21.

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Tutto questo tempo? Come farò? Mi sento uno straccio e le mie gambe cedono e sto inginnocchiato a vedere un punto indefinito, sento Georg toccarmi una spalla e dirmi mi dispiace e Gustav è andato via e io sono distrutto... ma come faccio stare senza di lei? Continuo sempre a guardare per terra e sento mia madre che mi abbraccia.






- Piccolo mio, mi dispiace per tutto quanto... adesso ci sarò sempre con te.-





Mi alzo e la sposto bruscamente ed esco dall'ospedale, non ho voglia di parlare con nessuno e ho voglia di stare solo ed estraggo dal pacchetto una sigaretta e la accendo e me la accendo facendo già un tiro lungo, aspiro il fumo e lo faccio scendere dalla trachea e sentirmi i polmoni che si appesantiscono per il fumo e decido di buttare fuori il fumo e tiro la testa all' indietro e tengo chiusi gli occhi mentre vutto fuori l'aria.






- Mi chiedo perchè mi volete tutti fare del male e farmi soffrire?- sono sempre con gli occhi chiusi...






- Bill ti capisco a fondo... e a me che mi volevano togliere le mie uniche ragioni di vita? Cioè i miei figli?- io giro la testa dalla sua parte, la guardo.



-Non capisco...- le dico sottovoce ragionando bene quella frase.






- Tuo padre voleva togliermi sia che te e Tom, io ho cercato di farvi scappare tutti e due. Con tuo fratello ci sono riuscita, avevo programmato anche per te la fuga, ma tuo padre lo aveva scoperto e mi ha picchiata e mi aveva rinchiuso nella cantina per un mese e per per bel periodo, ma immagino che te non lo sapevi..-







- Aspetta.- la interrompo. - Come ti ha rinchiusa? È impossibile vi ho visto morire in faccia... è impossibile che ti avrebbe rinchiuso..- abbasso la testa e cerco di ragionare su tutto quanto, perché sto iniziando a non capire più niente.











- Bill...- mi prende la mano e mi fa alzare lo sguardo e la vedo che ha gli occhi lucidi. - Immagino che non stai capendo più niente.. e per questo che ti voglio raccontare tutto. Praticamente, tuo padre mi ha ricattato. Dovevi stare li e se io non volevo, ammazza sia te che Tom, per il vostro bene ho accettato, ma sono riuscita a portarmi via tuo fratello. Ti chiedo scusa.- si mette le mani davanti agli occhi e inizia a piangere.







-Mamma non piangere- la cerco di consolare - non serve, sono qui con te. Ringrazio Dio che sei qui con me, se no a quest'ora io sarei morto.- guardo in un punto non definito.




Già ripensandoci perchè? Perché non ho mai preso questo coraggio? Perché non l'ho mai fatto? Queste domande me le farò sempre. Mi alzo dalla sedia e vado davanti alla stanza di Maya e la guardo la sul letto attaccata con la macchina che segna la sua vita. Vederla così mi fa male, mi sento triste, giù di morale e incompleto. A quest'ora io e lei con la bimba eravamo a casa che eravamo felici e spensierati, ma adesso no. Un'altra volta triste e solo. Sì, mi sento di nuovo solo e mi sento di nuovo uno schifo.





-Oh, figliolo mio. Mi perdoni?- mi guarda con gli occhi rossi e gonfi e certe volte le scappa qualche lacrima e se le asciuga con il fazzoletto






- Mamma.... non mi interessa più niente. Voglio rivedere mio fratello.- dico esitante. - E pensi che sono arrabbiato con te, ma non è vero. Non lo sono. E comunque io ti perdonerei sempre, perché sei sempre mia madre.-







-O piccolo mio, mi sei mancato moltissimo.- mi abbraccia fortemente.







- Anche tu mi sei mancata mamma.-








La riabbraccio e mi sento di nuovo a casa.






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