Cammino ininterrottamente senza una vaga idea del luogo in cui sto andando, esco dalla casa e raggiungo una piccola pineta con tavoli e panche di pietra, tolgo i tacchi e cammino scalza verso quelle specie di tavoli. Mi siedo e aspetto, aspetto che succeda qualcosa di decente, in tutto questo tempo si sono consumate solamente lacrime e tristezza e io ne ho la testa piena. Ripenso ai momenti con Isaac, e solo ora capisco che con lui non sono mai stata veramente felice, non ho un ricordo nel quale sono allegra quanto lo sono con Dylan, ma devo capire che non posso perdonarlo per quello che ha fatto, non può tornare e credere che tutto torni come prima! Non ha avuto neanche il coraggio di dirmi quello che è successo. Senza accorgermene mi accorgo che ho smesso di piangere, e sul mio viso compare solo un espressione colma di rabbia. Il telefono continua a squillare, infastidita rispondo alla chiamata in corso senza sapere il mittente:-Pronto?- dico allontanando il telefono dal viso, il nome di Dylan compare sullo schermo, :-Dio Dylan! Cosa vuoi adesso?- sbotto interrompendo la sua voce che iniziava a parlare:-Dove sei?- mi chiede tranquillamente, come se non fosse successo niente, mi guardo intorno e sinceramente non so dove mi trovo:-N-non lo so- balbetto alzandomi dalla pietra, raccolgo le scarpe e cammino avanti e indietro cercando un punto di riferimento. :-Descrivimi cosa vedi intorno a te- :-NO!- non voglio che mi venga a prendere, non voglio vedere quel suo maledetto sorriso, quei maledetti occhi e quella sua maledetta faccia! :-Non fare la stupida- urla arrabbiato, sussulto per lo spavento e con una leggera vocina spaventata spiego:-C-c'è una pineta con tavoli di pietra, tutt'intorno tante case con le luci spente, e i lampioni sfarfallano un po'...sai dove si trova?- dopo un attimo di esitazione lo sento camminare:-No- dice:-Hai lasciato qualcosa qui?- mi chiede. Faccio un piccolo inventario mentale e rispondo:-La borsetta...- subito dopo si chiude la chiamata e io inizio a vagare da una parte all'altra. Sento l'eco dei passi rimbombarmi nella testa, ma per quando mi giri intorno non vedo nessuno, inizio ad avvertire un senso di paura e preoccupazione, ad ogni passo guardo dietro di me, e quando mi ritiro in avanti un ragazzo si piazza difronte a me. Sussulto per lo spavento e indietreggio:-Non volevo spaventarti- bisbiglia con voce profonda e spaventosa:-Non...ti preoccupare- balbetto cercando di superarlo, mi blocca facendomi sbattere contro di lui:-Hai così fretta?- un sorrisetto compare sulla sua faccia:-Che vuoi? Ho dei soldi, non adesso ma posso darteli quando vuoi se mi lasci andare!- dico con le lacrime agli occhi:-Perché tutti pensano sempre ai soldi? Sai a me i soldi non interessano proprio...sono pezzi di carta, non capisco perché tutti li vogliono così tanto- lo guardo preoccupata e cerco di correre via, lo spingo ma lui mi afferra per i polsi e mi tira verso se. Abbasso la faccia e provo a liberarmi dalla sua presa, ma senza successo, è troppo forte:-Lasciami!- tento di urlare, fa una piccola risatina inizia a baciarmi con foga, i miei urli e tentativi di colpirlo non hanno successo. :-Vieni..- sussurra trascinandomi con lui tappandomi la bocca con la mano, l'unica cosa che mi viene in mente è...morderlo! Faccio un respiro profondo e poi mordo la sua mano con tanta forza da farlo allontanare da me il tanto per poter urlare. Chiedo aiuto e urlo a squarciagola fino a quando non ricevo una riposta in lontananza, qualcuno urla il mio nome. :-Muoviti piccolina, non credo che urlare serva a qualcosa- ma proprio mentre anche io inizio a credere che sia troppo tardi per ricevere aiuto qualcuno si avvicina a noi con passo veloce.:-Lasciala stare.- una voce ferma e decisa blocca le piccole risatine da parte del ragazzo al mio fianco:-E tu chi saresti?- chiede divertito. Dylan si avvicina a noi con fare minaccioso, tira un pugno nello stomaco al ragazzo e mi prende per il polso strattonando i verso di lui con tale forza da farmi quasi male. :-E non avvicinarti mai più- urla mentre l'uomo scappa spaventato. :-Eri eri, stai bene?- chiede preoccupato con gli occhi lucidi mentre mi prende il viso tra le mani per guardarmi dritta negli occhi. Le lacrime scorrono velocemente senza interruzione sul mio viso, abbraccio Dylan e tra un singhiozzo e l'altro sussurro:-Grazie-.
Mi accompagna fino a casa mia e quando arriva al cancello mi dice:-Mi dispiace per stasera...è colpa mia se sei scappata ed è successo quello che è successo...- di solito ho sempre una risposta pronta, ma adesso non so cosa dire, dovrei ringraziarlo, ignorarlo insultarlo? Ci sono così tante cose che vorrei dire e fare che non so da dove iniziare. Mentre io trovo interesse nelle mattonelle del marciapiede lui aggiunge:-Non avrei dovuto fare così...non posso tornare dopo in assenza inspiegabile e lunga ed essere convinto che tutto andrà come prima- annuisco e rispondo titubante:-Forse io avrei dovuto lasciarti spiegare...- una piccola luce compare nei suoi occhi, sorride timidamente e annuisce, :-Forse si...- sospiro e apro il cancello di casa, formulando cosa dire a mio padre, Dylan è davanti a me, che mi guarda speranzoso, vorrei sbattergli il cancello in faccia, ma so che non mi farebbe sentire meglio, quindi opto per fare una cosa che sono certa mi aiuterebbe davvero:-Vuoi entrare?- chiedo sfoggiando un mezzo sorriso:-S-Si- risponde preso alla sprovvista, varca la soglia del cancello con passi pesantissimi, quasi con paura che potesse sbattere contro un muro invisibile.:-Papà!- esclamò entrando in casa, lui sbuca fuori dalla cucina,con faccia stupita ci raggiunge:-Dylan! Finalmente ti rivedo!- lo abbraccia, e poi sposta lo sguardo su di me, il mascara colato, gli occhi rossi e lucidi e il naso che tira su di continuo:-Cosa è successo tesoro?- domanda avvicinandosi, ci sediamo tutti sul divano e io inizio a spiegare l'accaduto, valorizzato la parte di Dylan l'eroe, come l'ho definito mentre parlavo. Il campanello suona mio padre molto preoccupato va ad aprire, poco dopo sulla porta compaiono due ragazzi di biondi, mi vengono incontro con facce terrorizzate:-Aiden, Ethan- dico alzandomi in piedi, corro ad abbracciarli mentre loro tirano sospiri di sollievo, poco più tardi Dylan si fa notare salutando:-Dylan?- chiedono in coro, mentre Ethan lo saluta mostrando un leggero affetto Aiden resta distanziato salutandolo con una povera stretta di mano. Nel corso della serata noto tensione tra i tre ragazzi:-Ma che avete voi tre?- :-Fattelo dire da Dylan- sbuffa Aiden. :-Cosa mi deve dire?- chiedo infastidita a mia volta. :-Niente- la voce di Dylan così ferma mi zittisce in un momento:-Ma chi ti credi di essere ora?- sbotta Aiden alzandosi in piedi:-Cosa??- cerco di attirare la loro attenzione ma tra loro è scoppiato un animato scambio di parole non proprio gentili. Ethan cerca di dividerli ma viene spintonato da Dylan facendolo andando a sbattere contro il tavolo pregiato della mia sala da pranzo, corro a soccorrerlo ma in un attimo è già in piedi:-BASTAA- urlo così forti da far sussultare tutti, si girano verso di me guardandomi mortificati:-F-I-N-I-T-E-L-A- urlo ancora scandendo bene le lettere. Subito dopo aver urlato avverto in forte giramento di testa che mi costringe a cercare un appoggio, la stanza gira velocemente intorno a me e la testa è come se mi scoppi, cado per terra sbattendo leggermente la nuca. Incontro a me arriva Ethan che mi mette seduta sul divano mentre io mi massaggio lentamente le tempie. Dopo poco tempo il malore è passato ma la preoccupazione mi assale. Scaccio via il pensiero senza prenderlo troppo in considerazione e mi metto a sedere:-Sto bene- si allontanano da me lasciandomi un po' di spazio. Respirò profondamente e convincermi di stare bene dico:-Cosa succede?- mi guardano tutti preoccupati lasciandomi senza una risposta:-Io e Aiden dobbiamo andare...- inizia Ethan prima di venire bruscamente interrotto dal fratello:-Oh no!- ma Ethan lo prende per un braccio, mi saluta e lo spinge fuori di casa con un sorriso mortificato. :-Allora?- chiedo a Dylan che sembra voler evitare l'argomento:-Eh...va bene...ma sarà difficile da capire- inizia lui. Annuisco incrociando nervosamente le gambe. :-Sono troppo teso...adesso- spiega prendendosi la testa tra le mani. Gli dico di aspettarmi un momento, salgo al piano di su e indosso una canottiera a righe grigie e arancioni, un paio di jeans corti e un paio di scarpe basse arancione fluo. Scendo giù e prendo una borsetta a tracolla:-Andiamo- annuncio fieramente aprendo la porta:-D-dove?- :-Andiamo!- insisto. Si alza dal divano e mi raggiunge, iniziamo a camminare e tra le sue richieste e i suoi passi pesanti arriviamo in silenzio al mio amato bar, dove amo rilassarmi mangiando qualcosa di gustoso e bevendo qualcosa di fresco o caldo. Entriamo è una ventata di caldo ci accoglie, prendiamo un posto in fondo al locale:-Ma dove mi hai portato?- mi chiede Dylan dopo essersi seduto:-Al mio bar preferito, il The Wood- annuisce e si guarda intorno, controllando ogni angolo del bar. Liam ci raggiunge con la sua solita aria allegra:-Ehi Eri!- sorride prendendo il taccuino:-Liam!- saluto il ragazzo con un piccolo abbraccio, abbiamo stretto amicizia in questi ultimi mesi, si presenta a Dylan e poi prende gentilmente le nostre ordinazioni:-Parla- lo incito sorreggendomi la testa con le mani. :-Allora...quando io sono entrato nel bosco è successa una cosa, ho iniziato a vagare senza meta, al buio guidato dal rumore di alcuni passi e foglie, ho raggiunto una radura leggermente luminosa, e ho deciso di sedermi per riprendere fiato...ho sentito delle voci e così mi sono alzato spaventato cercando di allontanarmi, ma poi mi sono accorto che poi più pensavo di distanziarli più i loro passi si facevano vicini, ho sentito dei botti e poi un forte dolore alla spalla, non ci ho visto più ma la paura ha avuto la meglio, così mi sono trascinato lasciando tracce di sangue per un sentiero. Credo di essere svenuto poi, ma quando mi sono risvegliato, il dolore era sparito e la ferita era sparita...e a quel punto pensavo di essere morto! Ma poi ho incontrato un ragazzo, che mi ha detto che...beh...io sono...un licantropo.- ascolto il suo discorso senza fiatare annuendo di continuo. Sembra un po' confuso:-A questo punto ti dovresti essere stupita...- dice facendo dei gesti con le mani:-Io...sapevo già dei lupi mannari, sai...Aiden e Ethan...- annuisce e poi una espressione strana compare sul suo volto:-Prima che io entrassi nel bosco lo sapevi?- annuisco leggermente. :-Mmm, si- dice facendo di tutto per non dare di matto, leggo nei suoi occhi la delusione. E capisco che ho sbagliato io. :-Perché non sei tornato?- chiedo sbattendo le dita sul tavolo:-Subito- aggiungo. :-Io non sapevo come controllarmi... Mi dovevo istruire oppure avrei fatto del male a qualcuno.- :-beh...hai fatto male a me- rimane in silenzio. Consumiamo il nostro cibo silenziosamente e poi usciamo dal bar, facciamo una passeggiata e ci sediamo in una panchina in una piazzola vicino a casa. :-I tuoi occhi brillano?- chiedo timidamente. Credo che mostrare i propri occhi, quelli veri, sia molto importante...annuisce con una risatina. :-Posso vederli?- chiedo d'un tratto, esita un poi dice:-Va bene- chiede gli occhi e quando li riapre davanti a me trovo delle pupille blu intenso, rimango estasiata, persa in quel blu così magico. Poi tutto sparisce e io vedo quell'intenso colore scomparire:-Wow...sai, mi pare che o gemelli li abbiano verdi...perché tu blu?-a domanda sembra spiazzarlo un po':-Emh...- evita la domanda cambiando argomento:-Andiamo, ti riaccompagno a casa- :-Va bene...- dopo un breve tratto di strada arrivo davanti al cancello:-beh...grazie!- esclamo tirando fuori dalla borsa le chiavi:-Eri- dice lui prendendomi le mani. Mi fissa negli occhi con tanta intensità da potermi consumare,:-Io ti amo- :-Io...- cerco di aggiungere altro ma la bocca si blocca e non riesco a parlare, entrò in casa lasciando Dylan a guardarmi preoccupato:-Scusa...- sussurro consapevole del fatto che lui mi possa sentire. Nella mia mente però avrei risposto"Ti amo anche io".
Autrice:
Buon salve! Quante cose quante cose! Ho in serbo per voi taaaaante cose!! Eheheh! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento:') a presto palline di velluto!
Bacini piccini,
D.S.
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The Wood||Dylan O'Brien||
FanfictionDopo la morte della madre, Erica si trasferisce insieme al padre, in una piccola città Americana, MysticRivers, nella quale, durante il suo ultimo anno di liceo stringerà un amicizia speciale per lei,quella con Dylan. Quest'ultimo un giorno scompare...