6: Passeggiata sulla spiaggia

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Sei giorni.

Si può arrivare sull'orlo di un esaurimento nervoso in sei giorni? Evidentemente sì.

Sono le cinque di giovedì mattina e io, Daniel e Bartolomeo ci stiamo trascinando nell'ascensore e verso il quinto piano, bramando una doccia e il letto. Quando apriamo la porta del salotto – di sicuro la stanza più vissuta di questa casa – Francesco getta sul divano il libro che sta leggendo e ci corre incontro, preoccupato.

«Finalmente siete tornati! Temevo fosse accaduto qualcuno a uno di voi...» esclama, aiutando Bartolomeo a raggiungere una poltrona dopo essersi accertato con un'occhiata che riesco a stare in piedi da sola. Il licantropo lo ringrazia: per quanto io non voglia crederci, in questi giorni passati – più o meno – sotto lo stesso tetto, tra Bartolomeo e Francesco è nata una sincera amicizia. L'ho sempre detto, che mio fratello non ha tutte le rotelle a posto!

«Be', c'è mancato davvero poco stavolta» risponde stancamente Daniel, lasciandosi cadere in un'altra poltrona. «Questi maledetti demoni diventano sempre più agguerriti».

Io non parlo, e mi limito a buttarmi a peso morto sul divano. A causa di un ulteriore, improvviso aumento dell'attività demoniaca, negli ultimi sei giorni non abbiamo fatto altro che correre in lungo e in largo per tutta la provincia di Roma a ogni ora del giorno e della notte, uccidendo e neutralizzando orde di demoni. Quando siamo riusciti a tornare a casa, abbiamo avuto a stento il tempo di fare una doccia e mettere una divisa pulita prima di ripartire verso un'altra località, e l'ultimo pasto decente risale a venerdì sera. Sono sfinita ma non posso lamentarmi, perché tutte le squadre dell'Ordine sono nella nostra stessa situazione; ieri pomeriggio abbiamo incontrato la squadra di Lorenzo a Montelibretti, mentre tornavamo da una spedizione nelle campagne circostanti, e oltre ad averli trovati praticamente decimati – sette di loro erano già nelle vasche di rigenerazione, e altri quattro erano feriti così gravemente da non poter combattere – erano accerchiati da una squadra di demoni particolarmente feroci. Ci sono volute quattro ore e tutte le nostre energie per riuscire a ucciderli tutti.

«Bartolomeo, dovresti immergerti in una vasca di rigenerazione» dice Daniel con voce lievemente arrochita – immagino che pur essendo un angelo, combattere senza sosta e inzupparsi di sangue di demone per giorni lo sfinisca un po'.

Il licantropo scuote una mano in un segno di diniego e sprofonda ancora di più nella poltrona, slacciando gli alamari della giacca insanguinata con un gemito strozzato di sollievo. Seguo il suo esempio e mi libero della parte superiore della divisa e delle scarpe, abbandonando tutto in un mucchio informe sul pavimento.

«Devo fare una doccia, ma non ho la forza di alzarmi da qui» bofonchio.

«Dovreste provarci entrambi, invece» dice Daniel, che sta recuperando le forze piuttosto in fretta. «E approfittare del poco tempo che abbiamo per dormire».

Io lo ignoro e libero i capelli dalla crocchia in cui li avevo stretti, provando un immediato sollievo. Mi massaggio il cuoio capelluto con dita stanche, sperando di alleviare così il mal di testa che mi perseguita, quando altre dita si aggiungono alle mie. Poso la testa sulla gamba di Francesco e lascio che continui a massaggiarmi la testa mentre ci riferisce della visita di Andrea, avvenuta nella tarda serata di ieri.

«Ha detto che vi assegnerà dei rinforzi» ci informa, dopo averci raccontato le preoccupazioni di Andrea. «In tre non potrete reggere questi ritmi a lungo. Arriveranno oggi».

Daniel aggrotta la fronte. «Non so se sia una buona idea. L'inserimento di nuovi elementi è sempre molto delicata, e nel clima attuale proprio non possiamo permetterci di presentarci di fronte ai nostri nemici se non siamo un gruppo compatto».

Il Sacro Ordine della Croce Armata (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora