Capitolo 16

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Le due piccole compagnie si divisero appena dopo mezzogiorno. Il giovane e Sivert lasciarono subito Fogabizia, mentre Barry e gli altri attesero il mattino successivo prima di mettersi in marcia. Edwald aveva consegnato ad Achal una lettera per la sua Azura, raccomandandosi di recapitarla personalmente. Al ragazzo non parve un gesto così insolito: non poteva immaginare che quelle poche righe erano indirizzate alla donna amata, piuttosto che alla Governatrice.
Abo camminava con lo sguardo fisso nel vuoto, come se quella strada la conoscesse a memoria. Ciò che lo rendeva assente era il pensiero fisso di quella ultima notte d'amore. Ripensava agli sguardi di quegli attimi intensi, alla pelle liscia della compagna e al suo viso delicato caduto in un sonno profondo. L'amava. Ora, così distante, lo sentiva nel più profondo del cuore.
«A cosa stai pensando?» Kir interruppe il suo dolce vagare.
«Scusa?»
«Sei da un'altra parte, va tutto bene?»
«Sì, ma il pensiero di quel Ghirod al castello, mi rende nervoso!» mentì, ma non del tutto.
«Sii fiducioso. Achal e Sivert lo faranno sistemare ben bene.»
«Speriamo!» Edwald conosceva bene il Consigliere. Non si capacitava come una persona coerente e affidabile potesse all'improvviso rivelarsi di tutt'altra natura. Che cosa spera di ottenere? Denaro? Potere? I dubbi gli attanagliavano la mente. Sarà Ghirod l'unico responsabile o farà capo a qualcun altro?
Per ora era impossibile saperlo. Davanti a loro solo molta strada da percorrere e un unico obiettivo: trovare Helen Demetrick.
Edwald e gli altri camminarono per dieci giorni di fila, di paese in paese, seguendo la Strada del Viandante senza intoppi ne premura. La sera dell'undicesimo giorno giunsero a Zaly: un villaggio addossato ad una morbida collina, dalle case costruite di solida pietra e dai tetti a cono.
Barry era già stato in quel luogo altre volte: ricordava perfettamente la piccola piazza con al centro il pozzo per l'acqua, la Locanda del Pastore infuriato e ovviamente, l'abitazione del suo caro vecchio amico Berard.
La luna brillava già intensamente quando l'armaiolo attendeva davanti all'uscio della sua casa. «Chi è là fuori?» domandò qualcuno dall'interno.
«Il tuo Contatempo funziona ancora molto bene!»
«Leonard?» Il chiavistello scorse tra le due piastre e una mano, un naso e un occhio comparvero tra il muro e la porta ancora socchiusa. «Che cosa sei venuto a fare qui?» Pareva scosso.
«Così si accoglie un amico venuto da lontano?»
«Vedo che non sei solo...» Il padrone di casa uscì facendo attenzione a non rimanere chiuso fuori, poi guardò con circospezione a destra e a sinistra. «Entrate. Forza, in fretta, in fretta!»
I tre guizzarono all'interno. L'uomo oscurò le finestre e spense tutte le candele eccetto una. Nella penombra si distinguevano solo i capelli grigiastri, scompigliati fino alle spalle e il grosso naso ad aquilino.
«Cos'è questa agitazione Berard?» si stupì Barry.
«Sono contento di vederti, ma non potete restare!»
«Se disturbiamo, ce ne andiamo immediatamente!» fece per girarsi, ma venne trattenuto per un braccio.
«No... aspetta!» calò il silenzio. «Qualcuno ti sta cercando Leonard! Sono venuti qui ieri, erano in quattro e hanno chiesto di te.»
«Cosa?» L'armaiolo lanciò un occhiata ai compagni.
«Ho detto loro che erano almeno cinque anni che non ti vedevo, ma insistevano... insistevano! Sono entrati in casa senza il mio permesso per vedere se ti nascondevi da qualche parte! Cosa hai combinato Leonard?»
«Berard, non ho combinato un bel niente. Credimi!»
«Perché ti danno la caccia allora?»
Edwald tossì per attirar l'attenzione.
Il bottegaio si voltò. «Ah... scusatemi. Loro sono Abo Edwald, ex consigliere di Varineo, e Kir Halcon mio compagno di viaggio.»
Berard accennò un inchino.
«Se la parola di un ex consigliere può valer qualcosa, le assicuro signor Berard, che Barry è una delle persone più oneste di questo mondo.»
«Sì, sì... lo so! È che mi ha lasciato di sasso vederlo qui dopo l'intrusione di quegli uomini!» Scostò un paio di sedie da attorno al tavolo e fece segno di accomodarsi.
Presero posto, ma il vecchio amico di Barry balzò subito in piedi. «Che sbadato, birra per tutti?» Annuirono. «Lysaaa!» alzo la voce per farsi udire fin dall'altra stanza «Abbiamo ospiti, vieni di qui per favore!»
Il tendaggio a separazione delle due camere si scostò, giusto per permettere alla fanciulla di passare. «Come mai tutto questo buio, padre?»
«Fammi il favore, ridai un po' di luce a questa stanza, ma lascia le finestre allo scuro.»
La ragazza ubbidì e servì anche della ottima doppio malto.  Kir non riusciva a toglierle gli occhi di dosso: era semplicemente bella. Aveva gli occhi azzurri, quelli in cui ci si perde volentieri e non ci si preoccupa della strada di casa. I capelli biondo scuro ondeggiavano ad ogni movimento, sottili e vellutati. Le sue formosità erano nascoste dall'abbondante abito e dal davantino legato in vita, ma era facile intuire che vi si celava un corpo degno di una dea.
Il mezzofalco si rattristò: quante donne aveva amato come quella. Quante ne aveva viste morire? Era un giovane uomo all'apparenza, ma vecchio più di una quercia. Il cuore aveva ancora spazio per tutti gli amori del mondo, ma non poteva, non voleva più soffrire.
«E questa sarebbe la tua figliola, Berard? Quanto è cresciuta!?»
«Un bel po', ma mio padre non si vuole ancora rassegnare!» intervenne lei.
«Lysa non ora, ti prego!» Il genitore le lanciò una brutta occhiata.
Edwald riprese il discorso: «Dunque Signor Berard, qualcuno è venuto in cerca di Barry?»
«Sì. Dopo aver controllato dappertutto se ne sono andati e non gli ho più rivisti. Se posso chiedere: quale ragione  vi porta da queste parti?»
Abo e Kir tacquero, ma l'armaiolo incalzò a dar qualche spiegazione: «Siamo diretti alle Terre di Tunk. Passavamo di qua e ho deciso di venirti a far visita.»
«Così lontano? E che ci vai a fare?»
«Affari... sai la bottega, le armi... cose del genere.» inventò una scusa bella e buona.
Berard non si manifestò molto convinto di quella spiegazione: «La bottega... è vero... Non è che mi nascondi qualcosa, vecchia volpe?» Gli diede un colpetto a pugno chiuso sulla mascella.
Barry impallidì, era visibilmente a disagio.
«È inutile che cerchi di mentirmi, non ne sei capace. Quelle persone ti stavano aspettando. Non hanno bussato mica a tutte le porte di Zaly, sai? Solo alla mia. Se sei finito in qualche guaio, forse posso aiutarti.»
Kir non osava parlare per non mancar di rispetto, ma avrebbe volentieri risposto male a quel ficcanaso.
L'armaiolo cercò aiuto negli sguardi dei suoi compagni, ma senza trovar appoggio.
«Su padre, non insistere oltre. Saranno affari suoi e di questi signori. Per favore!» lo riprese la bella.
Barry tirò un sospiro di sollievo: non avrebbe saputo uscirne.
«Oooohh...» brontolò «Comunque la visita di quei brutti ceffi non è stata l'unica cosa strana di questi tempi. L'altra settimana è arrivato qui al villaggio un certo Gursharan a blaterare cose strambe. Diceva:» recitò con enfasi «"i giorni sono maturi, grazie ai miei sforzi, ora sappiamo per certo che il Consiglio dei Sette esiste e presto ve ne fornirò le prove!"»
«Ci mancava anche Gursharan in mezzo a piedi.» Edwald si accorse di aver pensato ad alta voce.
«Come scusi?» domandò il padrone di casa.
«Niente, niente... Lasci correre.»
«Dannazione! Non ditemi che siete implicati in questa robaccia!? Quegli uomini vi cercavano per questo?»
«Vedi Berard,» esitò il bottegaio «non stiamo ne scappando ne abbiamo fatto nulla di male, ma talvolta questo non basta. Ti chiedo per cortesia di non andar oltre con questo discorso. Non è una situazione facile per noi!»
Berard si fece più sereno in volto. «Capisco Leonard. Comunque fai attenzione, non voglio perdere un amico.»
«Stai tranquillo, non ho affatto intenzione di lasciarci le penne!»
«Potreste fermarvi qui questa notte, sarete più al sicuro che alla locanda. Non è un ottima idea, padre?» propose Lysa guardando fissa per un attimo Kir.
«Se Barry e i signori sono d'accordo, non ho niente da obiettare. Il posto c'è!»
«Non sentirti obbligato Berard.» disse il bottegaio.
«Obbligato?» rise. «Non dire stramberie, questa è casa tua! Anzi, vieni di là, devo farti vedere una cosa.» indicò la stanza da cui era apparsa la ragazza. «Lysa, badi tu hai signori?»
Lei guardò imbarazzata il mezzofalco. «Sì, padre!»
L'armaiolo lo seguì, scostò la tenda ed entrò nella camera. La meraviglia fu palese: una cinquantina circa di Contatempo simili al suo, ma molto più grandi, erano appesi alle pareti. Ve n'erano di rotondi, di quadrati e di ovali.  Funzionavano tutti all'unisono.
Si avvicinò ad uno di quelli e cominciò a scrutarlo attentamente. «Mi sono sempre chiesto come ti è saltata in mente quest'idea! Non hai paura di mettere al servizio di tutti la tua arte da Distinto?»
«No anzi, da quando ho fabbricato questi gingilli, sono entrato nelle grazie di molti! Non importa più a nessuno di che cosa possa combinare con il tempo. Gli ho dato il loro giocattolo, e sono contenti!»
«Un ragazzo che conosco sarebbe stato molto entusiasta di essere qui in questo momento!» Chissà dove si trova Achal adesso! pensò.
«Se ci tieni, posso dartene uno simile al tuo, glielo regalerai al vostro prossimo incontro.»
Barry si fece pensieroso: non poteva essere certo di rivedere l'aspirante guerriero, le terre di Tunk erano lontane e l'odore del pericolo si faceva sempre più intenso. Si erano lasciati con un forte abbraccio e nulla di più. Achal era parso visibilmente triste e dubbioso per il proprio futuro e per quello dei suoi compagni.
Cercò di convincersi che sarebbe andato tutto per il meglio: Sivert avrebbe badato al giovane e un giorno avrebbero bevuto di nuovo insieme davanti ad una bella birra ghiacciata come quella di Berard. «Ti ringrazio, sì lo accetto volentieri!»
Il padrone di casa aprì l'anta del vano appositamente ricavato nel muro e invitò l'amico a guardare. «Scegline uno, quello che vuoi!»
Come un bambino curioso, ci ficcò quasi tutta la testa dentro. Immediatamente non ebbe dubbi quando lo vide: era poco più piccolo di un palmo di mano e, al di sotto delle due lamine di metallo, vi era raffigurata la leggendaria Volpe Azzurra di Varineo. «Questo andrà bene!»
«Perfetto, prendilo, è tuo! E... non cominciare con la storia che ti devi sdebitare, non voglio niente in cambio!»
Barry stava proprio per argomentare in merito, ma richiuse  praticamente subito la bocca.
La mattina successiva il sole era apparso alto nel cielo senza che nessuno nella casa se ne fosse accorto. L'immobilità regnava nelle stanze. Tutti a parte Lysa erano ancora sdraiati nel proprio giaciglio: la ragazza si trovava su una carrozza, tramortita e imbavagliata verso una direzione da lei sconosciuta.


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