Capitolo diciasette.

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-Come mai questa richiesta, altezza ?- Chiede Belzebú, confuso.

-Nulla di che. Solo che mi voglio informare della mia corte. Devo sapere di chi mi posso fidare o meno.- Rispondo con semplicità.

-Beh, che dire...Abbadon è caduto circa settemila anni fa. Credo che si chiamasse Stoel. Dopo la sua caduta si è messo subito all'opera per diventare una valida guardia, così tanto che era secondo in comando. Non è mai stato un tipo che ama stare molto in compagnia. Alle feste sta sempre lui di guardia come a ogni tipo di evento, su sua legittima richiesta, parliamoci chiaro.- Spiega con nonchalance mentre prende un sorso di vino.

-Interessante...- Sussurro, imitando il suo gesto.

-Mia signora, scusi se mi permetto, ma state già pensando ad un imminente matrimonio ?- Chiede Belzebú, curioso, facendo la sua voce decisamente più pesante, così che riecheggia per l'enorme biblioteca.

Faccio un leggera risata. -Oh no. Non ho nessuna intenzione di sposarmi. Io credo nell'amore, carissimo consigliere, non a stupidi gradi di sangue.- Faccio un gesto a caso con la mano, come per scacciare una mosca.

Ride anche Belzebú. -A voi.- Alza il suo calice. -Che riuscirete a stravolgere questa corte.-

Brindiamo. E ci abbandoniamo ai pettegolezzi dell'inferno.

Si fa ora di cena e iniziamo ad andarci insieme.

Ma quando entriamo, siamo di un leggerissimo ritardo di qualche secondo. Lucifero nel frattempo ci guarda con sguardo omicida.

Rabbrividisco e mi appresto a sedermi alla sua destra, mentre Belzebú, alla sua sinistra.

Stasera mi sento strana, non so, mi sento molto...nervosa.

Intanto i demoni ridacchiano fra loro, facendo commenti poco carini.

-Basta !- Batto un mano sul tavolo, linciando tutti con lo sguardo. -Una donna non può scambiare quattro chiacchiere con un uomo ?! O siete abituati a farlo sempre e comunque come conigli in calore ogni volta che scambiate opinioni con il sesso opposto ?!- Alzo il tono della voce e i demoni tremano.
-Adesso mangiate, prima che perda ulteriormente la pazienza.-

Tutti partono a macchinetta, con sguardo basso mentre consumano i loro piatti. Guardo Lucifero che mi guarda perplesso, mentre i consiglieri mi guardano sorpresi, a parte Apollion, che oggi sembra si sia fatto di eroina,

-Somiglia sempre di più a Lucifero. E poi crede che ce la beviamo...puzza di peccato da qui a un chilometro...- Sussurra una demone che si trova infondo al tavolo.

Mi alzo di scatto, ormai con i nervi a mille. Mi appresto ad andare verso la demone che mi guarda con occhi sgranati e pieni di paura.
Appena mi trovo dietro di lei, la prendo per i capelli e in uno scatto, la tiro indietro, in modo tale che chinandomi, arrivo al suo orecchio.

-Dato che il primo avvertimento non ti è servito...ora te ne mostro un'altro...- Ringhio.

Tutti tremano e Lucifero si è alzato dal suo posto. Ma non si muove.

Stringo ancora più forte i capelli della ragazza e con una forza senza eguali gli faccio fare un volo che la scaraventa al muro.

Cade, e io corro verso di lei.

Lucifero scatta, e tenta di prendermi ma io ho già strappato la giugulare della ragazza a morsi.

Respiro con affanno, ormai sporca di sangue non mio e mi riscuoto.

-Cosa ho fatto ?!- Dico pianissimo indietreggiando e portandomi le mani sulla bocca, osservando il corpo senza vita di fronte ai miei occhi.

Indietreggiando finisco contro il petto di Lucifero, mi giro e lo guardo mentre ha lo sguardo duro. Scoppio a piangere.

Infiltrata nel male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora