LUX
Il tipico brusio dato dalle chiacchiere e dal rumore del lavoro della gente, che caratterizza ogni villaggio in cui sono stata, sembra azzittirsi mentre la gente ci nota.
Non è il solito silenzio ammirato, che solitamente è seguito da un brusio ancora più concitato, ma è un silenzio incredulo, quasi diffidente.
Se di solito gli sguardi si concentrano su Jeis e Dow, un lupo adulto e il suo cavaliere, fieri e regali come pochi, inaspettatamente oggi vengono quasi ignorati.
Gli occhi di tutti sembrano invece seguire Giafa e Sef, che aprono il corteo.
Lancio un'occhiata alla mia amica.
Ostenta un comportamento fiero e una posizione dritta sulla sella del suo lupo, quasi impettita, e sembra che niente di ciò che ci circonda la tocchi.
Eppure so che non è così.
Dietro la sua apparente sicurezza, il suo colorito è molto più pallido del solito, e si sta mordendo l'interno della guancia, gesto che ho imparato a ricondurre al nervosismo per tutte le volte che l'ho messa alle strette in un combattimento.
Vorrei dirle qualcosa, ma ho paura che le mie parole non la raggiungerebbero. E poi, se parlassi, le parole sembrerebbero risuonare in questo silenzio innaturale.
È mio fratello a prendere in mano la situazione, smontando da Jeis appena arrivati al centro del villaggio, e mostrando le mani in segno di pace alla gente che si è radunata al nostro arrivo.
-Salve- esordisce, con il sorriso spontaneo che da quando ho memoria adorna il suo volto, ispirando istintiva simpatia da parte dei coetanei e, spesso, affascinando le ragazze. Le persone che stavano ancora fissando Giafa si girano verso di lui.
-Non siamo qui con intenzioni ostili. Siamo in viaggio alla ricerca di un nostro compagno, e cerchiamo un posto dove poter riposare, rifocillarci e avere delle informazioni. Sareste così gentili da indicarci dove possiamo trovare queste cose?-
Mentre mio fratello parla mi guardo intorno, studiando il posto. Quando Giafa ha descritto il villaggio, non ha detto niente di falso o sbagliato.
È davvero un posto semplice, dove sembra non esserci neanche l'ombra della guerra. I bambini ci guardano, curiosi, nascosti da dietro le gambe delle loro madri. Indirizzo un sorriso a uno di loro, che subito si nasconde, timidamente. Mi viene da sorridere più ampiamente, intenerita. Questo villaggio sembra davvero un simbolo di pace.
Nel frattempo, alla richiesta di mio fratello, si è fatta avanti una donna.
All'inizio non le presto molta attenzione, intenta come sono a studiare il posto, ma quando sento Giafa trattenere il respiro, e Leos esprimersi in un'esclamazione stupita, mi comcentro su quella.
E per un attimo trattengo il respiro anche io.
La donna che è venuta avanti è alta e longilinea, ma gli occhi verdi, i capelli castani e i lineamenti del viso la rendono un'immagine identica ma invecchiata della mia migliore amica.
-La mia casa ha posti sufficienti per accogliervi, stranieri- dice con un sorriso -Anche se temo che non ci sarà posto per i vostri lupi. In ogni caso, a nome di tutti vi do il benvenuto-
-Ti ringrazio- risponde Dow, educatamente.
La donna annuisce, poi si gira verso Giafa, e i suoi occhi si riempiono di lacrime e commozione. -Bentornata mia piccola stella-
E la mia migliore amica, sempre allegra e con la risposta pronta, sembra non avere parole per replicare. Alla fine, riesce a ricacciare in fondo il blocco che le si era formato in gola, ed esala due parole.
-Ciao, mamma...-***
Pochi minuti dopo siamo tutti seduti intorno al tavolo della casa della madre di Giafa.
I lupi, come previsto, sono rimasti accucciati fuori dall'edificio, ma sicuramente non soffriranno il freddo. Il clima è mite, e inoltre hanno il loro pelo a proteggerli.
La cucina è rustica, come il resto dell'edificio, e mi piace molto. Tuttavia, l'aria è così carica di tensione che non riesco a godermi a pieno l'ambiente.
La madre di Giafa, che ci ha detto di chiamarsi Ruth, guarda fuori dalla finestra, mentre la mia amica è seduta di fianco a me, se possibile più rigida di quanto non fosse alla nostra prima battaglia.
Non ha toccato neanche il piatto che la madre le ha messo di fronte, e guarda un punto nel vuoto da quando sono qui.
Sono davvero preoccupata per lei.
-Mio marito sarà presto di ritorno dal lavoro- dice Ruth a un certo punto, facendomi sobbalzare -Sarà lieto di avere ospiti. E sicuramente sarà molto felice di rivederti, Giafa. Abbiamo atteso tutti il tuo ritorno-
-Lo so- risponde lei, e non dice altro.
La madre non fa niente per sollevarla dallevidente disagio in cui si trova.
Seguono altri istanti di silenzio. Ad un certo punto non resisto più.
-Chiedo scusa, avrei bisogno di usare il bagno- dico, alzandomi con un sorriso che sicuramente risulta falso -Mi accompagni, Gia? Questa è casa tua in fondo-
E prima che possa rispondere qualsiasi cosa, l'ho già presa per un braccio e trascinata fuori dalla cucina.
-Il bagno è dall'altra parte- mi annuncia lei, vedendo che la sto conducendo alla porta d'ingresso.
-Fa niente. Usciamo- rispondo io. Questa casa la mette a disagio, si capisce, e io voglio parlarle senza che sia così allerta.
Per questo motivo la sto portando da Sef.
Conosco Giafa. Ogni volta che la vedo immergere le mani nella pelliccia beige del suo lupo, è come se un balsamo tranquillizzante scendesse su di lei. Spero funzioni anche questa volta.
Fortunatamente, come previsto, appena la mia amica vede il suo partner sembra quasi rilassarsi.
Le do tempo di riprendersi solo qualche secondo.
-Forza, spara- dico poi -Cosa c'è che non va? Non può essere solo il nervoso di essere tornata-
-È quello- mugugna lei -Mia madre è una cosa, ma mio padre... lui penserà che sono tornata perché ho fallito e che dovrò accettare quello che vuole lui, ne sono sicura-
-E tu quando arriva digli che non è così- dico, tranquillamente -Non capisco quale sia il problema. Cosa ti spaventa?-
Giafa esita, tentenna ancora, e alla fine emette un profondo sospiro. Da questo capisco che è pronta a raccontare.
-Non ti ho raccontato tutto della mia storia quando ci siamo incontrate per la prima volta- dice infatti -Il motivo per cui ho voluto a tutti i costi andarmene, diventare cavaliere. D'altronde ci conoscevamo appena.
Questo villaggio può sembrare un paradiso rispetto alla guerra, è vero. Ma è sempre stato una prigione per me.
Se sei una ragazza.. Non puoi decidere nulla. Il padre detiene la tua proprietà, come se fossi un oggetto, o un capo di bestiame.
Fin quando ho avuto dieci anni questa era la mia normalità, poi... un giorno è passato un manipolo di cavalieri qui nel villaggio, cavalieri come siamo noi, ora.
Alcuni di loro erano femmine, ma non c'era alcuna differenza per questo. Erano trattate alla pari, erano... libere-
Un piccolo sorriso le increspa il volto al ricordo, forse il primo della giornata -Da quel giorno ho deciso che volevo diventare un cavaliere dei lupi anche io-
Sorrido anche io, riconoscendo la mia amica nell'ultima parte del discorso. Sicuramente suo padre non era d'accordo, eppure lei lo ha fatto. È venuta via a piedi, ha lottato, è arrivata all'Accademia.
E ora è qui, futuro luogotenente di un futuro ufficiale.
Non mi sembra possibile che una volta questa irriverente ragazza sia stata sottomessa a qualcuno. Eppure, ora, il suo sguardo è triste e tormentato come non lo avevo mai visto.
-Pensi che possa provare a trattenerti ancora qui?- chiedo, gentilmente -Sei un cavaliere ora, come quelli che hai visto da bambina. Sei libera-
Giafa scosse la testa, piano. -C'è un'altra cosa- dice. Poi solleva gli occhi su di me.
-Lux, i genitori si amavano? Hanno scelto loro la loro vita?-
Rimango basita per la domanda. -Io.. certo.. Credo di si- farfuglio -Anche i tuoi, no? Perché questa domanda?-
Prima che lei possa rispondere alcunché, però, una voce roca e gutturale ci interrompe.
-Giafa?-
Mi giro di scatto, e così fa lei. Un uomo non molto alto, ma tarchiato e muscoloso, ci sta fissando.
Dietro di lui un ragazzo con i capelli biondicci attaccati alla fronte sudata, la bocca e il naso storti, ci guarda con la stessa intensità.
Quando l'uomo capisce che si, quella che ha davanti è proprio Giafa, parla di nuovo. -E così sei di nuovo qui-
Lei deglutisce. -Si, padre- risponde, confermando così i miei sospetti sull'identità di quello.
-Come avevo previsto- risponde lui. Poi si gira verso il ragazzo e dice le ultime parole al mondo che mi sarei aspettata di sentire.
-Hai visto, Gunther? Ti avevo detto che tua moglie sarebbe tornata-
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Wolf's Knights - The Black Wolf (#Wattys2016)
Fantasy*Sequel di: "Wolf's Knights - Brothers"* Ci sarà una guerra che stravolgerà le sorti della regione. Due regni in conflitto per motivi uguali. Famiglie piangenti per le perdite e generali trionfanti per le vittorie. Saranno due lupi a mettere fine a...