Capitolo tre.

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Sono passati due mesi dal mio addestramento ed ora sono pronta.
Adesso so combattere meglio di prima, comportarmi come un demone, saper comunicare con gli angeli e farmi rispettare.

Oggi cadrò, in nome dell'Altissimo.
Tornerò ad essere un demone, anche se non ricordo assolutamente niente della mia vita passata, e come potrei ? Ero poco più di una neonata.

Ne approfitterò per trovare anche le mie origini e il mio vero padre, sempre che sia ancora vivo.

-Pronta ?- Mi chiede Michael fermandosi davanti ad un bivio oscuro.

-Si.- Rispondo.

-Bene ! Possiamo iniziare la caduta di Sierraiah.- Dice a tutti i Serafini presenti.

Metradon mi raggiunge e mi abbraccia caloroso. -Stai attenta.- sussurra al mio orecchio.

-Benissimo, iniziamo.- Dice Michael.

Ho scelto lui per la caduta perché gli voglio tremendamente bene. È stato sempre al mio fianco. È come un fratello per me.

-Oggi tu cadrai.
Io ti condanno nel peccato.
Io ti condanno nella vergogna da Dio.
Io ti condanno a una vita insulsa.
Io ti condanno all'inferno.- Dice Michael.

-Va bene.- Chiudo gli occhi, pronta alla prossima domanda.

-Chi ami ?- Fa' malinconico.

So che questa esperienza gli ricorda la battaglia con Lucifero. E so anche che gli fa male.

-Me stessa.- E mi sento tremendamente in colpa a pronunciare quelle parole.

-Allora io ti condanno !- Fa con enfasi, prima di spingermi verso il bivio oscuro.

È come un enorme tunnel di sofferenza.
Sto male.
Urlo come non ho mai urlato prima.
Mi fa male la schiena, segno che le ali stanno diventando impure.
E sento anche un profondo dolore interno.
È orribile.
Vorrei solo morire in questo momento.
Il dolore delle anime precedenti si impossessa di me.
Disperazione, pentimento, odio, di tutto.

Poi sento una parola, un nome. Strano.

Mi risveglio poco dopo, sono in un bosco. Un bosco tremendamente fitto e spaventoso.
Mi alzo stordita.

-Cavolo che botta...- Mi premo la testa con il palmo della mano.

-Credimi, io ho detto le stesse e identiche parole.- Una voce fredda e distaccata parla alle mie spalle.

Mi giro di scatto.
Capelli nero pece leggermente lunghi.
Occhi color del ghiaccio che trasmettono più paura che meraviglia.
Corpo statuario.
Zigomi perfetti.
Vestito completamente di nero.

-Lucifero...- Lo guardo sbalordita.

Lui appena incrocia i miei occhi si pietrifica e in passi lunghi e decisi si avvicina a me, con uno scatto mi prende il viso tra le mani e se lo porta a pochi centimetri dal viso.
Il suo odore mi inonda le narici, scatenandomi una forte sete, ma riesco a controllarla anche se a malapena.

-I tuoi occhi...- Sussurra sorpreso, ma sempre distaccato. -Chi sei ?!- ringhia.

-Ero Sierraiah, figlia di Metradon il capo dei Serafini. Mi sono ribellata a mio padre e a Dio.- Rispondo decisa, non facendomi intimidire da suo sguardo.

-Sei anche un Serafino ?!- Sbotta.

-Ero.- Preciso lievemente stizzita.

-E sei anche la figlia di Metadron ?! - Alza il tono della voce.

Io mi levo dalla sua presa e lo guardo quasi arrabbiata.

-Si ! Mi spieghi cosa è che non ti torna ?! Ti devo fare un riassunto ?! Ok !
Ero un Serafino.
Sono la figlia di Metadron.
Volevo essere simile all'Altissimo.
Ero stufa di tutta quella purezza e deciso di seguirti.
Punto e basta. Cosa è che non ti torna ?!- Gesticolo nervosamente.

-I tuoi occhi non mi tornano.- La sua voce è spaventosamente inquietante.

-Cosa hanno che non va ?!- Sbotto seccata.

-Sono azzurri.- Risponde secco.

-Cosa ?! Tanta fatica per poi avere gli occhi azzurri ?! Ma cosa diavolo hai in mente !- Guardo il cielo.

-Ragazzina, non imprecare mai su di me.- Ringhia severo, facendomi quasi rabbrividire. -Adesso spiega le tue ali.- ordina severo.

-Sentimi bene. Finché non farò parte del tuo regno tu moderi i termini con me chiaro ?!- I miei modi angelici sono andati a farsi benedire.

Dannazione, da dove è uscito tutto questo coraggio e questa sfacciataggine ?!

Lui mi lancia un occhiata di fuoco e io ricambio all'istante.
Giochiamo a chi riesce a sembrare più arrabbiato.
Già mi piace stare qui !

-E va bene !- Alza le mani. -Potresti spiegare gentilmente le tue ali ?- sottolinea la parola "gentilmente" con stizza.

Io obbedisco con un sorrisetto beffardo.
Ho vinto !

Lui scruta severamente le mie ali. Poi sospira.

-Cosa c'è che non va adesso ?- Lo guardo male.

-Sembra che Quello si stia prendendo gioco di me.- Indica il cielo spazientito.

Quello, ehi ! Non è mica tuo fratello.
Meglio che questi pensieri me li tengo per me.

-Perché ? Cosa hanno le mie ali che non va ?- La mia voce risulta stizzita, quando poi in realtà sto morendo di paura.

Lui spiega le sue. Sono nere, enormi e bellissime. Ma noto che sulle punte sono leggermente bianche.

Io allora guardo le mie. Sono identiche. Non le ho mai avute così grandi e folte. Sono veramente enormi ! Poi sulla punta sono leggermente bianche.

-Non te la prendere con me.- Lo guardo male.

Padre santo. Ora me lo sto chiedendo anche io : A quale gioco stai giocando ?

-Allora ? Mi ammetti nel tuo regno ?-

-Si. Quale nome ti è stato assegnato ?- Domanda stranamente curioso.

Ecco cosa era quella parola durante la caduta...il mio nuovo nome.

-Sierra.- Mento.

-Strano, non è normale dare un nome simile a quello precedente...- Riflette. -Mi stai per caso mentendo ?- Chiude i suoi meravigliosi occhi a fessura.

-Si.- Rispondo secca. -Non voglio dirti il mio nuovo nome ok ? - Lo sfido.

-Oh basta femmina. Dimmi immediatamente il tuo nome !- Tuona veramente furioso, facendomi accapponare la pelle.

-E va bene.- Sussurro intimorita, ma cercando di non farlo a vedere. -Lucia.-

-Così va meglio.- Si calma. -Ora ti porterò all'Inferno.- e qui lo vedo aprirsi in un sorriso perverso, tanto che faccio un passo indietro.

Il suo ghigno è l'ultima cosa che vedo, prima che un forte dolore alla testa si fa sentire e il buio mi investe.

Infiltrata nel male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora