Capitolo 13

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Mi preparo per andare a scuola,poi prendo la borsa e scendo giù. Cerco di dimenticare quello che è successo e mangio tranquilla. A tavola c'è silenzio e nessuno dice niente,chissà cosa hanno oggi tutti...mi alzo e saluto i miei poi esco. Il vento freddo d'autunno mi accarezza il viso e le foglie colorate giocano nell'aria. Vado a passo veloce e arrivo davanti all'istituto dove tutti mi guardano male o almeno così sembra, fanno commenti e mi lanciano delle occhiate maliziose. Come sempre davanti al cancello c'è sempre quel gruppetto che fa scherzi sugli altri e se la prendono con chiunque passasse a 5m di distanza da loro. Non li riesco a sopportare...decido di passare ed entrare nel cortile ma uno mi afferra il braccio. <non puoi passare prima di inchinarti a noi scioccha, tu lo sai cosa succede a chi non si inchina? > < cosa...> dico mentre lo guardo decisa. <bhe...si prende le botte ovviamente e...> non fa in tempo a finire che si ritrova un pugno in faccia e cade di schiena. <ma cosa...> dice mentre si sta alzando ma lo fermo col piede. Ho il piede su di lui e lo guardo negli occhi < cosa c'è ragazzino?vuoi chiamare mamma?> si alza di colpo e mi afferra per la gola mentre cerca di fermarmi le mani. Gli tiro un pugno nello stomaco e lo prendo per i capelli con una mano mentre con l'altra cerco di strozzarlo...Strozzarlo?! Oh no!Ferma cosa sto facendo?! Lo lascio e lui cade a terra e fa fatica a respirare. Nessuno si muove più nel cortile ma tutti mi guardano con timore. Quel attimo di silenzio è interrotto dal direttore che viene e mi urla appresso < subito nel mio ufficio! > non sono mai stata lì...ma non mi vergogno. Dopo una lunga disputa la mia punizione sarà quella di aiutare una signora anziana ex diretttice della scuola. Meglio questo che restare a pulire le lavagne o andare in detenzione. Per il resto del giorno tutti si sono comportati bene con me, tutti lecca-piedi come sempre...ma mi piace tenerli sottocontrollo. Al uscita quei bulli stavano in un angolo il più lontano possibile da me, lancio un'occhiata maligna come per dire " guai a chi si muove da lì ". Ho l'indirizzo della signora anziana con cui devo far conoscenza e per cui dovrò lavorare per i prossimi 2 mesi...non che mi dispiaccia aiutarla...ma gli anziani sono noiosi.

Fuori comincia a far freddo e il tempo è moggio. Piccoli raggi di sole cercano di infiltrarsi tra quelle nuvole grigge. Il vento soffia piano e le foglie d'autunno ballano su quella stradicciola. Arrivo finalmente al indirizzo ricevuto :mi ritrovo davanti ad una casa vecchia e isolata, è molto inquietante , davanti al cancello c'è la casetta postale su cui è inciso un nome: Adeth. Penso sia il nome della propietaria. Apro il cancello socchiuso ed entro in quel giardinetto non curato da tanto tempo, mi avvio verso la porta della vecchia casa e un brivido mi taglia il fiato. Tutto quello che circonda la casa è rovinato poi la cuccia vuota del cane fa proprio paura...
Busso e qualche istante dopo una voce calda mi risponde <arrivo! > , la porta si apre e mi ritrovo davanti una donna molto anziana coi cappelli bianchissimi con un bastone e vestita di nero. Mi guarda molto sorpresa e prima che possa dire qualcosa lei esclama spalancando gli occhi <Sophi?!> ...

La ragazza dagli occhi di ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora