Capitolo tredici.

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Appena entro nella sala noto un viso nuovo. Una donna. È seduta accanto a Lucifero ed è vestita in modo molto volgare.

Ha lunghi capelli biondi e vaporosi, ovviamente ossigenati, essendoci un piccolo pezzo di ricrescita. Gli occhi sono neri, segno che è una demone. Una demone molto puttana.

Mi stupisco del fatto che i tre consiglieri abbiano fatto spazio a questa "Sgualdrina". Conosco Lucifero abbastanza bene da capire che è uno a cui ci tiene all'ordine e alla periodicità delle cose.

Mi siedo a tavola, stasera pesce. Poco importa, sono troppo occupata a maledire la stronza mentalmente.

Odio già questa donna. Ho imprecato per ben tre volte. Tutta colpa sua.

-Oh, voi dovete essere la Duchessa ! Molte piacere. Penelope...- Mi porge la mano con tutta l'ocaggine possibile.

Ti chiamerò "Pene". Si addice di più al tuo viso.

Quanto avrei voluto dirglielo !

-Lucia.- Rispondo secca, stringendo la mano in un gesto frettoloso.

-Avete degli occhi meravigliosi ! Tra l'altro sono gli stessi del mio signore. Ma i suoi sono unici. In tutto e per tutto !- Guarda Lucifero maliziosa.

-Non mi paragonerei mai a Lucifero...- Assumo un'espressione profonda. Proprio come quella di lui.

-Mio signore ! Per nome ?!- Penelope guarda Lucifero allibita.

-Non trovo dove sia il problema.- Dice tranquillo mentre pulisce la sua aragosta.

-Beh, allora...- Sorride la donna.

-Non ti azzardare. Lei è di un grado decisamente superiore al tuo. Non paragonarti minimamente alla tua Duchessa. Ti ricordo che è come se ti paragonassi a me. Nessuno te ne da il diritto.- La lincia con lo sguardo.

Rido mentalmente. Sto amando quest'uomo !
Ovviamente è una metafora...

-Mi perdoni, mio signore...- Abbassa il capo mortificata, lanciandomi occhiatacce di fuoco.

Posso condannarti a morte cara, se non ucciderti io stessa. Abbassa la cresta, la mia coscienza da angelo non potrà esserti molto di aiuto.

La serata del resto trascorre tranquilla. A parte per le zozzerie che escono dalla bocca di Penelope. Non ha ancora capito, che anche se sussurra, sento tutto.

Lucifero gli regge il gioco. E ammetto che questa cosa mi fa un tantino infuriare.
Non chiedetemi il perché.

-Duchessa cara, voi invece ? State già aspirando agli enormi compiti dell'inferno ?- Penelope mi rivolge parola. Non portava risparmiarselo ?

-A parte rifiutare patetiche richieste di matrimonio, no. Ci vuole tempo ancora. Infondo sono qui da nemmeno una settimana, potrei anche considerami una neonata se proprio vogliamo dirla tutta.- Il mio tono pericolosamente freddo e distaccato, mi sorprende.

-Quale clemenza !- Mi loda la sgualdrina. La infuoco con il mio sguardo e lei raggela.
-Quale somiglianza...- Sussurra, guardando prima me, poi Lucifero.

-Non rompere, intesi ?!- Sbottiamo all'unisono io e il Re degli inferi.

Arrossisco all'istante. Mentre Penelope ci guarda sbalordita, insieme anche i consiglieri...e all'intero tavolo.

-Mangiate !- Ripetiamo di nuovo insieme.

Guardo Lucifero e lui si sta massaggiando le tempie, solo ora mi rendo conto che lo sto facendo anche io.

Infiltrata nel male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora