epilogo

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"Ora lascia che ti dica una cosa ragazzino: è solo con il cuore che si vede veramente. L'Essenziale e invisibile agli occhi."

Quando di solito la mattina ti svegli, ogni pensiero è chiuso in una stanza, da una chiave, solo quando realmente ti servono, la chiave si gira e... ne esce il pensiero.
Quella mattina non fu così.
Ebbene, mi ritrovo a pensare che se Draco Malfoy fosse venuto a vivere a casa mia, Narcissa sarebbe rimasta da sola, ma dopotutto...
Quello è il pensiero che mi assilla da giorni. Non il matrimonio; non che avrei dovuto fare da bada a Ted per un mese; A Narcissa.
Mi dirigo alla cucina, come al solito devo cucinare io, dato che non sono ancora riuscita a parlare con mia madre; fischiettando allegramente cammino fino ai fornelli e inizio a cucinare la pappa per Teddy... o almeno questo è quello che faccio finchè una figura bionda non suona al campanello, e io sono costretta ad andare ad aprire.
- Ted, vieni! È pronta la colazione.- lo chiamo, poco prima di aprire.
- Arrivo, mama.- risponde il piccolino camminando verso di me.
Apro la porta e, Draco entra in casa, ponendo, con la magia, la giacca all'attaccapanni.
Ted mi si avvicina e io lo sollevo, facendolo sedere sul divano.
- Ma quanto sei carino!- lo adulo.
Lui tinge i suoi capelli di blu, e scoppia in una piccola risata.
Torno ai fornelli e lasciando sul fuoco, una teiera piena di cioccolata con un po' di latte, prendo la colazione di Ted e sedendomi di fianco a lui, inizio a imboccarlo.
- Posso?- chiede Draco osservandomi.
- Grazie.- rispondo lasciandogli la ciotolina e correndo a prendere due bicchieri ripieni di cioccolata.
- Apri la bocca, che arriva il trenino, ciuf! Ciuf!- dice il biondo muovendo il cucchiaio, come un treno.
Prendo la ciotola vuota e gli porgo una tazza, accorgendomi solo dopo che lui ha la mia di tazza!
- DWACO!- dice il piccolo lupacchiotto.
- Tu mi disgusti piccolo bambino lupo.-
Ridiamo insieme, finchè io appoggio la tazza sul tavolino di vetro e prendo il piccolo sulle gambe iniziando a farlo saltellare, piccoli saltelli.
Sbadiglio.
- Forse sarei dovuto arrivare più tardi...-
- No, tranquillo.-
Sbadiglio di nuovo. Okay, forse ho veramente sonno.
- Meglio se ti vai a riposare, ci sto io con Ted.-
- Ma... non devi andare da tua madre?-
- Vai a riposarti.-
Accetto la proposta a malincuore e mi dirigo alla mia camera, dove il letto mi attende.
Poche ore dopo...
Mi risveglio e scendo in fretta le scale.
Come immaginavo Draco non c'è più, mentre il piccolo bambino dorme beato sul divano.
- Su, vieni Teddy.- sussurro sollevandolo per portarlo nel suo lettino.
- Alla fine si è addormentato.-
- Draco! Mi hai fatto prendere un colpo!- sussurro ancora per non svegliarlo.
Lui ride.
Cosa sarebbe successo undici anni dopo.
Stazione di kingcross, 1° settembre.
- Abigail! Abigail!- mi chiama Scorpius.
- Cosa c'è?-
- Non sai, quello che ho visto! Il nostro Ted si baciava con una ragazza bionda, quando mi hanno visto...-
- E tu li hai interrotti?!-
- Sì.-
Il treno sbuffa fumo bianco, segno sella partenza.
- Ehi! Ab, vieni!- mi chiama mio cugino ormai lontano, mano nella mano con una ragazza... aspetta, mano nella mano?! Quel ragazzo mi stupisce più di mio fratello.
- Arrivo subito.-
Una mano si pone sulla mia spalla:
- Sebbene le paure ci affliggono, esiste qualcosa di ben più grande.-
- Cos'è?-
Lei sorride prima di peonunciare la beneamata parola:
- La speranza.-
- Mamma, io ho paura, e se non mi mettono in serpeverde?- dico prendendo la mano della mamma.
- Abigail, è così importante per te andare in serpeverde? -
- Sì.-
- Se è così importante... non devi fare altro che chiederlo, il capello parlante tiene conto della tua scelta.- risponde ingicchiandosi alla mia altezza.
- Davvero?-
- Sì, Abby.-
- In carozza! Dai, corri!- afferma prima di spingermi verso l'ingresso del treno.
Mi siedo nella prima cabina che trovo libera, e mi osservo intorno:
Una ragazza rossa, occhi blu-verdi, e una marea di lentiggini sparse sul viso, al suo fianco una ragazza bionda, magari è lei la ragazza segreta di Ted...
- Piacere, io sono Rose.-
- Piacere mio, Abigail... uhm, una Weasley, giusto? Ti ho riconosciuta dalle lentiggini.-
- E tu... una Malfoy! I capelli biondi come la pece nessuno ingannano.-
- Io Victoire.-
- Una... una Weasley, anche tu!-
- Esattamente, Abigail.-
- Abby.-
Sorrido e mentre il treno parte, sporgo il viso dal finestrino e saluto i mie genitori, uno nelle mani dell'altro.
- Che resti tra noi... per puro caso, sei tu la ragazza di Ted?-
Lei si guarda intorno con circospezione, poi sussurra:
- Sì, sono io.-
- Di che legno è la tua bacchetta, Vic?-
- Salice... e la tua?-
Inizio a raccontare:
- Meraviglioso, meraviglioso. Undici pollici e mezzo, legno di pioppo bianco e... piuma di fenice.-
Osservai stupita il lungo pezzo di legno che sarebbe diventato la mia bacchetta.
-Sa... si dice che una bacchetta di pioppo bianco fosse un requisito indispensabile per entrare a far parte di un famigerato club clandestino di duellanti del XVIII secolo, chiamato dai suoi membri 'Le Lance d'Argento'. Secondo...-
- Frena, frena, frena. Quindi le Lance d'argento sono veramente esistite?- chiede Rose.
- Lasciami finire.-
- Secondo la mia esperienza, il proprietario di una bacchetta di pioppo bianco di solito è una persona forte e determinata, più facilmente attratta, rispetto agli altri, dalle imprese di ricerca e dai nuovi ordinamenti.- disse con aria sognante.-
- Quindi?-
- Non lo so neanche io. Olivander non è riuscito a finire.-
Rose si rilassa.
Raggiunta Hogwarts...
- Primo anno! Primo anno!- chiama Hagrid a gran voce.
- HAGRID!- grida Rose correndo ad abbracciarlo, beh... per quello che può.
- Oh, mia cara Rose, Albus, James. Abigail!-
Mi avvicino tremolante al mezzogigante e lui mi da' una pacca sulla spalla, così forte, da farmi quasi cadere a terra.
- Forza, ora entriamo a Hogwarts!-
Poco più tardi...
Tutti insieme arriviamo alla scuola e, la Mc.Granitt, come aveva sempre fatto, prende il cappello e lo posa sulla sedia, qui inizia la canzone:
Un tempo, quand'ero assai nuovo berretto
e Hogwarts neonata acquistava rispetto,
i gran fondatori del nobil maniero
sortivan tra loro un patto sincero:
divisi giammai, uniti in eterno
per crescere in spirito sano e fraterno
la scuola di maghi migliori del mondo,
per dare ad ognuno un sapere profondo.
'Insieme insegnare, vicini restare!'
Il motto riuscì i quattro amici a legare;
perché mai vi fu sodalizio più vero
che tra Tassorosso e il fier Corvonero,
e tra Serpeverde e messer Grifondoro
l'unione era salda, l'affetto un ristoro.
Ma poi cosa accadde, cosa andò storto
per rendere a tale amicizia gran torto?
Io c'ero e ahimè qui vi posso narrare
com'è che il legame finì per errare.
Fu che Serpeverde così proclamò:
<< Di antico lignaggio studenti vorrò >>.
E il fier Corvonero si disse sicuro:
<< Io stimerò sol l'intelletto più puro >>.
E poi Grifondoro: << Darò gran vantaggio
a chi compie imprese di vero coraggio >>.
E ancor Tassorosso: << Sarà l'uguaglianza
del mio insegnamento la vera sostanza >>.
Fu scarso il conflitto all'inizio, perché
ciascuno dei quattro aveva per sé
un luogo in cui solo i pupilli ospitare,
e a loro soltanto la scienza insegnare.
Così Serpeverde prescelse diletti
di nobile sangue, in astuzia provetti,
e chi mente acuta e sensibile aveva
dal fier Corvonero ricetta otteneva,
e i più coraggiosi, i più audaci, i più fieri
con ser Grifondoro marciavano alteri,
e poi Tassorosso i restanti accettava,
si, Tosca la buona a sé li chiamava.
Allora le Case vivevano in pace,
il patto era saldo, il ricordo a noi piace.
E Hogwarts cresceva in intatta armonia,
e a lungo, per anni, regnò l'allegria.
Ma poi la discordia tra noi s' insinuò
e i nostri difetti maligna sfruttò.
Le Case che con profondissimo ardore
reggevano alto di Hogwarts l'onore
mutarono in fiere nemiche giurate,
e si fronteggiaron, d'orgoglio malate.
Sembrò che la scuola dovesse crollare,
amico ed amico volevan lottare.
E infine quel tetro mattino si alzò
che Sal Serpeverde di qui se ne andò.
La disputa ardente tra gli altri cessava
ma le Case divise purtroppo lasciava,
né furon mai più solidali da che
i lor fondatori rimasero in tre.
E vi dico qualcosa ch'è senza l'uguale:
e dunque, vi prego, attenti ascoltate
e del mio messaggio tesoro ora fate.
solo una cosa pavento sapere.
Non so se sia utile voi separare:
la fine che temo potrà avvicinare.
Scrutate i pericoli, i segni leggete,
la storia v'insegna, su, non ripetete
l'errore commesso nel nostro passato.
Adesso su Hogwarts sinistro è calato
un grande pericolo, un cupo nemico
l'assedia da fuori, pericolo antico.
Uniti e compatti resister dobbiamo
se il crollo di Hogwarts veder non vogliamo.
Io qui ve l'ho detto, avvertiti vi ho...
'Uniti restare, vicini insegnare."
Piton e la professoressa Mc.Granitt si guardano stupiti, il cappello non aveva più parlato della divisione dei quattro maghi da beh... moltissimo tempo.
Cosa significava quindi tutto ciò?

Ecco a voi l'ultimo capitolo di questo libro, ho già in mente le idee per il sequel pertanto... buona lettura a tutti e buon Sabato.
Il nuovo libro si chiama Destinati da una profezia.

la magia non è un sogno: destinati da una sceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora