Cap 11

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ALEXANDER

-È una bella freccia- mi interpella una voce alle mie spalle, facendomi interrompere il mio lavoro.
Senza posare né il coltello né il ramo a cui sto facendo la punta, mi giro appena.
-Tutte quelle che faccio lo sono- ribatti, freddo.
Olef ride, e la risata gli deturpa il volto già tagliato a metà da una cicatrice. -Dopo più di un anno che non ti fai vedere, piombi all'improvviso al covo con quel ragazzo mezzo assiderato e riprendi già un atteggiamento strafottente. Non sei cambiato affatto.
Ma sai che per il momento hai bisogno di me, Aracs-
Stringi i denti sentendo questo nome, come un riflesso involontario. -Hai accantonato i tuoi impegni per venire a dirmi questo? Dovrei sentirmi onorato-
-Dovresti- conferma Olef, prima di allontanarsi -Oh, il tuo amico si è svegliato-
Mi prendo qualche secondo a guardare le sue spalle allontanarsi, poi rinfodero il coltello e aggiungo la freccia alla faretra, per avvisarmi alla camera dove so essere stato messo Derek.
-Come ti senti? Chiedo, entrando.
Il rosso non ha neanche avuto la decenza di rimanere sdraiato, è seduto appoggiato al cuscino con le braccia dietro la testa.
-Mi hanno detto che non mi hai lasciato diventare un angioletto delle nevi- ribatte lui, sarcastico, con il solito sorrisetto -Sarei stato stupendo, fra parentesi. Vuoi un ringraziamento? Un abbraccio? O preferisci che mi inginocchi?-
Il tono è il solito, negli occhi non c'è la minima traccia della paura per l'accaduto. Me lo aspettavo.
-Dovresti ringraziare Ashton, in realtà. È lui che ti ha portato qui. In bocca, fra l'altro-
-Oh, ecco perché so di cane- Derek ghigna -E dov'è ora il mio caro salvatore?-
Mi rabbuio appena. -Non è qui- rispondo -Se n'è andato-
-Come mai?- inarca un sopracciglio il rosso.
-Non me lo ha detto- faccio un sospiro.
Da una parte sono preoccupato. Siamo nel regno bianco, ora. Non avrei voluto che andasse in giro da solo, è rischioso. Allo stesso tempo, non poteva davvero farsi vedere qui. Sarebbe stato anche più pericoloso.
E comunque, io ho fiducia in lui.
Ritornerà.

LUX

Nel momento in cui il padre di Derek mi carica, il mio corpo e il mio cervello sembrano congelarsi, sotto il giogo della paura.
Il tempo sembra amplificarsi, e io lo vedo distintamente avvicinarsi, la mannaia sollevata per colpire, il volto distorto in un ghigno crudele.
Paradossalmente, mi spaventa più lui che la Lizza che sta cavalcando.
Non riesco a muovermi e, per qualche attimo, si fa strada dentro di me la certezza che morirò. È Nive a salvarmi.
Sento uno strattone, come qualcuno che mi afferra sul retro del collo dell'apertura, e so per istinto che è la mia partner che mi ha afferrato come una madre lupa afferrerebbe il suo cucciolo, e vengo spostata appena in tempo dalla linea di tiro.
La Lizza mi passa di fianco sfiorando appena. Respiro.
Incredibile come pensare di morire, o scappare alla morte per un pelo, ogni volta ribatti completamente l'essere umano.
Il mio respiro si fa di nuovo regolare, la mente lucida. La drammaticità della situazione, che ha indotto il mio panico, all'improvviso mi sprona ad agire. Pianto i piedi saldamente a terra.
-Grazie, Nive- mormoro, dandole un colpetto sul muso per indicarle di lasciarmi andare -ora sto bene.-
Lei si stacca ma rimane dietro di me, accovacciata e pronta a saltare, ringhiando.
Il padre di Derek gira la sua cavalcatura, pronto a caricare di nuovo. Questa volta non mi lascio intimorire dal suo sguardo.
-Io salto a destra, tu a sinistra- sussurro alla mia partner -E attacchiamo dai due lati-
Lei fa appena uno sbuffo, per farmi capire che è d'accordo. La mia mente lavora, frenetica.
Io non sarò uccisa. Nive non sarà uccisa. Sopravviveremo a questo inferno.
Di nuovo la Lizza si lancia in avanti, e sono pronta, questa volta sono pronta.
Mentre la mia lupa si lancia a sinistra io mi lascio quasi cadere a destra, in modo da essere vicina e pronta per contrattaccare. La spada del direttore del carcere, però, segue la mia traiettoia.
Riesco a deviare la sua lama in modo che non mi trafigge il cuore, ma non posso evitare il profondo squarcio che mi apre sul fianco.
Lancio un urlo strozzato, nello stesso momento in cui Nive assale la Lizza dall'altro lato.
La bestia ruggisce appena i denti della mia partner gli affondano nella carne, e si scuote per togliersela di dosso, senza però riuscire a disarcionare il direttore.
Questi distoglie lo sguardo da me e solleva la spada con un sorriso crudele, pronto a colpire. Pronto a uccidere la mia partner.
-No!- urlo con tutto il fiato che ho in corpo, lanciandomi in avanti ignorando totalmente la mia ferita.
Faccio un fendente mirando alla testa dell'uomo, che è costretto a impegnare la spada con la mia e, con mio grande sollievo, lascia stare Nive.
La Lizza però riesce a staccarsela dal fianco, e la fa volare lontano con un colpo di cosa che le apre una ferita sulla zampa, sopra quella che avevo curato prima.
-Nive!- urlo, di nuovo. Urlo il suo nome, fregandomene totalmente del fatto che non dovrebbe averne uno, perché l'unica cosa che conta è che la mia cucciola è stata fatta volar già e è atterrata pesantemente su un fianco. Grazie al cielo si rialza quasi immediatamente, anche se zoppicando.
Quell'attimo di distrazione però mi è quasi fatale, perché il direttore disimpegna la lama dalla mia e fa un affondo.
Mi abbasso appena in tempo, ma mi apre lo stesso una ferita sulla tempia. Cado.
La Lizza subito abbassa il collo, fulmineo, e io ho un rapido scorcio della bocca irta di denti appuntiti che mi viene incontro per mangiarmi. Rotolo di lato, urlando quando i sassi entrano a contatto con il mio fianco ferito.
Mi rialzo, ma barcollo. La perdita di sangue mi ha indebolito, e non vedo più dall'occhio destro a causa di quello che scende dalla ferita alla testa. Devo pensare a qualcosa subito, o morirò.
La Lizza mi carica di nuovo e Nive fa per buttarsi in avanti per fermarla, ma con la zampa ferita non è abbastanza veloce.
Qualcun altro, invece, lo è.
Iron la attacca da un lato, costringendola a deviare il suo attacco in modo che non mi prenda. Leos incrocia la spada con il direttore, il volto aperto in una smorfia furiosa che non gli ho mai visto.
È in piedi sul suo lupo.
È in piedi, e nonostante Iron si muova per azzannato, attaccare e schivare i denti della Lizza lui non cade. Non vacilla nemmeno, ma si muove fluido e con una tecnica che il allenamento non gli ho mai visto usare. Non è mai stato così bravo.
Il suo lupo sembra completarlo, mentre lui completa il suo lupo. Sono in armonia perfetta. Guardandoli mi viene in mente un centauro, l'essere mitologico di cui ho sentito parlare nelle leggende.
Metà umano, metà animale. Un'entità sola. È così che dovrebbe essere un cavaliere con il suo lupo.
E anche se ha un solo anno più di me, Leos ha già raggiunto con Iron questo livello.
Si china prima a destra poi a sinistra, evitando due fendenti del padre di Derek, che gli lasciano solo un graffio sulla guancia, poi fa un affondo che lo raggiunge al braccio. Il direttore lancia un urlo misto a un ringhio, ma non ha tempo di contrattaccare.
Iron, insieme a Nive che lo ha raggiunto, assesta un pesante colpo alla bestia che viene fatta volare qualche metro più in la.
Leos non lo guarda neanche. Si l'Asia cadere seduto sul suo lupo, e corre verso di me. -Stai bene?- Chiede allungando una mano per tirarmi su Iron con lui -Tu e Nive siete ferite, devo tirarvi fuori di qui!-
Annuisco, sfinita, ormai senza forze.
Iron si mette a correre verso le retrovie, appesantito dal mio peso oltre che da quello del suo partner, mentre Nive ci corre al fianco. E per un attimo riesco a credere che siamo salvi, e ci credo davvero.
Poi la testa della Lizza si infila fra i nostri lupo, e spinge via Nive. Urlo, vedendola allontanarsi, ma prima che possa fare qualsiasi cosa la bestia lancia noi dalla parte opposta.
Iron atterra in piedi e fa per girarsi a correre in aiuto della mia partner, che nel frattempo la Lizza sta attaccando.
Nive resiste qualche secondo, poi cade sulla zampa ferita, che non la regge più. Inorridisco.
Non faremo in tempo. Non faremo in tempo, non faremo in tempo.
Ho appena il tempo di pensarlo, che mi sento quasi sfiorare da un vento confortante. Una gigantesca ombra nera mi passa di fianco, oscurandomi la vista per un secondo.
Quando torno a vederci, credo di sognare. La Lizza è di nuovo stata scaraventata via, molto più lontano di quanto prima la abbiano fatto volare Iron e Nive.
E la mia partner, lei sta bene, è viva. E davanti a lei c'è il miglior protettore che abbia mai avuto.
Un gigantesco lupo nero è rotto davanti a lei, dandole le spalle in modo protettivo, ringhiante verso chiunque le si avvicini.
L'intera guerra sembra fermarsi in questo momento, mentre Ashton sembra dichiarare apertamente che ucciderà chiunque oserà toccare la sua compagna.

Wolf's Knights - The Black Wolf        (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora