Cap 3

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LUX

-Aprite il portone!-
Il cigolio dei cardini risponde all'urlo del conducente del carro.
Apro un occhio pigramente, poi li spalanco entrambi di scatto nel realizzare che siamo arrivati.
-Dormito bene?- sorride Giafa, vedendo che mi sono svegliata.
-Avevo bisogno di energia- rispondo, con uno sbadiglio.
Lei annuisce, comprensiva. -Buona fortuna con il direttore-
-Magari non mi chiamerà a rapporto, questa volta. Magari chiamerà te- Ribatto speranzosa
Non ho neanche il tempo di finire di parlare.
-Hey, Lux! Il direttore ti vuole nel suo ufficio!-
Esclama allegro un giovane cadetto di guardia, che è sopraggiunto.
Giafa scoppia a ridere. -O magari no!-
La ignoro, con un mezzo sbuffo, perchè ho riconosciuto il ragazzo che è venuto a chiamarmi.
-Leos!-dico con un sorriso, scendendo con un balzo dal carro per lanciarmi su di lui.
Lui mi solleva in aria ridendo -Ben tornata ragazzina!-
-Smettila di chiamarmi così. Sei solo un anno avanti a me- fingo di lamentarmi. Ma sono felice di vederlo. -Mi accompagni dal direttore?-
-Ai tuoi ordini!- replica lui, giocoso.
Mi giro verso Giafa. -Ci pensi tu qui?-
-Consideralo fatto. Voi andate- risponde lei con un'occhiata maliziosa.
Rido, ringraziandola. Se un giorno diventerò veramente un ufficiale, sicuramente lei sarà la mia luogotenente. È come se lo fosse già.

Mi avvio per i corridoi, seguita da Leos.
-Forza, racconta. Com'è andata la missione?- mi domanda lui, con un sorriso gentile che gli illumina gli occhi color paglia. I folti riccioli mori mi fanno venire voglia di accarezzargli la testa.
Scrollo le spalle nel rispondere.
-Abbiamo vinto. E sono stata davvero felice di rivedere mio fratello-
Leos mi fa un sorriso, prima di rabbuiarsi -Ho saputo di Fran- mormora, esitante.
Stringo le labbra, abbassando la testa. -Io.. Non ero neanche presente quando è successo. Era del tuo anno, giusto?-
Annuisce. -Si, un bravo ragazzo. Abbastanza silenzioso, ma quando parlava diceva sempre cose profonde- ricorda, con un sorriso nostalgico. Poi mi guarda preoccupato -Lux, non è colpa tua, lo sai vero?- chiede, prendendomi la mano.
Gliela abbandono senza pensarci troppo. Ho conosciuto Leos qualche mese fa, durante un addestramento combinato con i cadetti del terzo anno, dei quali lui fa parte.
E non posso negare che ci sia qualcosa fra noi. Anche se nessuno dei due lo ha ancora ufficializzato.
Arriviamo davanti all'ufficio del direttore.

-Bene, io mi fermo qui- sorrido, sfilando a malincuore la mano dalla sua.
-Ci vediamo dopo allora?- propone lui, speranzoso.
Esito. -Non credo.. Vorrei andare a teovare la mia partner prima. È una settimana che non la vedo-
Stavolta è Leos a sorridere, comprensivo. -Capisco. Se mi tenessero una settimana lontano da Iron non so cosa farei. Ci vediamo in giro allora?-
-Certo- rispondo, e lo guardo mentre mi fa un ultimo cenno di saluto con la mano per poi allontanarsi.

Dopodichè mi riassesto e busso alla porta del direttore.
-Avanti- mi risponde la sua voce indolente, dall'interno.
Abbasso la maniglia e entro, fermandomi esattamente al centro della stanza, in una postura militare.
Il lupo fulvo del direttore, Brifor, mi indirizza uno scodinzolio di saluto non appena i miei occhi si posano su di lui. L'uomo, invece, si limita ad alzare lo sguardo dallo scrittoio.

-Ben rientrata, soldato. Fai rapporto-
Non bado neanche a quanto sia stata brusca la frase, affrettandomi ad ubbidire.
Il direttore è diventato incredibilmente severo con me, nell'ultimo anno.

Quando sono tornata all'Aserâh portando mio fratello e Jeis, rientrando dalla mia missione non autorizzata, Dow è stato portato quasi di peso in infermeria mentre io sono stata sbattuta in cella per insubordinazione.
Sono rimasta li per quasi un mese, con il divieto di vedere chiunque, mentre fuori i pezzi grossi discutevano del mio futuro.

Sicuramente la mia spedizione nel regno nero aveva riscosso molto scalpore, e da una parte i veterani erano impressionati che una matricola fosse riuscita da sola a compiere una simile impresa. Dall'altra parte invece rimaneva il fatto che avessi disobbedito a un ordine diretto, anteponendo i sentimenti alla disciplina, e ciò da solo avrebbe potuto meritare l'espulsione.
Si è discusso a lungo su questi due fattori, per decidere quale dei due fosse più rilevante.
Alla fine, i meriti e l'abilità hanno vinto.

Non sono stata espulsa dall'accademia, e ho iniziato a essere addestrata per diventare in futuro un ufficiale.
In questo periodo ho dovuto ripetere centinaia di volte tutto quello che è successo nel regno nero, con dovizia di particolari.
Solo su una cosa ho sempre taciuto.
La presenza di Alexander e Ashton.

-La battaglia è stata vinta, signore- dico al direttore, in tono formale -Le truppe nemiche si sono ritirate, scacciate dall'esercito del capitano Dow. Dei cadetti mandati in misione ci sono tre feriti lievi, uno grave... E un deceduto- comunico, non riuscendo a impedire che la voce tremi sulle ultime due parole.
Il direttore mi guarda, poi parla quasi gentilmente. -Può capitare di perdere dei soldati. Se diventerai un ufficiale devi abituartici. Non sprecare la fiducia che è stata riposta in te, Lux. Ti è stata data una grande occasione.
Usala-
Abbasso il capo. -Sissignore-
Lui fa un brusco cenno, congedandomi con una mano. -Hai il resto della giornata libera; da domani, sarai reintegrata nel programma di allenamento con i tuoi compagni-
-Sissignore- ripeto. Poi giro sui tacchi ed esco dallo studio.

Appena fuori sospiro, appoggiandomi al muro più vicino. E anche questa volta è andata. Se mi va bene, passerà un mese prima di essere riassegnata a una missione di guerra. Poi in qianto futuro soldato e ufficiale, sarà mio dovere tornare a fare esperienza su un campp di battaglia.
Nel frattempo vivrò la mia normale vita da cadetta.
Ma nulla di tutto questo ora ha importanza; ciò che conta, è l'aver ottenuto il resto della giornata libera.
Mi dirigo a passo veloce verso la Nursery.
Finalmente posso rivedere Nive.

Wolf's Knights - The Black Wolf        (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora