Capitolo 7

472 21 1
                                    

*drinn drinn*
La sveglia suona e io mi alzo assonnata dal letto. Sono tutta scapigliata e il pigiama quasi quasi mi cade di dosso,missà di essere dimagrita un po questi giorni. Mi avvio verso il bagno per lavarmi,la mia vista è un po sfocata e faccio fatica a vedere. Dopo essermi lavata comincio a vedere un po meglio, quei occhi di ghiaccio si notano tantissimo...sembrano inumani. Prendo la divisa e prima di indossarla la guardo e mi viene in mente di modificarla. La taglio e la assottiglio secondo le mie taglie. La indosso ansiosa. Oggi lascerò i cappelli sciolti e mi farò i boccoli,rinuncio agli occhiali da nerd e metto un po di mascara per mettere in risalto le lunghe ciglia. Scendo giu e faccio colazione di fretta. Raffael che è appena sceso giù mi osserva incredulo. <ma sei tu?> chiede lui sorpreso. <esatto...ora se non ti dispiace dovrei andare.>mi rivolgo verso di lui mentre mi alzo e prendo la borsa. Non faccio in tempo ad uscire che una voce da dietro mi ferma. <aspettami ti accompagno>mi grida Raffael. < ok fratellino,ma attento...ancora ti possono vedere con la sfigata che macchierebbe la tua reputazione > dico ironica. Lui non dice più niente e abbassa lo sguardo.

Comincio a far la strada insieme a lui verso l'istituto e dopo un po eccoci davanti al cancello. Raffael va incontro ai suoi amici mentre io attraverso, sta volta controllando due volte. Vedo i ragazzi girarsi e far commenti sottovoce, io non presto attenzione e vado dentro. Vengo subito accolta da alcuni insegnanti ma sorprendentemente non ricordo il nome di nessuno. Faccio finta di essere contenta di incontrarli ma invece sono infastidita...io infastidita dagli insegnati?? Non sembro io. Dopo un corto dialogo con ognuno mi avvio verso la mia classe. Salgo le scale infretta e leggermente imbarazzata perché si osserva l'intimo sotto la gonna corta. La prendo con le mani e cerco di abbassarla mentre salgo frettolosa. Corro sul corridoio come matta e arrivo in classe. Meno male non c'è nessuno. Involontariamente mi siedo in un posto che non è mio. La campana suona e i compagni si fanno vedere nel aula. Sono sorpresa dalle attenzioni che mi danno ma non mi inteneriscono...non li sopporto e non ho bisogno del loro supporto...Il professore arriva e comincia a far lezione.

La giornata trascorre normalmente, ma io non vedo l'ora di uscire...mi annoio troppo in questo banco solitario.
Una volta uscita davanti al cancello stanno i soliti ragazzi che mi facevano del male. Questa volta non ho paura!Andrò avanti e uscirò dal cancello normalmente come avrei dovuto fare tempo fa.

Stanno lì ad aspettare il mio arrivo...chissà cosa vogliono. <Ehi bimba!> grida uno di loro con un tono autoritario. Si avvicna e mi trascina verso gli altri <"ma cosa vogliono">penso io e comincio ad avere paura.

<dimmi un po...come ti senti? Spero meglio...mi mancavi sai? Non avevo nessuno chi prendere a calci tutto questo tempo!"> e comincia a ridere mentre si gira verso gli altri. Sento come la rabbia mi scorre nel sangue e comincio a tremare. Lo prendo per il collo e lo spingo indietro. Lo afferro e lo sbatto piu volte al muro. < pensi di essere tanto forte no?pensi che io abbia paura di un verme come te ,eh?!> e lo butto a terra. E spaventato e lo leggo nei suoi occhi...sento la sua paura e questa sensazione mi piace molto. Mi avvicino pronta per dargli un calcio ma vengo fermata da Raffael che mi guarda pallido negli occhi <Lucia...i tuoi o-occhi...> dice mentre mi fissa. Ma cosa sto facendo? Questa non sono io...io non ho il coraggio..

<andiamo a casa!>dice Raffael mentre aiuta quel verme ad alzarsi. <Sei stato fortunato oggi, ma aspetta di...> non faccio in tempo a finire che Raffael mi interrompe <basta così andiamocene!> e lasciamo il cortile insieme. Il percorso fino a casa è silenzioso e nessuno di noi non dice una parola. Una volta arrivata corro in camera mia.

Proprio mentre sto per salire le scale sento un grande dolore alla testa e una voce femminile piana ma allo stesso tempo inquietante <"ci sei quasi..."> rimango pietrificata poi una mano calda mi sfiora il viso <cara mia, ti senti bene?>, e solo mia madre preoccupata come sempre <si mamma...non ho fame...andrò a farmi una doccia> e le rivolgo un sorriso poi salgo le scale frettolosa. Butto lo zaino p
er terra,cosa che io non ho mai fatto, e mi preparo per la doccia. Vado verso la porta del bagno ma d'un tratto sento molto freddo. Passo davanti allo specchio ma ci ritorno perplessa <" c'era un ombra prima...l'ho vista ne sono sicura!">. Lasciamo stare...ho avuto una giornata pesante...

La ragazza dagli occhi di ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora