Oltre una settimana è trascorsa dall'inizio della missione in Vaticano: io e Lorenzo siamo riusciti a limitare le apparizioni pubbliche del Pontefice all'udienza generale del mercoledì, ma temo che questa settimana sarà molto più difficile tenerlo a bada. Il Presidente di un importante Stato estero verrà in visita in Italia e ha chiesto udienza al Santo Padre. Non possiamo impedire quest'incontro, quindi dovremo prestare particolare attenzione a tutti i civili che entreranno in contatto con Sua Santità e che sono sprovvisti di incantesimi anti-possessione: basterebbe che un demone Parassita si impossessasse di un giornalista per mettere a repentaglio l'incolumità del Santo Padre.
«Questa cosa non mi piace affatto» mormoro a Lorenzo mentre consumiamo il nostro pasto solitario nella mia stanza; il Pontefice si è ritirato per qualche ora nei propri appartamenti e noi non abbiamo altro da fare che aspettare che ne esca. «Non possiamo controllare ogni civile che si avvicinerà al Pontefice: abbiamo bisogno di un incantesimo allarme o qualcosa del genere».
«Sai che Sua Santità è contrario all'imposizione di altri incantesimi» mi ricorda Lorenzo: la sua espressione è esasperata. Tre giorni fa abbiamo affrontato quest'argomento con il Pontefice soltanto per ricevere un netto rifiuto all'idea di approntare ulteriori protezioni, e so che il mio compagno è preoccupato e stanco quanto me di questo ostruzionismo.
«Questo non ha importanza» replico sbrigativa. «Il nostro compito è tenerlo al sicuro, non stargli simpatici».
«Ma non possiamo neanche costringerlo a lasciar imporre delle protezioni. Qui dentro comanda lui, lo sai bene» esclama il mio compagno. Molla la forchetta nel piatto e si lascia andare contro lo schienale della sedia. «Non so come fare. Tu hai qualche idea?»
«In effetti, sì» rispondo. Lorenzo si raddrizza e mi scocca un'occhiata sorpresa e inquisitrice: ovviamente non si aspettava questa risposta. Con un gesto della mano mi esorta a parlare.
«La mia idea» esordisco, «è di aggirare i veti posti dal Santo Padre. Non possiamo imporre degli incantesimi protettivi perché il Pontefice ce l'ha proibito, e non possiamo farlo di nascosto perché questo tipo di incantesimi richiede la collaborazione tra più maghi e un mucchio di tempo. Il Pontefice, però, non si è mai pronunciato contro gli incantesimi d'allarme». Taccio per un istante mentre Lorenzo mi rivolge uno sguardo sarcastico. So cosa sta pensando: è ovvio che il Santo Padre non abbia mai detto nulla contro gli incantesimi d'allarme... visto che non li abbiamo neanche mai menzionati.
«Sai come sono gli incantesimi d'allarme» proseguo. «Semplici, innocui, rapidi da realizzare e richiedono una potenza magica minima, il che significa che un mago solo è più che sufficiente».
«Il problema è sempre lo stesso, Cate: senza il permesso di Sua Santità non possiamo accedere alle sue stanze e far imporre l'incantesimo» replica Lorenzo. Non riesco a trattenere un sorrisetto.
«Io non ho mai parlato di imporlo sulle stanze» sottolineo. Ora ho di nuovo tutta la sua attenzione. «Pensavo piuttosto a uno o due oggetti che il Santo Padre porta sempre con sé o che sono sempre nelle sue immediate vicinanze».
Le pupille di Lorenzo si dilatano. «Il crocifisso d'oro che indossa sempre!» esclama eccitato.
«E l'anello papale» aggiungo; sono sinceramente contenta della sua reazione alla mia idea. «Vorrei parlarne con il comandante Estermann e chiedergli se c'è un momento – magari mentre il Santo Padre fa la doccia – in cui poter avere accesso a quegli oggetti e tessere l'incantesimo. Potrebbe pensarci Tangherli, Estermann può chiedere ad Andrea di convocarlo».
«È un'ottima idea» conviene Lorenzo, un pochino più rilassato di prima. «Quanto credi debba essere potente l'incantesimo?»
«Pensavo a un raggio d'azione di venti metri. Così se un demone è a una distanza minore di questa dal Santo Padre, avremo il tempo di intervenire. Anche le nostre stanze sono a meno di venti metri da quelle di Sua Santità, credo sia perfetto».
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Il Sacro Ordine della Croce Armata (#Wattys2016)
ParanormalCaterina è una privilegiata: nata in una delle più ricche famiglie italiane, è cresciuta nel lusso e a venticinque anni vive senza preoccupazioni. O almeno, questo è quello che appare agli occhi dei più. Quello che quasi nessuno sa è che di...