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:-È tutto okay?- mi chiede Dylan con un accenno di stanchezza. Annuisco e riprendo a correre verso ogni singolo rumore che riesco a percepire. Siamo ormai due settimane che cerchiamo un branco, un alpha, ma le nostre ricerche non hanno mai avuto successo, Aiden si è ripreso velocemente e facciamo i turni per ricercare nel bosco. Non si è più rivolto la parola con Dylan nonostante le mie continue intimazioni, e ora evitano accuratamente di guardarsi negli occhi. Un piccolo squillo, indica che le due ore sono passate:-Andiamo- dice lanciando un occhiata all'orologio che ha smesso di squillare. Ripercorriamo la strada di ritorno in silenzio, come di consueto, la strada è ormai solcata in varie direzioni dalle nostre impronte. :-Non troveremo  mai qualcuno Dylan..io penso che ormai continuare è inutile..- dico sbuffando. Mi sono un po' stancata di cercare e cercare senza trovare mai niente, credo che ormai abbiamo setacciato ogni centimetro e non abbiamo trovato niente, di niente. Dylan intanto si passa la mano tra i capelli e risponde:-Non lo volevo dire ma anche secondo me sta diventando inutile- annuisco:-Dovremmo dirlo ai gemelli- affermo e riprendo a camminare silenziosamente, immersa tra le mie ipotesi del perché non abbiamo trovato nulla. Arriviamo al confine vicino al parco e subito vedo i capelli biondi dei ragazzi che ci raggiungono:-Allora?- chiedono in coro guardandomi. Scuoto la testa e incrocio le braccia:-Io penso che..- inizio ma Ethan mi interrompe:-Lo so- credo che abbia capito. Dylan mi mette un braccio intorno al collo, insiste, nonostante gli ho ripetuto che una pausa di riflessione sarebbe stata meglio:-Dylan..- lo richiamò per fargli capire, fa finta di non sentire e mi trascina verso il sentiero che porta al centro della città. Mi guardo intorno e vedo che i gemelli ci seguono, abbozzò un sorriso verso Aiden che ricambia con uno sguardo deliberatamente infastidito. :-Tutto okay?- chiede Dylan guardandomi, annuisco poco convinta e accelero il passo, mi scrollo dalle spalle il braccio di Dylan:-Ehi- mi dice aprendo le braccia. Lo ignoro e raggiungo il cancello di casa mia che apro e richiudo in un attimo per poi entrare a casa e buttarmi sul divano. Perché Dylan non capisce che ho bisogno di spazio? Perché non lo capisce anche Aiden? Perché non lo capisce nessuno? Mi premo un cuscino sulla faccia e chiudo gli occhi cercando di far uscire tutto dalla testa, ma è inutile. Che silenzio. Un silenzio così fitto e allo stesso tempo così inquietante. Mi alzo e lancio con forza il cuscino vicino al bracciolo del divano, vado in cucina e apro il frigo, il cibo è l'unico che non mi delude mai. La finestra della cucina si spalanca all'improvviso:-Oddio- urlo voltandomi di scatto, mio padre mi guarda e ride:-Sono solo io- afferma con un sorriso. :-Tesoro, mi dici a che ora è l'appuntamento domani? Quello per il medico-annuisco e guardo il calendario vicino alla porta, scorro il dito tra le date e nel giorno di domani sono scarabocchiate delle parole "Ore 17:30 app. Medico" mentre leggo noto che vicino al numero del giorno c'è disegnata una piccola luna. All'inizio non ci faccio caso ma mentre mi giro realizzo che quel disegno significa che quel giorno ci sarà la luna piena. Domani. Mi appoggio al tavolo con entrambe le mani:-Stai bene?- mi chiede mio padre preoccupato. Deglutisco e alzo il viso arrosato verso di lui:-Si..comunque domani è alle 17:30- dico veloce per poi uscire dalla stanza. Cerco il telefono, e premo subito la cornetta verde che compare accanto al nome di Ethan, squillo, squillo e la sua voce risponde poco dopo:-Ethan, domani c'è la luna piena, come faccio, cosa faccio...DEVI AIUTARMI- quasi urlo le ultime parole, in preda al panico:-Ehi ehi, tranquilla...domani vieni a casa nostra e starai con noi...okay?- mugolo un si e spengo il telefono. Mi aspettavo di ricevere almeno un piccolo consiglio, ma mi accontento, credo che sappia quello che dice..! Non perdo tempo, e subito apro il computer, cerco qualunque cosa mi passa per la mente ma non riesco a tranquillizzarmi. Poggio la testa sul letto, e subito mi addormento.
:-Ehi..- un sussuro mi sveglia dolcemente, senza aprire gli occhi mugolo, e con la mano lancio un piccolo colpo sulla guancia di chiunque sia accanto a me. Sento una leggera risata e una carezza sulla mia fronte:-Sei bellissima- sorrido a quelle parole. Mi sento così strana, sto sognando? Apro gli occhi e davanti a me Dylan mi guarda con un sorriso contagioso, poggio una mano sulla sua spalla per poi abbracciarlo e stringerlo a me:-Ho paura- confesso strizzando gli occhi. :-Non devi, ti starò accanto tutto il tempo- :-Dylan...- sciolgo l'abbraccio a malincuore sentendo già la mancanza delle sue braccia. :-Ti amo- dice avvicinandomi nuovamente a lui, volto la testa e le sue labbra sfiorano la mia guancia, chiudo gli occhi per un attimo e dopo un leggero fruscio li riapro scropendo di essere di nuovo sola.
Mi preparo velocemente e raggiungo Aiden nel punto prestabilito:-Come stai?- mi chiede Aiden appena mi vede. :-Beh...non sono tranquillissima- affermo strofinandomi i palmi delle mani. Annuisce e mi fa cenno di seguirlo. Mi accompagna in una piccola struttura color giallo sbiadito. Apre un piccolo cancelletto malandato di legno verniciato abbastanza male. Con un cigolio si spalanca al tocco di Aiden ed entrò nel piccolo sentiero di piccole pietre, mi conduce all'interno della struttura. Mi fermo sulla soglia, davanti a me trovo una piccola stanza rettangolare, con le pareti colorate e delle mattonelle di marmo chiaro. Al centro della  stanza vedo un divano e un grande tappeto bianco. :-Dai andiamo- dice Aiden tirandomi per il braccio verso destra, distolgo lo sguardo dalla stanza e lo soffermo su una botola aperta sul pavimento. Aiden scende e mi fa cenno di seguirlo, vado con lui e mi ritrovo in una stanzetta quadrata, illuminata solo da una piccola lampada appesa al soffitto, tutta la stanza è composta da pareti e pavimento di legno scuro e rovinato ma la cosa che mi colpisce di più sono delle lunghe catene, con aggiunta di strane manette, attaccate a loro volta su un pannello di ferro sulla parete. :-C-cosa sono?- chiedo titubante, guardandomi ancora intorno:-Precauzioni- risponde Ethan uscendo dalla penombra da un angolo della stanza. :-Ethan!- esclamo portandomi una mano al cuore dallo spavento. Ridacchia e mi raggiunge:-Tranquilla- mi rassicura carezzandomi il braccio. :-Allora...manca ancora qualche ora, andiamo di sopra a mangiare qualcosa?- domanda Aiden. Annuisco e ritorniamo del salotto al piano terra. Mi accomodo sul divano e bevo un po' d'acqua, cerchiamo di allentare la tensione parlando del più e del meno:-Ti va qualche altra cosa da mangiare?- mi chiede Ethan. Scuoto la testa e mi alzo per sgranchire le gambe. Ad un tratto un rumore simile ad un telefono interrompe i miei pensieri:-È il campanello...ma chi sarà?- chiede Aiden andando alla porta:-Che vuoi?- lo sento urlare verso qualcuno:-Erica è qui?- chiede una voce familiare, Dylan. :-Si, perché?- :-Voglio vederla- Aiden scuote la testa infastidito e si scosta dalla soglia della porta per farmi passare. Raggiungo Dylan e dico:-Ehi...dimmi- :-Tutto bene?- mi chiede prendendomi la mano. Annuisco poco convinta e abbasso lo sguardo, ripensando a quello che è successo poco prima, dormivo o è successo davvero?  :-Emh...q-questo pomeriggio ci siamo già incontrati per caso?- chiedo, pensando alla domanda un po' stupida. Dylan sorride e si avvicina a me:-Già...- sorrido imbarazzata e riabbasso lo sguardo. :-A domani- dico girandomi. Torno in casa e mi riaggomitolo sul divano:-È successo qualcosa?- chiede Aiden:-No, no tranquilli- rispondo. Ethan lancia uno sguardo alla finestra:-Iniziamo a scendere? Mi sembra ora- il momento tanto atteso è ormai arrivato. Ripercorriamo la strada per raggiungere la cantina e subito il panico prende il sopravvento. Inizio a sudare, il cuore batte così forte, sembra voler scappare. Aiden mi aggancia le "manette" alle caviglie e ai polsi, infine controlla che le catene reggano abbastanza. Mi siedo poggiando la schiena alla parete di legno. :-Speriamo reggano..noi non ne abbiamo più bisogno da un bel po'- sento a malapena quello che dicono, sento le orecchie fischiare e gli occhi paiono andare a fuoco dal bruciore. Inizio a sentire solo voglia di correre, urlare, sfogarmi. Sento voci che mi chiamano, ma le ignoro, graffio il pavimento con tutta la forza e cerco in ogni modo di strappare le catene. Ci sono, le sento sempre più vicine al punto di rottura. Poco prima del mio intento, un bruciore sulla schiena mi fa raggomitolare sul pavimento, urlo, contraggo ogni singolo muscolo dal dolore, è così forte, troppo. In questo momento posso, continuare a lottare, strappare le catene e scappare via da tutto per trovare un sollievo inconfondibile, o restare qui a soffrire. Lotterò per la seconda opzione.

The Wood||Dylan O'Brien||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora