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Sono seduta su quella pietra da un'ora, guardando dentro quella spaventosa rete di alberi. Il mio stomaco inizia a farmi male, ho fame, per la fretta ho saltato la cena e ora ne pago le conseguenze. Mi alzo incerta sul da farsi e alla fine la fame ha la meglio. Il parco sembra deserto e la luce dei lampioni illumina lievemente la metà delle panchine. Lo attraverso a passo svelto e mi dirigo verso una luminosa insegna colorata. A quest'ora mi stupisce che un bar sia ancora aperto, beh, non mi importa. Entro nel locale, le pareti sembrano scavate nella roccia, e i pavimenti sono di legno verde scuro, scricchiolanti ad ogni mio passo. I tavoli sono grandi panche di legno e nell'ambiente risuona una leggera musica country. Metà dei tavoli sono già occupati, cammino fino all'angolo della sala e mi siedo in un angolo, sotto il bancone a caratteri cubitali appare la scritta "The Wood" il nome del locale, penso. Come il bosco...forse si chiama così per il bosco. Un ragazzo poco più grande di me si avvicina con un taccuino e mi dice scherzosamente:-Una giovane ragazza qui? Non è una cosa da tutti i giorni!- sforzo un sorriso, non sono dell'umore migliore per scherzare. :-Cosa ti porto?- mi chiede prendendo una penna. Opto per un panino al formaggio e salame piccante, e lo divoro in pochissimo tempo. Ordino un bicchiere di acqua fresca e infine pago ed esco. Ormai in giro non c'è nessuno, e io tengo stretta la mia borsa allontanandomi dal bar. Mi risiedo su quella maledetta roccia, guardandomi intorno tremante. Passano due ore, ma decido di aspettate ancora un po'...aspetto e aspetto, e tra un ora e l'altra si fanno le due del mattino. Inizio a piangere, e corro verso la centrale di polizia, un poliziotto spaventato mi viene incontro chiedendomi cosa è successo, spiego brevemente l'accaduto e tra un singhiozzo e l'altro mi ritrovo a casa, con le parole del poliziotto in testa:-Lo andremo subito a cercare, non preoccuparti.- spero con tutto il cuore che lo ritroveranno, devono farlo. Inizio a pensare che sia tutta colpa mia. Non avrei dovuto permettere che entrasse, avrei dovuto dirgli quello che sapevo, a costo della mia vita. "Stupida" penso in lacrime. Prendo il telefono e chiamo Ethan:-Eri che succede?- scoppio nuovamente a piangere. :-Arriviamo- dice riattaccando. Esco fuori e li aspetto sul marciapiede, quando li vedo in lontananza gli corro incontro, con il viso invaso dalle mie lacrime. :-Che succede?- chiede Aiden. :-Dylan...è entrato nel bosco e non è più tornato, ho avvisato la polizia- dico preoccupata. Aiden e Ethan mi abbracciano e io piango sulle loro spalle. Entriamo in casa e dopo aver smesso di singhiozzare chiedo:-Voi non vi trasformate?- :-Siamo nati così, riusciamo a controllarci!- esclamano. Annuisco, e sul divano mi addormento sognando un lupo che si trasforma.
Mi sveglio con sopra una coperta, metto a fuoco il luogo intorno a me, sulle poltrone Aiden e Ethan dormono profondamente. Papà è già andato al lavoro e io approfitto di questo momento per andare alla centrale di polizia. Arrivo e seduta nella sala vedo la mamma di Dylan con un fazzoletto tra le mani, mi avvicino a lei un po' titubante. :-Signora O'Brien.- sussurro sedendomi vicino a lei. :-Tesoro!- esclama abbracciandomi con foga, pensavo fosse arrabbiata con me, invece mi è più vicina che mai. :-È colpa mia- dico con gli occhi lucidi. Scuote la testa e dice calma:-No cara, non è colpa tua- cerco di ribattere ma non faccio altro che confondere le cose, così rimango in silenzio. Il poliziotto arriva con una faccia afflitta, oh no. Conosco quella faccia è la stessa che il bidello aveva quando è venuto a scuola, per accompagnarmi da mio padre, il giorno che mia madre mi lasciò. :-Non è stato trovato, le ricerche non termineranno qua- la madre annuisce ringrazia e si offre per accompagnarmi a casa, non apro bocca per tutto il tragitto, riesco solo a pensare alle cose terribili che sono successe. Lo troveranno, devono farlo. Penso. Ringrazio la signora O'Brien e scendo dalla macchina, rientro in casa e i due dormono ancora. Mi sdraio sul divano e mi copro fino alla testa. Devo superarlo, avevo promesso di iniziare un nuovo anno felice e spensierata, mi concedo qualche giorno per riflettere ma devo vivere allegra.
Più tardi mi sveglio, Ethan è davanti a me:-Finalmente!- esclama. Guardo l'orologio, sono le tre del pomeriggio. Sul tavolino davanti al divano mi aspetta un piatto con una zuppa, credo all'interno. Mi metto a sedere, e guardo quei due ingozzarsi di quella roba dai loro piatti quasi vuoti, :-Grazie- dico prendendo un cucchiaio:-Come va?- chiese Aiden sedendosi vicino a me:-Male- rispondo con troppa sincerità. Annuisce e mi rassicura:-Andrà bene- Vorrei tanto credergli ma mi viene impossibile farlo. So che non andrà bene, me lo sento e non l'idea di non poter fare niente mi consuma fino a farmi pensare di dover entrare nel bosco e cercare, fino a trovare lui. :-Io ci andrò- penso a voce alta posando il piatto con la posata. Aiden e Ethan mi guardano confusi:-Cosa?- chiedono. :-Io andrò a cercarlo- ripeto alzandomi:-Si, ci andrò- urlo. Aiden mi prende per le braccia mentre io continuo a divincolarmi con forza, ma senza ottenere nulla. :-Non puoi. Firmeresti la tua condanna a morte.- continua a dire. Sta dicendo che Dylan è...No. Vedo tutto sfuocato e mi accascio tra le braccia di Aiden. :-Lui non è morto.- sussurro prima di cedere.
Autrice:
Beh...ehm... Dylan...Eh eh eh...
Spero vi piaccia,
Baci bacini,
D.S.

The Wood||Dylan O'Brien||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora