Dopo essere tornata a casa dalla stazione di polizia, Luce era andata in camera sua e si era infilata nuovamente sotto le coperte.
Si sentiva stanca e spossata. Per lei e la sua famiglia era stata un'impresa affrontare quella folla di giornalisti e fotografi, con le loro domande. Avvoltoi, così li aveva definiti il detective Lachowski e non aveva tutti i torti. Avevano trovato la propria preda e non l'avrebbero lasciata andare tanto facilmente, gli avrebbero dato la caccia avventandocisi sopra fino a quando non ne avrebbero ricavato una bella storia.
Era una cosa orribile.
Lì in camera sua, con la pioggia che continuava a cadere e a tamburellare contro il vetro, avvolta come in un bozzolo dalle coperte, sentiva di poter aver pace.
Ci rimase tutto il giorno, era lì quando suo padre mandò su una delle cameriere con il pranzo. Era ancora lì, quando suo padre le portò la cena. E non si era mossa, se non per fare una puntata in bagno. Quella notte sua madre la raggiunse, le si sdraiò accanto e rimase lì con lei. Bonnie la tenne stretta a sé come non faceva da tanto tempo, e la ragazza realizzò che le era mancato. Sua madre era sempre stata una donna affettuosa, quando era una bambina la metteva a letto tutte le sere, le si sdraiava accanto e le cantava una ninna nanna mentre le accarezzava i capelli fino a farla addormentare. Quel giorno, Luce tornò ad essere bambina, sua madre cantò per lei tutte le canzoni che conosceva fino a quando il sonno non ebbe la meglio su entrambe e i loro occhi si chiusero lentamente, fino ad addormentarsi.
Domenica mattina al risveglio della ragazza la donna non c'era più. Luce si alzò dal letto e andò in bagno per farsi una doccia, sulla strada di ritorno verso la sua camera passò in cucina afferrò una ciotola e un cucchiaio dalla lavastoviglie, la confezione di Coco Pops dalla credenza e il latte dal frigo. E tornò in camera sua, dove si sedette alla scrivania per ripassare per l'esame di fisica, mentre sgranocchiava una tazza di cereali.
Nel pomeriggio fu raggiunta da Taylor. La ragazza sembrava uno straccio. Era pallida e aveva due macchie scure sotto gli occhi.
«Hai studiato per il test?» Le chiese Luce, sedendosi sul letto accanto a lei.
L'amica si avvicinò alla finestra e l'aprì, fuori il cielo era plumbeo e una fitta coltre di nubi nascondeva la luce del sole, ma aveva smesso di piovere e la fredda brezza autunnale era piacevole.
Taylor tirò fuori un pacchetto di sigarette, ne estrasse una, se la portò alle labbra e la accese. Cattivo segno, la ragazza sapeva che l'amica fumava solo quando c'era qualcosa che la preoccupava. Non che il trovare il cadavere di una ragazza fosse una cosa da poco, era evidentemente turbata e sembrava non essersi ripresa completamente dallo shock.
«Ma che, non riesco nemmeno a pensare.» Replicò, sporgendosi verso la finestra per sputare fuori una nuvoletta di fumo.
«Ogni volta che chiudo gli occhi o provo a concentrarmi su qualcosa, io...» Taylor lasciò la frase in sospeso scuotendo il capo come se stesse cercando di scacciare qualcosa dai suoi pensieri.
Luce sapeva esattamente di cosa si trattava, ci stava pensando anche lei. Ogni volta che si permetteva di fermarsi e riflettere, il ricordo di quel suono chiaro e cristallino che l'aveva guidata fino al corpo di Sarah Matthews, le faceva venire i brividi.
«Stavo pensando che potremmo non andare a scuola.» Suggerì lei, cercando lo sguardo dell'amica.
«No.» Fu il fermo diniego dell'altra. «Non possiamo farlo, è quello che tutti loro si aspettano.»
Luce era perplessa. «Che cosa intendi dire?»
«La storia è già sulla bocca di tutti. Sanno che siamo state noi a trovare il corpo e le persone non la smetteranno mai di parlare fino a quando non vedranno che la cosa non ci ha fatto a pezzi.»
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The Whispers
Paranormal[IN REVISIONE] Luce Robertson è una normale ragazza del liceo. Fa parte del giro giusto, è bella, popolare, ama andare alle feste e divertirsi. È un normale sabato sera quando la sua vita improvvisamente cambia. Mentre si trova ad un party organizz...