Capitolo quaranta.

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Prendiamo una macchina, anzi la macchina, a parole di Lucifero.

Lamborghini Avendator nero opaca.

-Gli umani fanno due cose decentemente:
Le macchine e il cibo. Per il resto, sono dei completi buoni a nulla.- Commenta Lucifero, salendo sulla sua auto.

-Il solito rompi palle. Fosse per te stermineresti ogni essere vivente, dagli umani agli Angeli e persino i Demoni.- Salgo anche io.

-Ma è ovvio. Sono troppo sprecato per questa esistenza. Fosse per me sarei l'unico essere vivente, e sarei sprecato lo stesso.- Ghigna, accendendo la macchina, dandogli gas.

Siamo per le strade di Parigi. Ricordo ancora quando stavano facendo la Torre Eiffel. Stavo studiando gli umani e le loro mega strutture. In Giappone infatti ne ho fatti di viaggi, come a Tokyo, è magnifico cosa riescano a fare anche senza l'ombra di ali, o di forza.

-Quanta umiltà in una sola persona. Davvero Lucifero, complimenti.- Faccio sarcastica, battendo leggermente le mani.

-Zitta e non farmi cambiare idea.- Mi lancia un'occhiataccia.

-Tanto lo sai che non serve un'occhiataccia per farmi zittire.- Sorrido beffarda.

-Lo so...- Dice in un sorriso spontaneo, guardando la strada.

Rimango a fissarlo senza fiato. Come al solito d'altronde...ma come si può resistere ai suoi momenti di allegria ? Impossibile !

Arriviamo poco dopo davanti ad un ristorante molto carino.

Entriamo e grazie alla mia conoscenza di tutte le lingue capisco benissimo il francese.
Ci sediamo e ordiniamo.

-Come ti devo chiamare ?- Domando a Lucifero.

-Scegli tu.- Alza le spalle, mentre beve un sorso del costosissimo vino.

-Mh...che ne dici di Michele ?- Ridacchio.

-Il nome di Michael in italiano ?! Oh Lucia, ringrazia chi vuoi per essere ancora in vita.- Mi guarda male.

-Che ne pensi allora di...Antwan ? Francese e che non salta all'occhio. Mentre io mi chiamerò...Valerie !- Sorrido fiera.

-Ricordami di non fare mai un bambino con te. Rischierei di avere un erede al trono di nome Rodrigo.- Si massaggia le tempie.

Sorrido per la battuta, ma poi, il pensiero inevitabile ricade sul bambino, con Lucifero, e arrossisco senza nessun volere.

Lui mi butta un'occhiata veloce, quando poi si ferma. -Oh no...non dirai mica...Lucia !- sbotta, aggrottando la fronte facendo una faccia schifata. Ma io faccio un sorriso timido.
-Eh no !- sbotta nuovamente.

-Quanto sei noioso.- Faccio una leggera smorfia.

-Come prego ?! Ti rendi conto dei pensieri assolutamente assurdi che stai facendo ?!- Urla bisbigliando.

-Non mi rendo conto di niente. È solo un normalissimo pensiero involontario, niente di più.- Alzo le spalle e bevo un sorso di vino.

-Tu facendo così mi fai capire che hai smanie suicide, ho già capito.-

-Antwan, Antwan...non credevo tu avessi realmente paura di qualcosa, ma adesso mi ricredo. Tu hai paura dai bambini !- Sghignazzo.

-Dimmi dove e quando e io ti ucciderò; veloce e indolore va bene ?- Dice serio.

-Allora hai realmente paura dei bambini. Ti ho beccato !- Rido come una matta, mantenendo sempre un certo contegno.

-Quanto ti odio...- Ringhia.

Infiltrata nel male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora