Capitolo 12

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C'era uno scontro in corso, ne ero piú che sicura.
Ma i miei occhi non volevano aprirsi.
I ringhi e gli imprechi facevano compania all'oscuritá che avevo davanti.
Era tutto cosí confuso.

*Ulfred porta Jade via da qui!* urló qualcuno.

Improvvisamente sentii come se stessi volando per poi atterrare su qualcosa di morbido e caldo.

* Tu non porti mia sorella da nessuna parte schifoso!*

Sentii ,prima di toccare bruscamente di nuovo una superfice dura e viscida.

Dovevo aprire gli occhi, capire cosa stava succedendo.

Mi feci forza e iniziai a battere le palpebre,ma la vista era sfogata. Riuscivo a vedere solo sagome sbiadite. L'unica cosa che sapevo per certo e che ero stesa supina sul terriccio umido del bosco.

Qualcosa di grigio stava azzannando una figuara nera.

La cosa grossa e muscolosa sottometteva la sagoma rossa che cercava di ribellarsi.

Mentre la forma slanciata difronte a me ,aveva appena morso la figura il doppio di lei alla zampa posteriore destra, facendola accasciare a terra.
La figura sul suolo,emise un verso straziante.

Intanto l'altra correva verso di me e una volta raggiunta mi mise il muso sotto la schiena e con un solo e delicato gesto mi mise a cavalcioni su di lei e iniziammo a prendere velocitá,mentre una voce familiare urlava disperata il mio nome seguito da un lungo ululato.

Che stava succedendo?
Dove mi stavano portando?

Ero stanca, i miei occhi volevano solo chiudersi. Cosí appogiai il capo sulla "cosa" che mi stava trasportando. Era cosí calda che non fu difficile addormentarmi.

********

Quando aprii gli occhi la prima  cosa che vidi fu una tenue luce.
Battei piú volte le palpebre   cercando di affinare la vista.
Mi misi a sedere prontamente, e questo aumentó la mia emicrania. Mi toccai la parte superiore destra della testa e mi accorsi di avere un piccolo bitorzolo.
Ahi!

Mi guardai intorno per capire dove mi trovavo e rimasi spiazzata.

Ero in una stanza abbastanza grande in stile barocco bianca e oro. Le pareti erano interamente bianche,decorate con semplici cornici in oro. Ero seduta su un'ampio letto matrimoniale con su un morbido piumino,abbinato al tutto. Ai lati del letto cerano due tavolini in legno e su entrambi un'abat jour.
Sulla parete sinistra c'era una finestra,coperta da doppie tende bianche e ocra. Al suo fianco si trovava un comodino in legno lucido con i bordi in ottone e su di esso un ampio specchio con i bordi decorati. Il pavimento era in parquet scuro dov'erano posati due tappeti persiani.
Uno stava ai piedi del letto di fianco a una piccola poltrona, l'altro invece si trovava a destra della stanza insieme a un antico armadio in legno chiaro e una piccola porta che pensai fosse quella del bagno. In fine,in parallelo con il letto, vi era una grande porta bianca con incisi vari disegni floreali.

Era una stanza davvero magnifica.

Ma come ci ero arrivata? E dove mi trovavo?

Ci misi poco tempo per accorgermi che al posto del pigiama sudico che indossavo prima, avevo una vestaglia bianca in seta.

Sicuramente non l'avevo messa da sola. Questo voleva dire che qualcuno l'aveva fatto e quindi aveva dovuto spogliarmi.

Oddio! Quindi qualcuno mi ha visto nuda!

Iniziai a imprecare tra me e me, quando improvvisamente la porta si schiuse.

Automaticamente mi portai il lensuolo al petto.

Lycanthrope - Il segreto del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora