Le ci volle un po' più del dovuto, ma, alla fine la consapevolezza di quello che era successo, la colpì come uno schiaffo in pieno viso.
Il bosco, Marina Rivers, i federali, la madre della povera ragazza, e il rinnovo della promessa strappata a Lachowski: erano un bel po' di cose da assorbire, per una ragazza che, oramai, viveva in un perenne stato di shock.
La storia si stava ripetendo e lei era tornata al punto di partenza.
C'erano nuove immagini a tormentarla, tutte degne di uno dei migliori film horror di Hollywood. Il racconto procedeva, mentre la trama si infitta sempre di più e a lei non era stato fornito alcun copione.
Non riusciva a comprendere quale fosse realmente il suo ruolo in tutta quella vicenda, ma come poco prima aveva fatto notare Carrera, era strano che continuasse a trovare i corpi delle ragazze scomparse.
La cosa iniziava a metterle i brividi. E se prima aveva dubitato della sua sanità mentale, adesso, iniziava davvero a credere di essere pazza. E doveva ammettere la cosa la terrorizzava, più di quanto non facesse l'idea di incorrere nell'ira funesta di sua madre.
Come se non bastasse, la cosa era trapelata. E una nuova ondata di avvoltoi si era avventata sulla città. I giornalisti: quegli uccellacci senza scrupoli, erano planati sulla notizia con il loro artigli e se la contendevano in un duello all'ultimo sangue. Una guerra che non avrebbe condotto a nulla visto che, non c'erano premi in paio. Stavano speculando sulla sofferenza di una madre, usando il dolore di una povera donna che aveva appena scoperto di aver perso la figlia per sempre, solo per riempire le pagine dei loro giornali e aumentare le vendite, e non se ne rendevano nemmeno conto.
Luce era sempre più disgustata dal mondo in cui era costretta a vivere.
Una volta a casa andò in camera sua e chiuse la porta a chiave, voleva restare da sola. Aveva bisogno di riflettere.
Le parole dell'agente Carrera, come un veleno stillato nelle sue orecchie, continuavo ad echeggiare nella sua testa. Ribalzavano da una parete all'altra della sua mente, e non riusciva a farle tacere. Erano più insistenti delle voci che l'assediavano di solito, ed era per lei impossibile non pensarci.
Non poteva nemmeno dimenticare il modo in cui aveva reagito sua madre, il modo in cui l'aveva guardata durante tutto il tragitto che dalla stazione di polizia li aveva riportati a La Locanda. Sembrava che le stesse nascondendo qualcosa. Ma che cosa?
Non le veniva in mente proprio nulla. O per lo meno, nulla che valesse la pena di essere celato.
La famiglia di sua madre era trasparente come l'acqua, quella di suo padre invece... Non sapeva molto sul suo passato.
La ragazza ripensò a quel poco che conosceva sulla famiglia di Joe: il padre era morto quando oramai era già grande-ma prima che lei nascesse-, la madre invece era mancata quando lui era solo un ragazzino. Non rimembrava esattamente quando o come, era praticamente un argomento tabù in casa: era proibito parlarne o farvi anche solo riferimento.
La cosa iniziò a insospettirla: perché non raccontarle che cosa era successo a sua nonna? Che cosa non le dicevano? E perché?
Così tante domande, e nessuna risposta. Nessuna che lei riuscisse a trovare.
Si sedette ai piedi del letto, appoggiando la schiena contro la parete e rivolse lo sguardo fuori dalla finestra.
Studiò i boschi con timore reverenziale: non erano più sicuri, e adesso ne era certa. Non avrebbe più guardato a quegli alberi nello stesso modo, non avrebbe più cercato rifugio tra i loro tronchi, o passeggiato intorno alle loro radici. Il solo pensiero le faceva accapponare la pelle.
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The Whispers
Paranormal[IN REVISIONE] Luce Robertson è una normale ragazza del liceo. Fa parte del giro giusto, è bella, popolare, ama andare alle feste e divertirsi. È un normale sabato sera quando la sua vita improvvisamente cambia. Mentre si trova ad un party organizz...