Capitolo 16

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Resto ancora per qualche ora con la nonna che oltre alla storia di mia madre mi riferisce ancora tante cose. Ora so il nome del padre mio e quello che ha fatto, inoltre sono decisa di trovarlo. Quanto ai sogni strani che faccio, la nonna mi raccomanda di stare tranquilla che l'animo della mia cara madre vaga ancora in terra finché non troverà la pace.
Decido di andare verso casa poiché è tardi e prometto all'anziana di tonare presto.
Prima di arrivare a casa mi dirigo verso il ponte che separa la città dal bosco. Un vento gelido mi accoglie in quel paesaggio triste di un autunno cacciato dall arrivo del inverno. Questo posto è inquietante, ma ho un certo interesse nel trovare la casetta dove abitavano i miei genitori. Mi dirigo verso il bosco oscuro nonostante il sole stia per tramontare. I raggi del sole illuminano la selva attraverso i freddi rami degli alberi appesantiti dal tempo.
Davanti a me un sentiero mi incita di andare in questa piccola esplorazione e cercare di trovare ciò che cerco, non ho paura ma sono sicura di quello che faccio...
Dopo una lunga camminata la selva comincia ad aprirsi mostrando le rovine di una vecchia casetta. Ci sono incisioni su alcuni alberi: "S&S" ...
Il vento spinge piano l'altalena su un ramo e il dolce canto delle foglie accompagnano quella musica strana del bosco.

Mi avvicino alle rovine e spingo la porta di legno entrando curiosa. Al interno si osserva come il tempo ha applicato le sue impronte su tutti gli ogetti di uso comune. Molta polvere e topi ovunque. C'è un vecchio appendiabiti all'entrata con un vecchio cappello da marinaro pieno di rotto e impolverato, lo prendo lo piego e lo metto nella tasca come se avesse qualche importanza. Vado avanti per il corridoio ed entro in una stanza fredda, lo stesso posto che ho sognato e la stessa culla vicino al lettuccio. Un vecchio giocattolo mi osserva triste da dietro una vetrina rotta come se mi pregasse di portarlo via da questo inferno.
In cucina non c'è gran che...giusto un tavolo di legno e due sedie rotte per terra e una finestra rotta da cui si osserva il bel panorama di fuori. Doveva proprio essere un luogo tranquillo dove abitare...
C'è anche un piccolo salotto davanti alla cucina e nn resisto a non esplorare anche quello. Il tappeto giù è molto sporco e si vedono le impronte delle piccole bestiole che hanno girato da queste parti. Guardo curiosa quella vetrina più grande e mentre esamino le foto e i vari oggetti decorativi il mio sguardo inquadra una scatoletta sopra. E troppo alto per me e non riesco a raggiungerla, prendo il divanetto e lo spingo vicino sforzandomi di afferrarla. Due tre tentativi ed eccola tra le mie mani. Sembra nuova anche se molto sporca. Ha un colore marrone lucido e un lucchetto che la chiude. Non è molto grande ma nella borsa ci entra di sicuro, quindi me la porto con me. Esco da quella casetta e mi dirigo verso casa, non vedo l'ora di aprirla e scoprire ciò che sta dentro.
Fuori si e fatto buio e la luna splende in cielo acconpagnata dalle piccole stelline, un venticello muove i rami pesanti mentre io corro fuori dalla selva oscura andando verso "casa"...verso i miei "genitori"...

La ragazza dagli occhi di ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora