16: Un ritorno importante

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Quando riapro gli occhi è notte fonda.

Devo essermi addormentata a un certo punto, tra le braccia di Bartolomeo e i cuscini dell'ottomana, perché non ricordo come sono arrivata nel letto. Né tantomeno di aver chiuso gli occhi.

Mi tiro a sedere e do un'occhiata alla stanza buia: solo un po' di luce entra dalle finestre, e di fronte a quella più lontana dal mio letto si staglia la sagoma scura di Bartolomeo. Non so se sono i suoi sensi da lupo o cosa, ma appena mi sono svegliata, si è voltato subito verso di me.

Gli sorrido senza quasi rendermene conto. Poter sorridere liberamente a qualcuno che non sia Francesco o Andrea è strano e meraviglioso; vedere qualcuno addirittura rispondere a un mio sorriso è qualcosa che non avrei mai creduto possibile, fino a qualche mese fa.

Eppure è quello che sta accadendo ora.

Bartolomeo viene verso il mio letto a passi lunghi; mi tende una mano e mi aiuta ad alzarmi, poi mi posa un lento bacio sulla fronte che mi fa tremare le ginocchia.

«Come ti senti?» mi domanda sottovoce.

Non sono certa di conoscere la risposta; scrollo le spalle cercando di mostrarmi tranquilla, ma posso ancora sentire la sensazione della bocca di Bartolomeo sulla mia, e questo mi fa sorridere anche mentre distolgo lo sguardo. Anche lui sorride; lo percepisco dal modo in cui la sua mano mi stringe appena il fianco e mi attira per un attimo a sé.

«È arrivata una cosa per te» mi sussurra all'orecchio, guidandomi verso la porta della biblioteca. Lì vicino, sul trespolo, Noctis ha riguadagnato il suo posto e dorme con la testa sotto l'ala; e accanto al mio famiglio, sull'altra metà del trespolo, una nuvola di piume chiare e due fieri occhi gialli mi fissano.

«Lux!» mormoro, slanciandomi verso di lui. Il falco di Francesco mi rivolge un'occhiata benevola e si lascia accarezzare la testa mentre cerco una lettera – o qualsiasi altra cosa – attaccata alla sua zampa.

«È arrivato mezz'ora fa portando questo» dice Bartolomeo, porgendomi un piccolo rotolo simile a pergamena. Prendo il plico e non posso impedirmi di rivolgere al lupo uno sguardo tutt'altro che felice.

«Perché non mi hai svegliata subito?» gli domando, e sì, il mio tono è accusatorio.

«Perché solo il cielo sa da quanto non dormivi come si deve e quanto eri arrabbiata, oggi» risponde calmo Bartolomeo. «Lux è arrivato e si è diretto sul trespolo; non ha provato a svegliarti e non sembrava agitato, quindi ne ho dedotto che il messaggio che portava con sé non era urgente e ho deciso che potevi riposare ancora un po'». Mi guarda e incrocia le braccia sul petto. «Anche perché quando sei arrabbiata tendi a prendere sempre la peggiore decisione possibile, e io non avevo voglia di correrti dietro per impedirti di fare sciocchezze» conclude, gratificandomi di uno sguardo con cui mi sfida a contraddirlo.

Sbuffo irritata e incrocio le braccia a mia volta. «Va bene, lupastro, potresti aver fatto bene a non svegliarmi subito» ammetto di malavoglia.

Lui alza gli occhi al cielo. «È bello vedere come tu sia sempre pronta a darmi ragione» dice ironico.

Scuoto la testa e apro – finalmente! – quella che dev'essere, senza ombra di dubbio, una lettera di Francesco.

Mia cara sorellina,

non so se sei già tornata dalla tua missione oppure no, ma spero in ogni caso che questa mia ti trovi bene. Se troverai la mia lettera ad attenderti al tuo ritorno a casa, probabilmente non saprai ancora nulla di quanto è successo: Andrea può spiegarti nei dettagli i fatti e no, non prendertela con lui quando scoprirai cos'è accaduto durante la tua assenza: non poteva farci niente, anche se ha tentato in tutti i modi di trovare una soluzione.

Il Sacro Ordine della Croce Armata (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora