Apro gli occhi e subito mi sento completamente indolenzita, la stanza è tutta buia e le catene ai polsi e alle caviglie sono sparite lasciando dei segni rossi. Mi metto a sedere e subito un forte dolore sulla pancia mi costringe a rimettermi sdraiata, qualcuno apre la porta lasciando entrare un po' di luce nella camera. La luce si accende rivelando la cantina con pareti e pavimento di legno, :-Erica Erica- dice una voce roca. Mi stropiccio gli occhi e Aiden mi viene vicino, mi aiuta ad alzarmi ma le gambe non mi reggono. Ricado sul pavimento, arriva anche Ethan e mi prendono in braccio, mi adagiano sul divano e mi poggiano la testa su un cuscino:-Cosa...è S-successo?- chiedo sopportando il bruciore alla gola. :-Diciamo che siamo a stento riusciti a trattenerti- risponde Aiden grattandosi la testa pensieroso. La stanchezza prende di nuovo il sopravvento e mi addormento nuovamente.
:-Buon giorno- mi saluta Ethan seduto vicino ai miei piedi:-Buon giorno- dico scoprendo che il bruciore alla gola è sparito. Provò anche ad alzarmi e mi accorgo di ritrovarmi in ottima forma:-Che ore sono?- chiedo :-Sono le due del pomeriggio- risponde porgendomi un bicchiere d'acqua e un intruglio che pare assomigliare ad una zuppa. Mangio tutto in fretta e furia e vado in bagno, mi guardo allo specchio e noto la mia espressione stanca, le occhiaie molto evidenti e i miei capelli sudaticci e completamente spettinati. Faccio una doccia e mi pettino velocemente, trovò sullo sgabello dei vestiti puliti, una larga maglietta nera e dei jeans molto larghi. Decido di indossare la maglietta nera ma lascio perdere i pantaloni i troppo larghi. Esco dal bagno e subito Aiden sorride:-I pantaloni erano troppo larghi eh?- chiede ridacchiando, annuisco e indico la maglietta:-Grazie...te la riporterò al più presto- cammino verso la porta e dico:-Mi dispiace per stanotte...- :-Non devi, hai ceduto subito, dopo aver quasi rotto le catene- mi rassicura Ethan. Annuisco e abbasso la maniglia:-Ora vado a casa...a più tardi- mi salutano in coro e mi incammino verso casa. Nel tragitto Dylan mi viene incontro:-Erica, santo cielo, come stai?- mi chiede abbracciandomi:-Ora sto bene, Dylan.- dico sciogliendo l'abbraccio. Mi fissa da capo a piedi e sofferma il suo sguardo sulla mia maglietta:-Chi ti ha dato la maglietta?- mi chiede senza distogliere lo sguardo:-Aiden, la mia era tutta rovinata- dico incrociando le braccia:-Che carini! Ora vi scambiate anche l'abbigliamento, come funziona? Domani lui mette i tuoi jeans?- chiede sarcasticamente:-Molto spiritoso- dico fingendo una risata:-Ora se non ti dispiace vorrei tornare a casa- dico spostandomi per passare:-Ti accompagno- dice affiancandosi a me:-Non ho bisogno della scorta- ribatto bruscamente accellerando il passo. Continuo a camminare senza accorgenrmi in un primo momento che Dylan si è fermato a sulla strada e mi guarda da lontano. Sono tentata dal fermarmi ma decido di continuare a passo svelto. Torno a casa e mio padre mi accoglie preoccupato:-Che fine avevi fatto?- :-Sono rimasta a dormire da
...Alice!- esclamo stropicciando gli occhi, sembra sul punto di fare una scenata isterica ma lascia cadere le braccia e si limita a dire:-Va bene ma..la prossima volta avvisa- annuisco e vado in camera mia, dove seduto sul letto trovo Dylan. Trasalisco appena lo vedo e mi avvicino a lui:-Che ci fai qui?- chiedo chiudendo piano la porta. :-Erica, perché ti comporti così con me?- mi chiede alzando lo sguardo:-In che senso?- ribatto sbuffando:-Mi eviti- dice alzandosi dal letto:-Io non ti ev...- inizio ma mi interrompe:-No no, tranquilla- dice arrabbiato per poi uscire dalla finestra senza lasciami aggiungere altro. Sono stanca per litigare o inseguirlo, cosi opto per rimandare la questione a domani, mi sdraio sul letto ma non ho sonno, così rimango a occhi chiusi a lasciare che i miei pensieri mi inondino la mente. Non lo sto evitano...o forse sì? Non riesco a sopportare il fatto che ha fatto ciò che ha fatto a Aiden solo perché si è arrabbiato, poteva ucciderlo. Inoltre sto passando un periodo un po' strano per me, insomma, sono un lupo mannaro, una cosa che se la dicessi a qualcuno probabilmente finirei in un ospedale psichiatrico. La porta si apre e mio padre entra nella stanza:-Hai visite- dietro di lui Isaac entra nella stanza:-Isaac?- urlo alzandomi dal letto. Corro ad abbracciarlo:-Isaac- ripeto ancora. Mio padre ci lascia soli e io mi risiedo sul letto con un sorriso raggiante:-Mi sono comportato da vero stupido Erica, me ne sono andato quando tu avevi più bisogno di me...non ho scuse- dice dispiaciuto abbassando lo sguardo ai suoi piedi:-Non ti preoccupare- lo rassicuro senza far scomparire il mio sorriso:-Ora va tutto bene...- alza di nuovo lo sguardo e accenna un sorriso:-Quindi mi perdoni?- chiede speranzoso, annuisco:-Certo- mi abbraccia e io ricambio. In quel momento qualcuno irrompe nella stanza, e chi poteva essere se non...:-Dylan?- Isaac si allontana da me mentre Dylan diventa tutto rosso e sbarra gli occhi:-Scusate...- dice chiudendo la porta. :-Aspetta!- esclamo correndogli dietro:-Dylan, Dio mio aspetta!- si ferma solo quando gli strattono il braccio in giardino:-DYLAN, mi spieghi che fai?!- si gira, alza gli occhi verso il cielo e risponde infastidito:-Niente, piuttosto, TU che fai?- scuoto la testa:-Io non...- Isaac ci raggiunge:-Benissimo- bisbiglia Dylan:-Tutto bene?- chiede mettendosi davanti a me. Io dico di si proprio mentre Dylan dice di no. :-Isaac, ci sentiamo...- Dylan annuisce e continua:-Si vi sentite, ciao adesso- fa un cenno ad Isaac come per dire di andarsene:-Senti, tu non mi dici cosa fare- ribatte Isaac a Dylan che stringe in pugni fino a far sbiancare le nocche:-Io credo di sì- :-Isaac...- lo richiamo, ma lui mi ignora e si avvicina a Dylan:-Fossi in te abbasserei la cresta- dice con disprezzo. Dylan accenna una risata finta e da una leggere spinta a Isaac, che indietreggia per non cadere:-Non toccarmi!- urla Isaac. Dylan di rimando gli tira un pugno sulla mascella, Isaac cade a terra con la mano sul viso, Dylan si avvicina ma io lo spingo indietro facendolo cadere e gli urlo contro:-Ma lo vuoi uccidere? Vattene Dylan- Lui si alza e mi guarda, poi mi dice:-Scusa?- Mi inginocchio accanto ad Isaac:-Ho detto, vattene Dylan- ripeto alla persona davanti che credevo di conoscere, ma a quanto pare mi sbagliavo. Mi guarda e poi se ne va sbattendo il cancello:-Come va?- chiedo ad Isaac che ha gli occhi chiusi:-Eh...non benissimo- lo aiuto ad alzarsi e lo porto in cucina:-Che è successo?- chiede mio padre venendo a sorreggere Isaac:-Dylan si è arrabbiato con lui...- dico aprendo il freezer per cercare qualcosa da mettere sulla sua ferita. Prendo un ghiacciolo e lo avvolgo in un telo:-Ecco qua...- dico porgendoglielo:-Mi dispiace Isaac...- aggiungo. Mi prende la mano libera e dice:-Non hai niente di cui preoccuparti, non è colpa tua...Dylan ha bisogno di un corso per tenere a bada la rabbia a quanto pare...- abbozzò un sorriso e sussurro:-Già...- Isaac resta a cena da noi e più tardi lo riaccompagno a casa:-Di solito è il ragazzo che accompagna la ragazza- scherza davanti al cancello di casa sua, ridacchio ma non ribatto. Si avvicina a me e mi prende il viso tra le mani, posa le sue labbra sulle mie ma lo allontano subito dopo:-Isaac, io non credo che sia il momento...- dico:-Scusami...ti capisco- dice, per poi entrare in casa:-Ci sentiamo presto eh?- mi chiede :-Certo, a presto- rispondo allegra. Lo saluto con la mano e percorro la via per tornare a casa:-Da Aiden a Isaac, da Isaac a Aiden...vedo proprio che ti dai da fare- dice una voce arrogante accanto a me, Dylan mi cammina accanto:-Che vuoi?- chiedo infastidita continuando a camminare:-Niente, era solo per dire...- dice con un sorriso che mi dà sui nervi. Resto zitta per evitare di aprire una discussione che non voglio avere, alla fine però non riesco a trattenermi da fermarmi e urlagli contro:-Mi spieghi perché ti comporti così? Non ti riconosco più, prima eri così dolce, disponibile, mentre invece ora sei arrogante, fastidioso, pieno di rabbia e persino...un idiota.- rimane impassibile ma alla fine il suo sorrisetto svanisce dal suo viso:-Perché Dylan, dimmi perché.- continuo ad urlare. Dylan ribatte subito urlando:-PERCHÉ TI AMO-.
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The Wood||Dylan O'Brien||
Hayran KurguDopo la morte della madre, Erica si trasferisce insieme al padre, in una piccola città Americana, MysticRivers, nella quale, durante il suo ultimo anno di liceo stringerà un amicizia speciale per lei,quella con Dylan. Quest'ultimo un giorno scompare...