La mattina seguente Bonnie non le rivolse la parola. Gli occhi della donna fissavano il contenuto della tazza che teneva tra le mani, e scrutavano il caffè che conteneva come se al suo interno avrebbe trovato le risposte a tutte le sue domande. Era irriconoscibile, con il viso scavato e gli occhi gonfi per il pianto. Sembrava che le avessero risucchiato via l'anima, privandola di tutta la sua luce: sembrava un fantasma. Un altro spettro il cui ricordo l'avrebbe tormentata.
Luce puntò i piedi per terra; per trattenersi dal correre da lei, inginocchiarsi al suo cospetto e implorare la madre di perdonarla per essere stata così stupida. L'aveva ferita, lo sapeva, e le faceva male. La donna sollevò lo sguardo dalla sua bevanda calda, e lo posò sulla figlia, limitandosi ad osservarla con occhi vuoti e spenti mentre questa usciva di casa. Luce non si degnò nemmeno di salutarla: era lei quella a cui avevano sconvolto la vita, per l'ennesima volta. Non le avrebbe permesso di farla sentire in colpa per qualcosa su cui non esercitava nessun potere. Chiuse la porta, con il cuore stretto in una morsa, un macigno le gravava sul petto lì dove risiedeva il suo cuore. Scese le scale e si diresse verso la macchina; suo padre l'attendeva con il motore acceso.
Anche Joe aveva l'aria di essere prostrato, ma a differenza della moglie, non avrebbe mai attribuito la colpa della sua sofferenza alla figlia.
«Voglio vederla» ripeté, prendendo posto sul sedile del passeggero e allacciandosi la cintura.
L'avrebbe ripetuto all'infinito, se necessario. Non aveva la benché minima intenzione di cedere su quel punto.
«Luce, credo che dovresti aspettare un po'» provò a dire l'uomo. Le dita erano così strette intorno al volante, che la pelle sopra alle nocche era così tesa da sembrare bianca.
La ragazza seduta al suo fianco scosse la testa.
Non c'è più tempo, diceva una vocina dentro la sua testa. E per una volta, era la sua. Avevano atteso anche troppo per rivelarle la verità. Si erano spinti troppo oltre, ed era lei a dover affrontare qualcosa che non riusciva a capire pienamente. La spiegazione di suo padre era stata a dir poco confusionaria. E l'unica persona in grado di dipanare la matassa di domande che, come un filo di lana, si stava aggrovigliando sempre di più nella sua testa, era rinchiusa in una clinica. Aveva bisogno di lei.
Zia Eleanor, continuava a cantilenare la Luce bambina. Zia Eleanor: non rammentava nulla di quella donna. Sebbene la voce che la chiamava nel suo ricordo era briosa.
«Concedi prima a tua madre un po' tempo per riprendersi» la supplicò, con gli occhi e con la voce. «Poi ti accompagnerò da lei.»
«Non costringermi a ripetermi, papà.» Era risoluta, ferma: una vera Kampenfelt.
Joe non aggiunse altro, la conosceva abbastanza bene da sapere che non avrebbe lasciato perdere. Luce, quando voleva, sapeva essere risoluta e determinata, proprio come sua madre. Se si metteva qualcosa in testa era difficile provare a convincerla del contrario.
L'accompagnò a scuola, guidando il silenzio. La figlia lo studiò a lungo e attentamente, le sembrava di non conoscere quell'uomo. Era nervoso: le dita continuavano a tamburellare frenetiche contro la pelle del volante, mentre teneva lo sguardo puntato fuori dal parabrezza. Quando alla fine si fermarono dentro al parcheggio del liceo, si voltò verso di lei.
«A tua madre non piacerà» la informò, prima di infilarsi la mano nella tasca della pesante giacca verde militare che indossava. Dopo qualche secondo ne estrasse un post it azzurro, uno di quelli che di solito usavo alla reception per segnalare la cancellazione di una prenotazione, e lo consegnò alla ragazza.
Luce lo prese tra le mani e lo stirò con le dita, prima di studiarlo: era un indirizzo di Amherst. Sua zia viveva a poco più di venti minuti di macchina da lì, e lei non ne sapeva niente?
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The Whispers
Übernatürliches[IN REVISIONE] Luce Robertson è una normale ragazza del liceo. Fa parte del giro giusto, è bella, popolare, ama andare alle feste e divertirsi. È un normale sabato sera quando la sua vita improvvisamente cambia. Mentre si trova ad un party organizz...