Cap 32

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LUX

La luce dell'alba non mi ha mai dato noie, anzi, ho sempre amato svegliarmi con la faccia baciata dal sole, quindi quando mi sveglio con un senso di fastidio non riesco a capire da dove questi provenga.
È solo dopo un paio di minuti che i miei sensi tornano attivi, permettendomi di capire l'origine del disturbo, un lieve ma persistente picchiettio alla porta.
Lancio un'occhiata accanto a me, dove Giafa dorme ancora. Dopo il bagno ci siamo rivestite e siamo andate avanti a chiacchierare per gran parte della notte, fin quando ci siamo addormentate nell'enorme letto della sua stanza. Non ritengo opportuna svegliarla ora e, con un diavolo per capello, mi appresto a raggiungere la porta, dove il picchiettio non accenna a smettere.
La spalanco di scatto, pronta a dirne quattro a chiunque sia dall'altra parte, ma non appena vedo chi c'è dall'altra parte il mio nervosismo si scoglie come neve al sole.
-Sapevo di trovarti qui- sorride Dow, e io subito gli lancio le braccia al collo.
-Com'è andata ieri sera? Ero preoccupata! Devi raccontarmi di cosa hai parlato con il generale-
-Più tardi- ribatte lui, dolcemente, ma lanciandomi un'occhiata che mi fa capire quello che non ha detto; non qui. Non sappiamo chi ascolta. -Più che altro, dobbiamo muoverci. Leos è già in piedi, tu ora sveglia Giafa e preparatevi. Dobbiamo partire-
Lo guardo, stupito. -Così presto? Ci hanno convocato in tutta fretta e ora non ci lasciano neppure fare colazione?- scherzo.
Lui ride. -Faremo colazione con Otyx e il Generale, poi partiremo con quest'ultimo. Anche lui viaggia in direzione di Jöstr, quindi ci ha chiesto di unirci alla sua scorta finché le nostre strade si separeranno-

E ovviamente lui non ha potuto rifiutare; in fondo, chi rifiuterebbe l'onore di accompagnare la scorta del sommo generale? Non capiterà molto spesso altre volte nella vita.
-Sveglio Giafa- dico quindi.
Dow mi scompiglia i capelli, mi saluta e si allontana nel corridoio. Rimango ancora qualche secondo affacciata alla porta, poi rientro in stanza e mi appresto a svegliare Giafa con un'energica scrollata.
-Che succede?- mugugna lei, senza neanche aprire gli occhi.
-Colazione. Partenza. Scorta del generale. Muoviti- sintetizzo io, ben sapendo che quando è appena sveglia Giafa ha bisogno di sentire solo le informazioni base, e tanto non capirà nemmeno quelle.
La sua risposta è un borbottio indefinito soffocato nel cuscino, però dal momento che si scrolla le coperte di dosso non ritengo opportuno insistere; mi spazzolo in fretta i capelli legandoli in una coda e mi vesto in fretta. -Sei pronta?-
-Arrivo- sbadiglia la mia amica, iniziando a vestirsi a sua volta. Scuoto il capo divertita e mi dirigo in bagno, che alla fine ieri sera abbiamo asciugato. Quando esco Giafa è vestita e pronta al dialogo.
-Buongiono!- esclama, mettendosi un guanto sulla mano per mascherare il taglio del patto di ieri sera, come ho fatto io -Spiegami meglio questa cosa della scorta del generale.
Usciamo dalla stanza e ci avviamo nel corridoio che abbiamo percorso ieri, mentre la aggiorno in fretta su quello che mi ha detto mio fratello, suscitando in lei un fischio di stupore. -Scorta del generale? Dovremmo considerarla una promozione?-
-Non siamo diventati la sua scorta, la accompagnamo solo- la correggo io, ridendo.
Lei sospira. -Peccato-

-Lux! Giafa!- ci chiama una voce dal dietro, e mentre ci giriamo Leos ci raggiunge di corsa.
-Ciao- lo saluto io con un sorriso -Dormito bene questa notte?-
-Non posso credere che tu viva in questa villa e non ci abbia mai invitato!- lo interpella invece Giafa.
Lui ride timidamente. -Beh, neanche tu mi hai mai invitato a casa tua, ed è un posto piuttosto grazioso- risponde.
Giafa lo guarda con ironia -Si, se non fosse per il mio promesso sposo, o per il fatto che i miei ora sono convinti che noi due ci diamo dentro come conigli!-
Non posso non ridere all'idea; Leos e Giafa non potrebbero mai stare insieme. Si considerano l'un l'altra come fratelli.
La mia amica sorride nella mia direzione -Su, non essere gelosa. Te lo lascio- scherza.
Io alzo le mani come scudo sempre ridendo, ma non posso evitare di arrossire un poco. E con la coda dell'occhio noto che è arrossito anche Leos.
Gli scompiglio i capelli per smorzare la tensione, facendolo ridere.
-Dai, venite- dice poi lui -Stavate per sbagliare strada. Di qui andate alla sala delle riunioni dove siamo stati ieri, la sala da pranzo è dall'altra parte-
-Ma è una casa o un labirinto?- Geme Giafa.
Io rido. -Dai, facci strada, altrimenti non arriviamo più-

Wolf's Knights - The Black Wolf        (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora