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Il giorno della sentenza

Mi alzo con mille pensieri in testa, credo di aver fatto di nuovo lo stesso incubo. Mi alzo dal letto e vado in bagno, mi sento sempre uno schifo, in quedto periodo Maya mi ha aiutato e non sono più mal ridotto, cioè qualche taglio c'è l'ho ma non tanti. La vedo ancora dormire e con il suo pancione bellissimo, non ci credo che tra pochi mesi diventerò padre e tra qualche ora condannerò mio padre alla morte. Mi avvicino nel letto e le do un bacio sulla fronte e accarezzo il pancione, poi sento che da qualche calcio e io sorrido.

-Quando nascerai io ti insegno tutto, piccolo- dico mentre accarezzo la pancia.

-Sarai un ottimo padre allora.- mi sorride e poi diventa triste. Io le accarezzo la guancia e vedo che mi sorride.

- Cos' hai amore? - le chiedo preoccupato.

- Sono triste perché oggi non è un giorno bellissimo. -

- Per me lo è, finalmente mio padre avrà quello che si merita. Dai andiamo a prepararci.-

Oggi mi vesto molto elagantemente, cioè giacca e cravatta e pantaloni grigi, i miei capelli li tiro all'indietro. Niente trucco e scarpe elaganti.
Sono pronto, vado di là ad aspettare la mia ragazza, la vedo vestita anche lei di nero e con il pancione la fa bellissima, ma non è normale che il pancione sia grosso così a cinque mesi. Bho sarà così, le do un bacio sulle labbra e lei mi da la mano e andiamo dalla macchina e mando un messaggio a Gustav e Georg che stiamo arrivando.

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Nel tribunale

Vedo facce sconosciute, che mi guardano dalla testa ai piedi, ci sono certe persone che bisbigliano mentre fanno un segno a me, o ci sono certi che mi guardano male.

- Ma che hanno queste persone che mi parlano a bassa voce?- chiedo a Maya e lei fa spallucce e continua a guardare sempre in un punto fisso.

Entra il giudice e mio padre, quando lo vedo che entra ammanettato e scortato dagli agenti, appena il suo sguardo si pisa sul mio, mi guarda con disprezza e io lo guardo indifferente, di certo non lo difendo, lui si merita la pena di morte, ma gli altri giudicano, solo io so cosa ho passato in questi anni, da quando avevo ben nove fottuti anni, da bambino che mi abusava, mi picchiava, mi umiliava, mi chiudeva chiave in camera e massacrarmi, queste persone non lo sanno, lo so io di per certo, io ho passato le pene dell'inferno con questo uomo.

Mi chiamano al bancone e io vado con timore e panico.

-Lei giura di dire la verità, solo la verità? - mi duce uno con un libro mano e io ce lo appoggiato mentre ho la mano alzara a giurare.

-Lo giuro- dico mentre guardo Maya che mi da coraggio.

Mi giro e vedo mio padre sorridermi e io oramai non ho più niente a che fare con lui, mi fanno domande su domande, avvocati di qua, avvocati di là e la giuria che sta ascoltando la mia storia e certe guardano mio padre con odio e disprezzo e il giudice è sbalordito e io mentre racconto la mia storia, mi scendono le lacrime, solo per i ricordi che mi fanno male, poi dire che mio fratello e mia nadre sono stati uccisi sotto i miei occhi. Sto male.

- I signori della giuria mi dicano il verdetto che avete deciso.-Dice il giudice con la vice seria e autoritaria, io sono li che che sono un ansia per il verdetto.


-Noi, la giuria abbiamo deciso che il signor Stephen è colpevole.-

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