Capitolo 18

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La guardo amichevolmente
<non ti ho mai visto in questo istiuto> dico mentre stiamo uscendo dal cortile.
<Sono arrivata qualche giorno fa,i miei si sono trasferiti per questioni di lavoro e affittato una casa nelle vicinanze finché non ci stabiliamo meglio.>
< capisco...e sei subito entrata nelle grazie di Eva a quanto vedo...>

Mi guarda con aria triste e abbassa lo sguardo.

< non sono mai stata brava a farmi amici...lei se l'ha presa con me solo perché non le ho dato precedenza all'uscita >

Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto.

< non è altro che un pallone gonfiato...> dico sbuffando e la ragazza dagli occhi lucidi mi fa un sorriso.

<Mi chiamo Elisabeth,ma puoi chiamarmi Eli> mi sussurra.

<io mi chiamo Lucia, se hai problemi chiamami...da quando ho sconfitto la morte non ho più paura di nessuno.> e lei si ferma di scatto e mi guarda perplessa, allora comincio a raccontarle tutto quello che ho subito. Mi sento così bene e felice di potermi confessare ed Eli sembra essere molto interessata tanto che mi ascolta ogni parola.

Arriviamo ad un incrocio e le nostre strade si separano.
<A domani Luci!> mi saluta amichevolmente e rimango sorpresa dalla dolcezza che emana ogni sua parola.

<A domani Eli > rispondo con un sorriso stampato sul viso e probabilmente anche il più sincero che faccio ad uno sconosciuto.

Arrivo a casa di fretta e trovo la porta spalancata...chi potrà mai essere così irresponsabile da non chiuderla.

Entro e la chiudo piano per non farmi sentire da nessuno e salgo le scale più silenziosa di un gatto. Arrivo in camera, sbatto lo zaino contro una sediola e vado a raccogliere le foto nascoste sotto il cuscino, andrò da nonna per farmi spiegare alcune cose...la mia ricerca ha inizio.

Le raccolgo con cura e le metto in un sacchetto elegante poi esco. Proprio quando sto per aprire la porta, una mano mi afferra e mi tira indietro: è papà.
<dove pensi di andare tu?> dice con aria arrabbiata.
<in giro> sussurro appena.
<Vieni e mangia, sono giorni che non mangi più a tavola con noi.>
Lo guardo per qualche istante poi  lo seguo e mi siedo a tavola mentre mamma ha già preparato il mio piatto. Mangio di fretta mentre lui alza il volume della tv per sentire meglio il giornale.

<" un'altra casa...e altre vittime...il detenuto scappato qualche mese dalla prigione, dove era stato ricoverato nella psichiatria per gravi problemi mentali ,si fà si fa sentire nei dintorni della nostra regione, fin ora abbiamo più di 10 vittime e 6 case saccheggiate, chiunque veda un uomo dubbioso,vestito di nero e con aria pericolosa non esiti di chiamare il 118; ripeto, l'uomo è molto pericoloso ">

Rimango meravigliata da questa notizia, ma non do tanta importanza poiché il mio scopo è quello di andare da nonna quindi mi alzo e vado verso l'uscita quando mi sento alle spalle :
<Ferma lì! Dove penso di andare? Non hai sentito che c'è un criminale in giro? Resta in casa> dice moto autoritario mio padre.

< E Raffael dov'è?> dico infastidita mentre metto la mano sulla maniglia della porta pronta per uscire.

< Lui si sa difendere ed e piu grande anche ,quindi non ti permetto di uscire...non hai sentito cosa hanno appena detto al giornale?> dice quasi urlando e mamma si alza e ci raggiunge davanti alla porta. A quelle parole sento la rabbia raggiungere il culmine e allora rispondo:
< A si? Perché lui è più maturo e io no? Perché avete sempre  amato di più lui che me, in fondo lui è l'unico vostro figlio! > mi guardano sorpresi e leggo nei loro occhi il terrore.
< Si, avete sentito bene, so tutto! E non mi potete dire cosa fare e cosa non, perché non siete i miei genitori! > Apro la porta e me ne esco furiosa sbattendola e correndo verso la casa della nonna.

La ragazza dagli occhi di ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora