Il pacco della camera settecentotredici

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Una cosa troppo speciale per sapere di cosa tratta.

- Harry ma sei impazzito?! - grida Ronald alzandosi dalla poltrona su cui era seduto poco fa.
- No, Ron noi dobbiamo capire cosa c'è lì sotto.- risponde serio Harry.
- Penso di aver capito.- dico mentre rifurmulavo il discorso tra me e me.
Gli sguardi dei tre ragazzi si posarono su di me.
- Prima di prendere il treno per Hogwarts, Hagrid e io siamo andati a prendere un po' di monete dal mio conto, ma lui poi aveva un'altra tappa, si era fermato in un'altra stanza, la stanza settecentotredici e da lì prese un pacchetto, secondo me è quello costudito da quel cane.- elaboro vedendo Harry che annuisce come per collegare ogni filo della storia.
- Ci sono! Piton ieri aveva i pantaloni strappati, probabilmente voleva rubare quel pacco, ma il cane l'ha morso!- esclama Harry.
- Inoltre avete letto la notizia sulla rapina della Gringott?- chiede Hermione.
- Stanotte, davanti alla porta del corridoio proibito.- dice Harry dirigendosi nella sua stanza con Ron.
Hermione si butta sul letto.
- Cosa c'è?- le chiedo.
- Malfoy.-
- Cosa ti ha fatto?! Ti ha picchiato?-
- Mi ha chiamata... sporca mezzosangue.-
- Cosa significa?- le chiedo sedendomi di fianco a lei.
- Quando una persona con poteri magici è nata da una strega e un babbano e viceversa, quelli di sangue puro, ma non sempre, la chiamano mezzosangue. - dice lei con le lacrime che le solcavano il viso.
- Ti prego non piangere, non fare caso a quello sbruffone.- le dico abbracciandola.
- Grazie.- risponde asciugandosi le lacrime con la manica della casacca.
- Torno subito.- dico prendendo la bacchetta.
- Ti seguo.- risponde lei.
È seduto sulla panca del tavolo dei serpeverde, per fortuna non c'è nessuno.
- Malfoy!- grido avvicinandomi minacciosamente.
- Cosa c'è mezzosangue e... la perfettina dei grifondoro.- l'ultima frase è riferita a me naturalmente.
- Come hai osato chiamarla mezzosangue?!- grido.
- È naturale, io insulto i...-
- Stupeficium! Così... impari.- rispondo sfregandomi le mani e tornando nella sala comune.

- Tutti pronti?- chiede Harry prendendo il mantello dell'invisibilità regalatogli per il suo compleanno.
Annuiamo.
- Andiamo.- dice Ronald.
Siamo davanti alla porta del corridoio al terzo piano, controlliamo che Gazza o msr.Purr non siano tra i piedi ed entriamo, quel corridoio è veramente inquietante, cinque statue di granito rappresentano persone dal volto spaventoso, le ragnatele, che nelle stanze di Hogwarts non sembrano esistere, lì esistono e non sono a statura normale ma sembrano fatte da ragni giganti.
Prima di aprire la porta per la stanza con la botola ci infiliamo il mantello dell'invisibilità sulla testa, il cane dorme, tanto meglio, va tutto bene finchè Ron mette il piede su un'asse scricchiolante facendo così svegliare il cane. Ci dirigiamo verso la botola il più velcemente possibile ma come immagino i guai non sono finiti, una pianta, come le sabbie mobili ci avvolge a sè.
- Tranello del diavolo!- grida Hermione.
- Cosa!?- esclama Ronald.
- Non muovetevi, vi ucciderà più lentamente!- continua Hermione fermandosi, lo stesso fa Harry e io.
- Come posso stare fermo sapendo che questa pianta vuole uccidermi!?- grida Ron.
Noi intanto siamo finiti in un reparto sotto la pianta.
- Non starà fermo vero? - chiede la ragazza guardandoci a turno.
-No.- diciamo in coro io e Harry.
- Ah, Lumos Solem!- grida la ragazza puntando la bacchetta contro la pianta.
Ron cade a terra davanti a noi.
- Ohi, ohi.- dice massaggiandosi la schiena.
- Dai, su andiamo!- dico incoraggiandoli a seguirmi.
Ci troviamo in un'altra stanza, procediamo verso la porta di legno davanti a noi, ma, senza stupore capiamo che è chiusa.
- Hermione, puoi fare qualcosa?- le chiedo girandomi verso si lei.
- Spostatevi. Alohomora. - e come la prima volta la porta si apre.
- Entriamo.- dico.
Ci troviamo davanti a una scacchiera gigante, proviamo ad attraversarla ma la statua della regina, disposta sulla scacchiera si muove in avanti sfoderando la spada, costringendoci ad indietreggiare uscendo dalla scacchiera e, la regina, come si era mossa in avanti torna indietro.
- Dobbiamo finire la partita altrimenti non riusciremo a passare.- conclude Ronald - Hermione tu vai nella posizione della torre, Harry nella posizione del re e tu Nicole nella posizione del fante, io sarò il cavallo.-
Dopo una lunga partita a scacchi non riusciamo più ad andare avanti.
- Devo sacrificarmi. - dice Ronald.
-No!- continua a gridare Hermione.
- Devo farlo! Mi farò mangiare dalla regina, in modo che Harry riesca a fare scacco matto.- risponde Ron.
La ragazza cede e Ronald dice:
- Cavallo in a5.-
Il cavallo si mosse e quel movimento è poi seguito dalla regina che, con la sua spada distrugge la statua del cavallo.
Hermione cerca di dirigersi da Ron che giace a terra quando il mio no la fa fermare.
Harry cammina verso il re e pronuncia:
- Scacco matto. - la spada che fino a quel momento è rimasta in mano al re cade ai piedi del ragazzo.
Hermione si dirige da Ron, dicendo a Harry:
- Harry tu vai, io e Nicole porteremo Ron in infermeria. -
Accorgo in suo aiuto, prendendo il braccio di Ronald insieme a lei.
Harry intanto apre la porta entrando in una stanza con due gradinate di scale.
Un uomo, quell'uomo si osserva allo specchio che, quel pomeriggio Harry si era fermato ad osservare, vedendo i suoi genitori, mentre Ron, che aveva chiamato poco dopo aveva visto sè stesso con in mano la coppa di quiddicht.
- Potter.- dice la figura voltandosi, il professore Raptol. - vieni qui!-
Il ragazzo si avvicina subito al professore che davanti allo specchio gli chiede:
- Che cosa vedi?-
Harry si osserva, non c'erano più i suoi genitori, ma si vede con in tasca qualcosa, si infila la mano nella tasca e, con suo grande stupore il contenuto del pacchetto era lì.
- Io, ho in mano la coppa di quiddicht.- mente Harry.
- Bugie.- dice una voce di sottofondo.
- Di la verità!- grida Raptol, piano piano inizia a sfilarsi il turbante e orribilmente Harry vede, come se si potesse toccare, la lealtà di Raptol, che come molti è rivolta verso il Signore oscuro, al viso pelato di Raptol si è aggiunto il volto di Voldemort.
Harry cerca di indietreggiare ma le fiamme che poco prima hanno circondato lo specchio glielo impediscono.
- Sii intelligente Potter, perchè rischiare una morte atroce quando puoi darmi la pietra filosofale e unirti a me?- dice colui che non deve essere nominato.
- Mai!- grida Harry prendendo in mano la pietra.
- Uccidilo!- dice Voldemort.
Raptol prende la sua bacchetta e pronuncia:
- Avada Kedavra!-
Dalla bacchetta usce un verde lampo luminoso che va attorno ad Harry, ma non gli provoca alcun dolore.
- Sciocco! Ha la pietra!- lo insulta lord Voldemort.
Harry gli si avvicina e gli strinse con le mani il viso che comincia a bruciare e seccare; quando del corpo di Raptol rimasero solo ceneri, colui che non deve essere nominato esce dal suo corpo e si dirige verso il ragazzo attraversandolo, facendolo svenire con la pietra in mano mentre lo spirito di Voldemort se ne andava.

la magia non è un sogno: destinati da una sceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora