la camera dei segreti

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Sto scrivendo una lettera a Draco pensando alle cose fatte nell'ultima settimana che posso raccontargli, nonostante io ho scritto ai miei amici tutte le settimane loro non mi hanno mai risposto.
- Caro Draco...- leggo ciò che scrivo.
Butto la penna a terra, sono triste e arrabbiata perchè i miei amici non hanno risposto alle mie lettere, anche Draco, che voleva che gli scrivessi non mi ha risposto.
Un elfo si materializza nella mia stanza, facendomi cadere dalla sedia.
- Piacere io sono Dobby.- si presenta l'elfo.
- Cosa vuoi?- gli chiedo quasi cadendo dalla sedia.
- Dobby deve avvisare Nicole Midgen che quest'anno non può tornare a Hogwarts.- dice lui.
- Cosa? Perchè? - chiedo.
- Non è sicuro.- risponde lui.
- Non è possibile, non esiste posto più sicuro di Hogwarts!- grido alzandomi.
- Ora non più!- continua Dobby.
- Io devo tornare a Hogwarts quella è casa mia! Lì ci sono tutti i miei amici!- rispondo alzando la voce.
- Amici che non rispondono alle lettere?- chiede Dobby.
Un momento, come faceva a sapere che non mi hanno scritto?
- Dobby, c'è qualcosa che mi nascondi?!- chiedo dirigendomi verso di lui.
- No.- mente.
Le lettere! Le ha lui!
- Dobby, dammi le lettere!- grido.
Lui per tutta risposta scende le scale arrivando al piano terra e con uno schiocco di dita fa volare la torta che la zia aveva preparato in testa al capo della ditta con cui parlano.
- Dobby!- sussurro.
Lui con le lettere in mano rischiocca le dita e sparisce.
Naturalmente la colpa del presunto 'incidente' va a me che per punizione devo stare chiusa in camera così da non arrivare a Hogwarts.
- Shh... Nicole, sbrigati, sali. - sussurra Ron, guida una macchina, a bordo ci sono i gemelli, Hermione e Harry.
- Meglio che ti allontani.- dice Fred.
Harry collega alle ringhiere, che bloccano il passaggio, un ferro e, dice a Ron di andare, la macchina parte e trascina con sè le sbarre facendo un rumore assordante.
- Dai sbrigati!- grida Hermione.
Prendo la mia valigia e la passo ai gemelli, entrando poi anch'io nella macchina insieme al mio gatto, Briciola.
A casa Weasley, Molly, ci accoglie molto calorosamente.

- Sbrigati Ron!- gli dico passando il portale.
- Arrivo.- dice, poi, insieme ad Harry, inizia a correre verso la colonna che, però non li fa passare.
Non vedo i ragazzi passare e il treno sta per partire, così salgo.
Vado a sbattere contro qualcuno, "Oh, no proprio lui?" Penso sollevando lo sguardo.
- Ciao Midgen, o dovrei dire, sangue sporco?- mi saluta lui, trattenermi a sè contro la mia volontà.
Ultimamente non andiamo molto d'accordo, forse perchè pensa io no abbia risposto alle sue lettere.
- Senti, Draco mi lasceresti passare? - rispondo cercando di trattenere la rabbia e dimenandomi.
- Uh, fammi spostare con la forza.- dice lasciandomi e bloccando il corridoio.
Prendo la bacchetta e dico:
-Levicorpus.-
Passo e lo faccio cadere a terra.
- Midgen dove credi di andare?- chiede prendendomi il braccio.
- Dove vado? fammi pensare, ah, ci sono, il più lontano da te!- rispondo acida.
Mi trattiene.
- Lasciami! Malfoy.-rispondo cercando di fargli lasciare il mio polso.
Mi lascia forzatamente.
- Perchè i ragazzi devono sempre essere così stupidi?- chiedo a Hermione quando finalmente riesco ad entrare nella mia cabina.
Sospira.
A metà viaggio la porta della cabina si spalanca e tre ciuffi biondo cenere mi fanno esasperare.
- Cosa vuoi Draco?- chiedo masticando una caramella.
Lui entra nella cabina e si siede di fianco a me, non posso più ignorarlo, beh, forse sì.
Prendo in braccio Briciola e inizio a coccolarlo, ma lui, sembra rivolgere ogni sua occhiata al ragazzo di fianco a me.
- Ti dispiacerebbe darmi un po' di attenzioni?- dice Malfoy girandomi il viso con le mani.
"È così dolce. COSA!? Mi proibisco di pensare queste scemenze." Penso.
- Veramente si, mi dispiacerebbe molto.- dico voltando il viso e guardando fuori dalla finestra.
Lui si alza a pugni chiusi ed esce sbattendo la porta della cabina e, per il rumore svegliando Hermione che si è addormentata.
A Hogwarts ci sediamo ai nostri tavoli ma io non potevo fare a meno di essere inquietata dallo sguardo permanente di Mafoy su di me.
"Ma che vorrà?" Penso.
Finita la cena andammo a dormire.

- Ron, ora come arriviamo a Hogwarts?- chiede Harry.
Ron lo conduce alla macchina e inizia a guidare verso Hogwarts.
- Non è stato un bell'atterraggio.- dice Harry quando la macchina raggiunge terra.
- Oh no, dimmi che non siamo dove io credo di essere.- chiede Ron intimorito.
L' albero davanti a loro inizia a colpire la macchina fino a farla finire in macerie, quando la macchina torna a terra scaraventa Harry e Ron con tutti i loro bagagli fuori e fugge senza nessuno alla guida.

- Siete stati visti da non meno di sette babbani!- grida acido Piton mostrando loro la 'gazzetta del profeta' che mostra l'auto volante.
- Se io fossi il direttore della case di Grifondoro ora voi sareste fuori da questa scuola!- esclama alzandosi.
- Non spetta a te Severus, la professoressa Mc.Granitt deve decidere. -risponde Silente.
- Va bene allora andiamo a prendere le valigie. - dice Ron guardando triste la professoressa.
- Per dove signorino Weasley?- chiede la Mc.Granitt.
Harry e Ron gioiscono.
- Però come punizione dovrò mandare una lettera ai vostri genitori.- dice severa lei.

Mentre mangiamo, e mentre Ronald racconta quello che è successo il giorno prima, quel pomeriggio i gufi portarono pacchi e lettere.
- Una strilletera! È meglio che la apri, Ron. Sarà peggio se non lo fai. Una volta mia nonna me ne mandata una e io ho fatto finta di niente e... è stato orribile.- dice Neville guardando la lettera dal colore rosso acceso.
- Guardate, Weasley si è beccato una strillettera!- dicono sghignazzando Malfoy e gli altri serpeverde.
Ron la apre e subito questa inizia a gridare:
- Ronald Weasley! Come hai osato rubare la macchina! Sono veramente disgustata! Ora in ufficio tuo padre verrà sottoposto ad un'inchiesta e sarà tutta colpa tua! Fai un altro passo falso e noi ti riporteremo subito a casa! Congratulazioni cara, sei una Grifondoro, tuo padre e io siamo molto fieri.- dice l'ultima frase a Ginevra, fa una smorfia a Ronald e si autostrappa.
Il ragazzo è rimasto senza parole.
- Ron? Va tutto bene.- gli chiedo.
- No.- risponde lui, ha la faccia di una persona appena uscita da un esame andato male.
Tutto il tavolo di serpeverde ride.
Sospiro e, insieme a Hermione e Harry conduco Ron in bagno.

- Grazie per aiutarmi a rispondere ai fan Harry.- dice il professor Lockhart, che insegna difesa contro le arti oscure, per quest'anno.
- Uccidere. È tempo di uccidere.- sibila una voce.
- La sente?- chiede Harry al professore.
- Cosa Harry?- chiede Lockhart guardandolo.
- Lasci perdere. - dice il ragazzo.
Quando la punizione finisce Harry fu raggiunto da noi.
- La sentite?- chiedo ascoltando.
Nessuno sembra capire.
- Cosa Nicole?- chiede Hermione.
Harry, che come me sente le voci, arriva fino all'incrocio della parete e da lì scorge la scritta:
"la camera dei segreti è stata aperta, nemici dell'erede temete."
Tutte le quattro casate arrivarono e insieme a loro anche i professori e Silente.
- Piccina, dove sei?- chiede Gazza cercando la gatta.
- Ah!- grida vedendo la sagoma dell'animale giace immobile appesa per la coda su un piedistallo.
- Tutti nei dormitori, tranne voi quattro.- dice Silente.
- Professoressa cosa sta succedendo?- chiediamo alla Mc.Granitt.
La professoressa sospira poi prese a parlare:
-Tutto ebbe inizio circa 1000 anni fa, quando la scuola di Hogwarts venne fondata dai quattro maghi più potenti dell'epoca: Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero. All'inizio i quattro vivevano in armonia, ma poi nacquero dei gravi contrasti con Salazar Serpeverde, che non voleva ammettere ad Hogwarts i figli di Babbani, ritenendoli inferiori. Alla fine Salazar lasciò la scuola, ma prima di andarsene costruì la Camera dei Segreti, una stanza che sarebbe potuta essere aperta solo dal suo vero erede, e al cui interno si celava un terribile mostro che avrebbe depurato Hogwarts dai mezzosangue. -
Torniamo ai dormitori borbottando e pensando a chi fosse l'erede, colui che ha aperto la camera dei segreti.

la magia non è un sogno: destinati da una sceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora