Capitolo trenta.

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"Caro diario:
Alla fine, Lucifero non è andato da nessuna parte e ha solo messo in scena la sua scomparsa per vedere se si poteva fidare delle mie azioni.
Sono ancora allibita per la pensata di Michael e mio padre.
Attaccare l'inferno dall'interno perché Lucifero non c'è.
Oltre a vedere questa cosa da vigliacchi senza ali, lo trovo enormemente inaccettabile !
Insomma, se il Padre avesse davvero voluto la condanna dell'Inferno, sarebbe andato nell'orecchio di qualche Serafino dicendogli posto e momento per attaccare ! Invece che approfittarsi di me !
Ma a chi voglio prendere in giro...ormai sono talmente legata a questo posto che soffrirei per una sua distruzione.
E amo talmente tanto Lucifero che non sopporterei vederlo perdere tutto, oppure peggio, morire.
Caro diario, alla fine sono caduta nel baratro dell'oscurità e credo che non ne farò più ritorno."

Chiudo il mio diario proprio quando sento bussare alla porta. Con un "avanti" frettoloso riposo il mio diario dove nessuno lo può trovare, nel pianoforte.

-Luci !- Dolores entra con una espressione raggiante.

-Dolly !- Sghignazzo, sapendo benissimo che le dà fastidio.

-Non chiamarmi in quel modo !- Sbotta infastidita. -Comunque ! Ti devo aggiornare sugli ultimi avvenimenti dell'Inferno !- Si siede frettolosa sul letto e io la seguo a ruota.

-Sputa il rospo.- Chiudo gli occhi in una fessura.

-Allora. Rimmon mi ha detto che durante una sua pattuglia è passato davanti alla stanza di Belial e mi ha detto che era insieme a una demone ! Dalle prestanze sessuali molto acrobatiche; a parole sue. Inutile dire che gli ho tirato una sberla subito dopo.- Fa un'espressione di puro fastidio.

-Belial ?! Non lo facevo tipo...- Sussurro sconcertata.

-Lucia cara, siamo demoni, è normale che ci accoppiamo trenta volte al giorno ! Qui tutti sono "tipi"- Sghignazza.

-Trenta volte ?! Impossibile !- La guardo allibita.

Lei scoppia in un'intensa risata. -Ma no...cioè, potremmo. Ma era tanto per dire !- Tenta di prendere aria.

***

Dopo qualche ora in balia di chiacchiere, scherzi e rutti. Un qualcuno fa capolino nella stanza.

-Lo chiamavano Lucifero: L'uomo che non bussava mai.- Dico con enfasi, alzando un pugno verso il cielo.

Dolores sghignazza e lui la guarda malissimo.

-Che vuoi ?- Ritorno seria, mentre lo guardo con un'espressione all'Apollion.

-Parlare.- Mi guarda con quelle sue iridi chiarissime. -Da soli.- conclude guardando Dolores.

Lei sbuffa e mi bacia frettolosamente la guancia, per poi fare un breve e frettoloso inchino a Lucifero e andarsene.

-Devo andare via.- Lucifero mi guarda serio.

-Dove ?!- Scatto subito in piedi.

-Sulla terra. Devo creare un po' di casini e sbrigare certe faccende, niente di che.- Spiega con disinvoltura, quando da dietro a un quadro fa apparire una cassaforte.

-Lucifero ! E quella ?!- Sbotto.

Da essa estrae una grande pergamena, un anello e una chiave molto grande.

Infiltrata nel male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora