Capitolo 14.

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Sembrava che l'ultima ora proprio non volesse saperne di giungere al termine. Le lancette continuavano a rincorrersi, mentre i secondi scorrevano con una lentezza inesorabile. Luce non riusciva a staccare gli occhi dall'orologio, appeso sopra alla cattedra della sua insegnante. Miles sarebbe passato a prenderla alla fine delle lezioni, e lei non riusciva a pensare ad altro. Non stava più nella pelle dall'emozione di rivederlo.

Ci aveva pensato per tutto il fine settimana, soprattutto dopo il sabato trascorso con la sua migliore amica. C'erano così tante cose che doveva chiedere al ragazzo, così tante cose che ancora non sapeva di lui. La prima fra tutte, il suo cognome. In un primo momento le era sembrato un dettaglio insignificante, ma poi si era resa conto che non lo era affatto.

Vivevano nell'era di internet e dei social network, bastava digitare un qualsiasi nome Google che era possibile trovare informazioni su qualsiasi persona. Era possibile che lui l'avesse cercata, che sapesse più cose di lei di quanto lei pensasse. E trovava la cosa leggermente inquietante.

Era tutta colpa di Taylor, lei le aveva messo la pulce nell'orecchio e adesso non riusciva a liberarsi dalla sensazione che il ragazzo le nascondesse qualcosa.

La giovane cercò di scacciare via quei pensieri dalla mente. Aveva già abbastanza problemi, non aveva bisogno di crearsene degli altri.

Quella mattina era stata di nuovo dalla dottoressa Wilson, che le aveva cambiato i sonniferi dopo aver scoperto che quelli che le aveva prescritto non stavano sortendo l'effetto desiderato. Non del tutto. Sebbene dopo averli presi non riuscisse a tenere gli occhi aperti, gli incubi continuavano a tormentarla. Ogni notte.

Luce distolse lo sguardo dall'orologio per tornare a concentrarsi sulla lezione, sapeva che era inutile continuare a fissare l'orologio. Doveva distrarsi, la cosa migliore da fare era prendere appunti.

La ragazza aprì il quaderno su una pagina nuova, prese la penna in mano e iniziò a scrivere tutto quello che usciva dalla bocca della signora Haas, come se fosse sotto dettatura.

Quando finalmente suonò la campanella, raccolse tutte le sue cose e si diresse verso il suo armadietto.

Era impaziente di lasciare i suoi libri e correre verso il parcheggio della scuola, dove Miles l'avrebbe raggiunta al termine delle lezioni. Prima che potesse arrivare il suo armadietto, fu intercettata da Taylor.

«Dove andiamo?» Le chiese affiancandosi a lei.

Luce alzò gli occhi al cielo esasperata, Taylor voleva conoscere Miles.

«Tay, ne abbiamo già parlato. Non verrai all'appuntamento con me.»

«Lucille, ne abbiamo già parlato. Questo ragazzo non mi convince, voglio conoscerlo» Le fece eco l'amica, mentre avanzavano lungo il corridoio.  «Una volta che avrò dato la mia approvazione, sarai libera di uscirci.»

«Non mi ricordo di averti dato la mia benedizione per uscire con Heldon» le fece notare, fermandosi davanti al suo armadietto.  «O di non essere mai uscita insieme a voi».

Al dire il vero, Luce non sapeva nemmeno quando i due avevano iniziato a frequentarsi. Era semplicemente successo. Il giorno prima erano semplici amici, il giorno dopo ci stavano dando dentro sui sedili posteriori della macchina della sua migliore amica.

Taylor scosse la testa, come se volesse scacciare quell'immagine dalla sua testa. «È meglio così.»

L'amica le lanciò un'occhiata di fuoco e aprì il suo armadietto. La discussione era chiusa, non le avrebbe permesso di partecipare al suo appuntamento. O di conoscere Miles, praticamente non lo conosceva nemmeno lei.

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