Cap 10

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Il mondo sparisce per qualche istante, mentre io fisso il padre di Derek e riccio i ricordi.
L'ultima volta che l'ho visto era quella notte in cui abbiamo liberato mio fratello, e lui si sporgeva dal balconcino della prigione urlandoci di liberare suo figlio, e che ce l'avrebbe fatta pagare.
Il suo volto, freddo e crudele, è tale e quale ad allora. L'ansia, la paura e l'immagine delle ferite di mio fratello, ormai concretizzate, mi tornano alla mente con la forza di un pugno.
Barcolla. Respiro.
Non si è accorto di me, almeno per ora.
-Lux? Mi sto preoccupando- mi chiama per l'ennesima volta Giafa.
Provo a riscuotermi.
-Io conosco quell'uomo..- boccheggio -Quello in sella alla Lizza. Lo conosco. Dirigeva il carcere dov'era rinchiuso mio fratello. E ha giurato di ucciderci-
Lei volta subito lo sguardo in quella direzione, e all'improvviso sembra spaventata quasi quanto me. -Oddio. Non ti ha visto, vero?-
-Non ancora...- confermo, mio malgrado per niente rassicurata -E non deve assolutamente vedermi. Né me né Nive. Soprattutto non Nive-
-Allora cosa facciamo?-
Rifletto in fretta. -Semplice. Devo tenermi lontana da lui. Se carica a sinistra, ci buttiamo a destra. Se carica a destra ci buttiamo a sinistra-
-Mi piace come piano- approva Giafa. -Semplice, efficace. E naturalmente cerchiamo di rimanere vive anche questa volta per raccontarlo-
-Mi sembra ovvio- ribatti, con un mezzo ghigno molto forzato.
In questo momento suona il segnale dell'attacco, e i due schieramenti scattano in avanti.
Il direttore carica esattamente al centro.
Lancio un'imprecazione a mezza voce, guardandomi attorno. Ovviamente non poteva essere così facile.
-Là!- esclamo, individuando un varco nella nostra formazione a sinistra, da cui posso sia allontanarmi dal direttore che difendere chi combatte con me. E mi lancio.
All'inizio avrei preferito non stare in prima fila come faccio sempre, visto che è la prima battaglia ufficiale di Nive, ma ora tenerla lontano dal direttore è molto più importante. E poi, lo vuole anche lei.
Lo sento. In questo momento i suoi desideri sono uguali ai miei. Stare davanti, combattere, vivere. E proteggere tutti coloro che imbattono insieme a noi.
È questo il compito di un ufficiale. E anche se ancora non lo sono, è già il mio compito.
E Nive combatte con me.
Un cavaliere, da sopra il suo lupo, mi lancia un'occhiata stranita quando lo affianco.
-Allora è vero quello che si dice di te, ragazzina!- urla sopra il rumore degli eserciti -Cerchi sempre la prima fila in battaglia-
Malgrado la situazione, sorrido. -Sono già così famosa?-
-Diciamo che è strano vedere una diciassettenne con tanta fretta di morire!-
-Ti sbagli!- urlo in risposta -Io voglio vivere con tutta me stessa! Ma voglio anche che i miei compagni restino vivi per festeggiare con me, ed è per questo che sto sempre davanti a loro!-
E poi, arriva l'urto.
Per quante battaglie potrò combattere, non credo che mi abituerò mai all'impatto contro il primo nemico, né capisco come facciano gli altri ad abituarcisi.
Un Nero mi viene addosso correndo, e ci scontriamo cozzando violentemente le nostre armi, con un urlo per caricarci ulteriormente.
L'avversario con cui incrocio la spada è un uomo massiccio, grosso il doppio di me, e l'urto mi fa barcollare. Prima che lui possa trarre vantaggio dalla situazione, Nive gli è già addosso.
Sorrido lievemente, anche se è un sorriso amaro. La mia cucciola è davvero brava.
Mi lancio nella mischia, schivando, parando e portando gli attacchi nel modo più fluido possibile. E dopo pochi secondi la mia lama è di nuovo bagnata di rosso.
Man mano che la battaglia va avanti, mi dimentico dell' ansia che mi da la presenza del padre di Derek.
Quello che conta è combattere, e vincere, e vivere un giorno ancora.
Mi districo fra un avversario e l'altro, colpendolo, lasciandomeli alle spalle e riportando tante piccole ferite, ma grazie al cielo nulla di grave. La mia partner non si stacca un secondo dal mio fianco, coprendo tutti i miei punti ciechi, mentre io copro i suoi.
Sembriamo nate per combattere insieme. E dopotutto, forse, è proprio così.
Schivo la frusta di un nemico che prova a colpirmi e la trancio con la spada. Nive gli salta addosso, definendolo. Non assisto alla scena; sono già passata al prossimo avversario.
Avverto vagamente la presenza di Giafa e Set dietro di me che combattono a loro volta, mentre Leos, in sella ad Iron, è dall'altra parte dello schieramento rispettoso a me.
Sto lottando con un Nero armato di due pugnali, quando vengo distratta dal mugolio dolorante di Nive.
Un soldato è riuscito ad aprirle uno squarcio nella zampa destra anteriore. Il sangue gocciola a terra.
Non lascio a quell'uomo neanche il tempo di pentirsene.
Mentre cade a terra, senza testa, mi inginocchio in fretta a fianco del mio lupo. -Stai bene? Riesci a camminare?- chiedo, ansiosa.
Tiro un sospiro di sollievo nel verificare che la ferita, anche se sanguina copiosamente, non ha intaccato nervi o tendini.
Mi strappo un pezzo di maglia sotto la cotta per fasciarla frettolosamente, poi mi alzo di nuovo.
-È tutto okay- comunico, con un sorriso. -Guarirai di sicuro-
Nive però non mi sta guardando. Fissa un punto alle mie spalle.
Dapprima penso che stia solo studiando il campo, ma già alla seconda occhiata mi accorgo che c'è qualcosa che non va.
La sua postura è rigida, le orecchie tese all'indietro e i denti scoperti in un ringhio. La posizione è quella della minaccia, ma dal suo sguardo trapela timore.
Di colpo sento come un brivido gelido anche io, che mi scorre giù per la nuca.
Mi giro di scatto, per incrociare due occhi verde marcio che mi scrutano da lontano.
E impallidisco.
Il padre di Derek aspetta che io mi accorga totalmente del fatto che mi ha notato, che questa consapevolezza si faccia strada verso di me.
Solo allora si concede un sorriso sadico. E sprona la sua Lizza a caricarmi.

Wolf's Knights - The Black Wolf        (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora