1 anno dopo...
Finalmente, sto preparando le valigie per andare via da questa città, ammetto di essere più felice del dovuto. Avrei dovuto finire qui il liceo, ma non ce la faccio proprio a rimanere, così l'ultimo anno lo affronterò in un paesino non lontano da una grande città, in cui troverò degli ottimi college. La casa che io e il mio papà stiamo lasciando è completamente vuota, rimangono solo le porte e le luci, vederla così mi porta malinconia, ma spero che vedendo la mia nuova casa possa passarmi. Papà mi chiama insistentemente da dieci minuti, ma, ansiosa come sono devo ricontrollare per la quarta volta di non aver lasciato niente il giro. Finita la perlustrazione mi dirigo in giardino, ed esco dalla mia, ormai vecchia, casa. Salgo in macchina e sblocco il telefono, prendo le cuffiette e ascolto le mie canzoni preferite, anche se solo dopo il terzo brano mi accuccio in un angolo del sedile e mi addormento, nonostante il viaggio non è tanto lungo.
Mi sveglio dopo un'infinità di tempo, secondo me ma poi mi accorgo che ho dormito solo venti minuti, sbadiglio e mi metto seduta alzando il volume della radio:-Quanto manca?- chiedo a papà che è intento ad abbassare il finestrino:-Altri venti minuti e siamo arrivati...sei felice?- mi chiede alla fine. Non so bene cosa rispondere, perché sinceramente non lo so neppure io, in questa nuova città potrò rifarmi una vita, e lasciarmi alle spalle la tristezza che il mio luogo di nascita mi aveva dato... in effetti ci sono solo dei pro a trasferirmi, per quanto mi sforzi non trovo dei contro. Dopo un po' di riflessione rispondo alla domanda-:Sinceramente si, papà- e sorrido per dare un impressione più allegra. Venti minuti dopo ci troviamo difronte a delle fantastiche aiuole, e un cartello di legno con scritto "Benvenuti a MysticRivers" Una buona impressione fino ad adesso, penso tra me e me. Passiamo in mezzo ad un viale alberato, davanti a diversi edifici colorati che attirano la mia attenzione, raggiungiamo la scuola, un grande edificio nuovo di zecca, e un isolato più avanti accostiamo, proprio difronte a una bella villetta rosa chiaro. Ha un meraviglioso prato inglese e uno stretto sentierino di ghiaia che conduce ad una terrazza nella quale si trova la padroneggiante porta d'ingresso. Rimango a guardare quella casa, così bella sognando di poterci vivere, sembra che papà mi abbia letto nel pensiero perché mi da un colpetto sulla spalla ed esclama:-Ti piace questa casa tesoro?- lo guardo storto e poi esclamo ammaliata:-Certo che mi piace, i padroni sono proprio fortunati...è...è sbalorditiva!!- Papà tira fuori delle chiavi e me ne porge una attaccata ad un portachiavi con un cuore:-Sono felice di dirti, che i padroni siamo noi- dice trionfante aprendo il cancello:-Cooosa?- chiedo incredula, non posso credere che noi vivremo qui, corro ad abbracciare papà e poi mi fiondo all'interno della struttura. Il giardino circonda tutta la casa, e le ringhiere attorno sono rialzate da un grazioso muretto di pietre e ricoperte da foglie di edera. Il terrazzo ai lati della porta d'ingresso ospita un accogliente salottino per esterni che ovviamente corro subito a provare. La sorpresa più grande è la piscina nel giardino sul retro. Non appena la vedo rimango immobile e poi veloce con un fulmine vado vicino al bordo rinfrescandomi la faccia con l'acqua. Ai bordi della piscina si trovano degli sdrai con ombrelloni, e non posso fare altro che immaginarmi seduta lì a sorseggiare un bel drink. L'interno della casa è magnifico. Tutto come potevo sognarlo. Vicino alla mia camera si trova una piccola biblioteca, con pareti ricoperte da scaffali colmi di libri. Dopo aver fatto un tour, io e papà ordiniamo una pizza a domicilio che gustiamo mentre guardiamo la TV. Siamo entrambi entusiasti ed euforici, ma il sonno arriva a farmi visita ben presto e verso le dieci mi ritrovo addormentata nel mio morbido letto.
Al mio risveglio trovo sul comodino un piccolo calendario, il 16 settembre è segnato con una crocetta e sotto c'è scritto "Scuola". Oddio, in questi giorni mi ero dimenticata dell'esistenza della scuola, e ora mi ricordo che siamo già a fine agosto. Presto dovrò iniziare a studiare sodo, mi sono ripromessa di impegnarmi tantissimo e non avere distrazioni, l'unica che mi posso concedere è qualche amica, anche se ammetto che in pura solitudine non me la caverei male...
Affronto i giorni fino al 15 Settembre felice e spensierata, sono andata in vari negozi a fare Shopping e ho personalizzato la mia camera con cianfrusaglie, foto e poster, mi sento a casa qui, nessuno mi guarda con sofferenza ogni volta che cammino per strada, e nessuno mi giudica, forse perché nessuno mi conosce, ma credo che con l'inizio della scuola tutto sarà diverso, sarò quella nuova, che i due giorni delle lezioni pomeridiane si siederà da sola a mensa, quella a cui nessuno vorrà cedere il posto accanto al suo nel banco e quella che verrà considerata come niente. Oggi vado a dormire presto e mi sveglio verso le sette e trenta. Mi faccio una doccia veloce e lego i capelli in una coda. Per il primo giorno di scuola decido di indossare dei jeans scuri, una maglietta a maniche corte comprata a Los Angeles e un paio di scarpe basse. Prendo il mio zaino blu, che ho comprato ieri e mi dirigo a piedi verso la scuola.
Arrivo all'ingresso e trovo facce sconosciute che sembrano non notarmi, meglio così, penso. Entro nell'edificio intenta a cercare la segreteria, ma dopo aver girato a vuoto tra i corridoi cerco disperatamente una bidella che mi indichi la strada:-Ma qui non c'è nessuno Dio Santo.- borbotto infastidita. Una mano mi tocca la spalla e lancio un piccolo urletto spaventato. Mi giro e vedo davanti trovo un ragazzo, credo della mia stessa età, mi guarda compiaciuto, ha dei capelli castani, lo stesso come gli occhi, che mi guardano divertiti:-Ti ho visto vagare per i corridoi e pensavo avessi bisogno di aiuto...sei quella nuova, giusto?- esattamente, quella nuova, non ho bisogno di aiuto, però non ho molto tempo prima che inizino le lezioni quindi..:-Sai dirmi dove si trova la segreteria?- domando in tono accademico e formale. Lui nota la mia freddezza e il suo sorriso scompare lasciando posto a una linea uniforme:-Si, al piano di sopra, giri a destra e percorri tutto il corridoio, poi troverai una porta con la scritta "Segreteria" entri e trovi una stanza e la percorri per entrare in un'altra stanza.- detto questo mi supera e se ne va a passo deciso. Ammeto di rimanerci male, sembrava così gentile e poi si comporta da vero cretino. Non mi interessa, no no no, devo fregarmene della gente così lunatica, se si comportano tutti così non farò molte amicizie, anzi nessuna.
Mi dirigo verso la segreteria, parlo con il preside e compilo alcuni fogli, poi mi congeda dandomi l'orario delle lezioni. Al suono della campanella mi trovo davanti alla porta della classe di storia, e entro occupando il primo posto. Vicino a me si siede un ragazzo che inizialmente non guardo. Apro il libro e inizio a ripassare alcune date quando qualcuno mi sussurra piano:-Ciao, tu devi essere quella nuova.- mi giro per rispondere ma rimango immobile quando vicino a me trovo il ragazzo che prima mi ha piantata in asso:-Si, e tu devi quello che lascia su due piedi le persone senza dire niente eh?- cerco di tenere un tono superiore al suo ma non mi riesce molto bene. Lui fa un sorriso malizioso e mi porge la mano:-Piacere Dylan.- gli stringo la mano:-Erica...- sfoggio un sorrisetto nervoso e rimetto gli occhi sul mio libro finché Dylan non mi dice ancora:-Vedi, due parole gentili e tutto si dimentica- si morde il labbro e ridacchia. Ho fatto sparire completamente la mia dignità dicendo il mio nome. Lo guardo male e dico:-Cercavo di essere gentile, non stupida- prendo i miei libri e mi sposto nel banco accanto vicino a una ragazza che non mi rivolge la parola per tutta la lezione. La mattinata si conclude tranquillamente, nella strada per tornare a casa sento qualcuno correre dietro di me, mi giro e vedo Dylan che mi fa la mano:-Erica aspetta!- aumento il passo cercando di arrivare a casa prima che lui mi raggiunga ma proprio quando sono difronte al cancello lui mi afferra un braccio:-Ehii, cerchi di seminarmi? Abbiamo iniziato con il piede sbagliato, quindi riniziamo...Ciao io sono Dylan!- Mi viene quasi da ridere, ma trattengo lasciando spazio a un sincero sorriso:-Piacere Erica- esclamo. Lui si offre di accompagnarmi a casa ma gli dico che ci sono già davanti:-Fortunata!- esclama sorridente, io ricambio il sorriso e lo saluto mentre mi chiudo il cancello alle spalle. Forse non sarà così male infondo.
Autrice:
Allora, è la prima volta che scrivo su Wattpad, e sinceramente sono molto felice di farlo. Non sono di molte parole, però volevo chiedervi gentilmente di dirmi se la storia vi piace!Spero di fraternizzare con la storia e con la community di Wattpad al più presto.
Un bacio,
-D.S.
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The Wood||Dylan O'Brien||
Fiksi PenggemarDopo la morte della madre, Erica si trasferisce insieme al padre, in una piccola città Americana, MysticRivers, nella quale, durante il suo ultimo anno di liceo stringerà un amicizia speciale per lei,quella con Dylan. Quest'ultimo un giorno scompare...