Prologo

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Guardo il cielo plumbeo che ci sovrasta e sento un peso gravarmi sul cuore.

Tutto intorno a me è grigio: l'erba secca che mi scricchiola sotto i piedi, le divise dei combattenti, i volti dei nostri nemici... persino l'aria sembra cinerea.

Nemmeno i rari sprazzi di sole che riescono a bucare le nubi danno alla scena un po' di colore: riescono solo a rafforzare l'impressione che sia tutta una finzione.

Ma io so che non è così. Io so che è tutto dannatamente reale: io sono reale, i miei compagni sono reali, e tangibili, così come le schiere nemiche.

Ed è lì che torna il mio sguardo.

Se mi avessero detto che un giorno sarei arrivata qui, non ci avrei creduto.

Non parlo della battaglia che sta per divampare, no: questo è un destino che mi accompagna da anni ormai, a cui ero condannata per nascita.

Ma se mi avessero detto che mi sarei trovata nello schieramento sbagliato, io, che per tutta la vita sono stata persuasa di combattere dalla parte giusta, no, non ci avrei creduto. Affatto.

Eppure è così che mi sento ora.

«Stai facendo la cosa giusta».

La voce di uno dei miei compagni penetra nella mia mente intorpidita, e io la percepisco a stento. La sua voce è ovattata, lontana, anche se so che chi mi ha rivolto queste parole è proprio accanto a me.

«Stai facendo la cosa giusta».

Ma come può essere vero, se sono nello schieramento opposto a quello in cui si trova il mio cuore?

Il Sacro Ordine della Croce Armata (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora