«E adesso?» le chiese Taylor, una volta uscite dall'istituto.
Bella domanda: e adesso?
Durante la notte, Luce aveva riflettuto a lungo su quelle che sarebbero state le sue prossime mosse. Aveva deciso di prendere il controllo della situazione, anche se, ancora non sapeva come. Aveva stilato una lista di cose da fare.
La prima era recarsi da sua zia, voleva farle visita e chiederle informazioni. Non immaginava che non avrebbe ottenuto nulla di utile, e questo aveva fatto vacillare le sue convinzioni.
Il che la riportava al secondo punto della sua lista: il detective Lachowski. Aveva riflettuto sulla sua capacità, sul suo potere di trovare i corpi delle vittime, il legame che instaurava con queste, il fatto di riuscire a percepire le loro emozioni e quello di ottenere i loro ricordi. E si era chiesta se il suo dono, non potesse risultare utile alla polizia, in qualche modo.
Non sarebbe mai andata direttamente in centrale per chiederglielo, quindi doveva trovare un altro modo per farlo. Adesso però, non aveva nulla di pratico da offrirgli.
Se non era in grado di controllare quel potere, come poteva servire alle indagini?
Luce guardò la sua migliore amica accendersi una sigaretta, prendere un tiro e sputare fuori una nuvoletta di fumo: Taylor era nervosa.
«Adesso faccio una chiamata», la informò, infilando una mano nella borsa per cercare il cellulare.
«Non dirmi che vuoi chiamare Matthews?» sbuffò l'altra, sembrava infastidita.
«No, non chiamerò Miles», la rassicurò, soprattutto per ricordare a sé stessa che aveva deciso di non coinvolgere in nessun modo il ragazzo.
Miles aveva giocato un ruolo importante nella sua scelta. Era per lui che era arrivata alla conclusione che, per lei, era arrivato il momento di agire. La sua sofferenza le aveva ricordato, che c'erano altre persone come lui che avevano perso qualcuno e che non si davano pace per questo. L'idea di non fare nulla per quelle persone la tormentava.
E se con il suo aiuto avesse impedito ad altre persone di provare lo stesso dolore che aveva scorto sui visi affranti della madre di Miles e della signora Rivers?
Se fosse riuscita ad impedire che ci fosse altra Sarah, o una seconda Marina? Non sarebbe mai riuscita a perdonarsi sapendo di non aver fatto nulla per evitarlo.
Non poteva più rimanere in disparte a guardare le persone soffrire, doveva mettersi in gioco.
Doveva agire. Poteva fare qualcosa per quelle persone, e doveva farlo.
Non ci sarebbero state altre ragazze scomparse, avrebbe trovato un modo per evitarlo.
Con il tempo avrebbe capito come controllare la sua capacità, per il momento voleva solo ottenere altre informazioni.
La polizia aveva già dei sospettati? Chi stavano cercando?
«Chi stai chiamando?» la incalzò l'altra, senza riuscire a trattenere la sua curiosità.
Non le rispose, prese il cellulare tra le mani e digitò il numero sulla tastiera: l'aveva imparato a memoria.
Attese, mentre il telefono squillava, il tempo sembrò dilatarsi. Ogni squillo sembrava lungo ore e ogni istante che passava era perduto.
L'uomo rispose al quinto squillo.
Luce mise la chiamata in vivavoce, così che anche Taylor potesse sentirla.
«Detective Lachowski», la sua voce le arrivò leggermente distorta attraverso l'apparecchio.
«Sono Luce Robertson», le comunicò la ragazza, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
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The Whispers
خارق للطبيعة[IN REVISIONE] Luce Robertson è una normale ragazza del liceo. Fa parte del giro giusto, è bella, popolare, ama andare alle feste e divertirsi. È un normale sabato sera quando la sua vita improvvisamente cambia. Mentre si trova ad un party organizz...