jace, tutti noi ridiamo, poi ci mettiamo seduti sulla coperta che Drew ha preso dall'interno della casa e scherziamo fra di noi, riportando alla mente tutti i momenti più belli e quelli più brutti degli ultimi due anni. Alzo lo sguardo verso il cielo e sorrido, perché dentro di me so che mia madre mi sta osservando, e so che anche lei sta sorridendo.Ciao fiori di campo! 🌻
Ecco a voi l'epilogo di Friends, cosa ne pensate?
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Io vi invito ad andare a leggere la mia nuova storia Misfits – Disadattati, perché ci tengo moltissimo, e di commentare tanto 💘
Vi comunico sin da subito che non ci sarà alcun sequel di Friends e sono inamovibile ahah, mi dispiace ❤️
Al prossimo capitolo!🔜
-A✨
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Friends
RomantizmLiz Jones si è appena trasferita dalla popolosa Sydney, in Australia, alla tranquilla Louisville, nel Kentucky, America. Più che essersi trasferita, è scappata da un passato di violenze e alcolismo. Non le piace farsi mettere i piedi in testa da nes...