I preparativi per la guerra contro la Fratellanza della Corona di Spine proseguono in un clima di calma innaturale: gli attacchi dei non-umani sono diminuiti, quelli dei demoni anche, e niente lascia supporre che si stia per combattere per la sopravvivenza.
La quiete prima della tempesta, sussurra una voce nella mia mente.
Sto riemergendo dalla sala allenamenti insieme a Bartolomeo, Lorenzo e Amelia: durante l'ultima riunione dei Comandanti sono state programmate tre esercitazioni al giorno per prepararci al meglio, e questo pomeriggio i miei avversari sono stati loro.
Torno in camera mia, coccolo Noctis per qualche minuto e mi concedo una rapida doccia. Quando riemergo dal bagno mi siedo alla scrivania e prendo la lettera di Adelmi per rileggerla, come faccio almeno cinque volte al giorno: ormai la so a memoria, ma vedere le parole vergate nella calligrafia di quell'uomo odioso mantiene più viva che mai la mia determinazione a stanarlo e ucciderlo.
Mia dolce Caterina,
quando questa lettera ti verrà consegnata, io sarò già partito per una destinazione sconosciuta. Forse non mi crederai, ma so che arriverà un momento in cui cercherai di rintracciarmi: non sprecare tempo inutilmente, non mi troverai.
Per l'ennesima volta – e forse l'ultima – mi trovo a ripeterti quello che ti ho già detto in più occasioni: ho ancora intenzione di sposarti, ed essere partito non significa affatto che io abbia rinunciato, tutt'altro: la temporanea assenza a cui sono costretto è indispensabile per raggiungere parecchi obiettivi, tra cui quello di riuscire finalmente a condurti all'altare. Mi hai sempre ritenuto un arrogante, borioso, prepotente pieno di sé, ed è vero: questo è ciò che sono. Se ti fossi presa la briga di osservarmi e conoscermi meglio, a quest'ora avresti già accettato di essere mia moglie o mi avresti ucciso, o magari entrambe le cose. Quello che ti sfugge è la parte di me che non hai mai voluto vedere. Io e te siamo complementari e opposti in un modo che avresti facilmente potuto comprendere, se mi avessi dato l'opportunità di parlarti a cuore aperto invece di essere così rigida nelle tue posizioni: io ammiro la mia famiglia tanto quanto tu detesti la tua, eppure entrambi ci sentiamo legati in modo profondo e indissolubile ad alcuni loro componenti; entrambi abbiamo antenati le cui orme ci siamo impegnati a seguire; entrambi possiamo annoverare, tra i nostri peggiori difetti, un implacabile desiderio di vendetta. Con l'intelligenza acuta e pronta che ci accomuna, la mia mancanza di scrupoli e i tuoi principi morali a renderci così diversi, la naturale predisposizione al potere che condividiamo, insieme al carattere indomabile, impossibile da spezzare: tutto concorre a renderci due pezzi di un puzzle che messi insieme formerebbero senza alcun dubbio qualcosa di perfetto.
Riesci a vederlo, ora? Riesci a comprendere, finalmente, quanta verità ci fosse nelle mie parole, quando ti dicevo che insieme saremmo in grado di fare qualunque cosa e di raggiungere qualsiasi obiettivo?
Noi siamo nati per essere vincenti, mia splendida Caterina: siamo nati per eccellere, per conquistare, per regnare. Lo capii durante il nostro primo incontro. Ero curioso di vedere la prima donna nata nella dinastia Orsini-Morganti dopo ben cinque generazioni, ma la realtà superò le mie aspettative: eri bella, intelligente e feroce in un modo che rendeva i tuoi diciassette anni ammalianti e rilucenti. Già quel giorno capii che nessun'altra donna sarebbe stata più adatta di te a stare al mio fianco: la ferita che mi infliggesti in quell'occasione e di cui porto tuttora il segno fu solo l'ulteriore prova che il mio istinto non sbagliava. Quella cicatrice è il ricordo continuo delle tue potenzialità e di come tu sia perfetta per completarmi: ogni volta che la guardo ricordo per quale motivo io voglia sposarti e quali alti traguardi potremmo raggiungere operando insieme.
Ho solo due rimpianti, incantevole creatura: quello di non essere ancora riuscito a farti diventare mia moglie, e di essere stato costretto ad arrivare a un punto cui avrei preferito non spingermi, pur di convincerti a sposarmi. Perché, Caterina, arriverà presto il giorno in cui pronuncerai quel "sì" cui ambisco da anni: e per quanto non volessi arrivarci in un modo che farà nascere in te così tanta ostilità nei miei confronti da rendere sicuramente burrascosi i primi tempi del nostro matrimonio, grazie alla mancanza di scrupoli che mi contraddistingue e di cui ho parlato prima, non ho avuto remore a farlo. A volte per vincere bisogna sacrificare così tanto da far sembrare la vittoria una sconfitta, e lì sta la grandezza di chi è nato per essere superiore: nel riconoscere che quella che sembra una sconfitta è in realtà una vittoria, e che un prezzo apparentemente troppo alto, in realtà non lo è affatto.
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Il Sacro Ordine della Croce Armata (#Wattys2016)
ParanormalCaterina è una privilegiata: nata in una delle più ricche famiglie italiane, è cresciuta nel lusso e a venticinque anni vive senza preoccupazioni. O almeno, questo è quello che appare agli occhi dei più. Quello che quasi nessuno sa è che di...