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-Bill ti prego... dimmelo chi è stato.- mi dice la ragazza con l'aria e lo sguardo triste e preoccupato.

-Io... Io non posso, mi dispiace. Devo andare.- dico velocemente e andando via da questa casa. La sento che mi comtinua a chiamare, ma io continuo a camminare senza mai fermarmi. Poi semto qualcuno che mi prende il polso e io mi giro e vedo sempre la ragazza di prima con il fiatone che non la smette di guardarmi.

-Bill... per favore non andare da tuo padre. Ti fa del male.. ascoltami per favore- le escono lacrime dagli occhi e inizia a piangere. E io la abbraccio, ma non posso ascoltarla, io purtroppo sono obbligato stare con mio padre. Lei non sa come è, e non sa neanche che cosa fa. Lui è stato a farmi del male. È stato lui a farmi soffrire. È stato lui a rovinarmi la vita. È stato solo lui a farmi queste cose. Io mi sento uno schifo e una merda. Io sono ancora abbracciato a lei, le alzo la testa con due dita e le do un bacio tenero sulle labbra.

- Come ti chiami?- Le domando curioso e lei mi sorride togliendosi le lacrime che le sono scese.

- Mi chiamo Rita.- mi sorride. E io anche, ho notato che quando sono con lei, mi sento felice e libero. Questa ragazza è bellissima e ha un carattere stupendo, ma non posso innamorarmi di lei. Io non mi innamorero piu!

- Bill, non andare da lui per favore.-

-Non posso Rita, io devo andare.-

- Dimmi il perché? - mi dice con un tono duro. Io mi immobilizzo e non so se devo dirglielo, ho paura che mi ridera in faccia e mi dira che fa bene mio padre. Ho troppa paura... le mie mani iniziano a tremare e mi agito tantissimo.

- Perché si! Non posso dirtelo ciao- con questo me ne vado via e ritorno a casa. Dove potrò soffrire di nuovo. Tanto a chi gli importa di me? Nessuno! Apro la porta vedo mio padre seduto sul divano più incazzato di sempre, si avvicina minacciosamente e mi tira uno schiaffo e io di altro canto subisco e non dico niente.

-Dimmi dove sei stato?-

Io abbasso lo sguardo e non dico niente, come al solito non riesci ad affrontare mio padre, vorrei urlargli in faccia di quanto faccia schifo a stuprarmi o a farmi solo del male provicandomi dei enormi lividi, mi blocco e non riesco a dirlo.

- Io..- sussurro.

-Non ti ho sentito?!- Ecco qui un altro schiaffo, e io mi metto una mano dalla parte dolorante.. io abbasso lo sguardo e corro su per le scale ed entro nella mia camera e mi tiro fuori una sacca e ci butto dentro di tutto e di più e me ne esco dalla camera e scendo le scale e mio padre mi squadra dalla testa ai piedi, io lo guardo indifferente e apro la porta e mi incammino non so dove e non ne ho nemmeno idea.

- Tanto ritornerai, ne sono più che certo. Tu non sai dove andare allora verrai qui e mi supplicherai in ginocchio a farti entrare.-

Io non gli rispondo e continuo a camminare e mi suona il telefono e lo ignoro, perché non ho voglia di parlarne.

****

Sono davanti alla casa, la devo rivedere, le voglio raccontare tutta la verità. Spero di ritrovarla li dentro, e dirle che mi sono innamorato di lei. E che voglio essere felice adesso. Nel mentre che apro la porta sento una ragazza urlare il mio nome e io cerco di capire da dove arriva l'urlo, mi giro su me stesso, poi capisco da dove viene e mi dirigo da quella voce e inizio a vedere una scena non la devo rivedere anzi che non la volevo rivedere.

-Ehy voi due! Cazzo combinate Spiccio vi cerca e vi vuole dare una cosa.- spero che la mia tattica funzioni.

-Non ce ne frega un cazzo di lui e della sua roba, ho voglia di questa dolcezza. Lei è mia puttana.- ride e io da quelle parole non ci vedo più dalla rabbia e gli salto addosso e lo ammazzo di botte e loro non riescono a fermarmi, ma io continuo. Mentre continuo a picchiare questo pezzo di merda noto che Rita mi fissa spaventata e io la smettodi picchiarlo e la guardo mortificato di quello che ho fatto, cerco di avvicinarmi, ma lei si allontana. Io cerco di parlare e lei se ne va, io rimango immobile e triste nello stesso motivo. La vorrei raggiungere e baciarla, ma ho paura che adesso non mi vorrà più parlare. Sono sempre il solito rovina-tutto. Urlo dalla rabbia e tiro un pugno contro il muro e urlo il suo nome dalla tristezza e urlo ti amo. Cerco di tranquillizzarmi e pian piano ci riesco, ma le mie ginocchia cedono e io cado e mi metto a piangere e penso a quando schifo faccia pervessere accettato. Mi sta salendo di nuovo la voglia di tagliarmi, apro la cartella e sono alla ricerca di quello strumento che mi aiuta a tirarmi su di quel poco che per me è già abbastanza.

La sto cercando come un disperato ed eccola, era finita proprio sotto nella merda dei fottuti vestiti. Me la giro fra le mani e la fisso con qualche intenzione, ma ho perso il coraggio da quando mio padre mi scoprì e mi ha dato un sacco di botte. Preferisco morire che vivere da solo senza che nessuno mi accetta per come sono. Io voglio ritornare il mio vecchio Bill, ma se nessuno mi aiuta, allora io posso starmene cosi e farmi arrestare così alemno qualcuno mi tiene in custodia e dal pericolo di mio padre. Io voglio Rita che mi aiuta a cambiare, che mi fa ritornare il vecchio Bill, io voflio ritornare felice e senza problemi. Vorrei solo questo.


Ecco a voi il capitolo, spero che vi piaccia.

#mishy

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