Tra un paio di incarichi non troppo impegnativi, qualche allenamento, una discussione telefonica tutt'altro che civile con Sophie e una pizza al centro di Roma con il resto della squadra - Bartolomeo escluso, ovviamente - un giorno e mezzo è scivolato via: adesso sono chiusa in camera mia insieme ad Amelia, e sono esasperata quanto lei è titubante.
«Amelia, se hai cambiato idea questo è il momento di dirlo, altrimenti devi lasciare che finisca di prepararti» esclamo. Da quando è arrivata, un'ora e mezzo fa, non sono riuscita a fare granché: dopo parecchie insistenze si è lasciata truccare, e ci è voluto un bel pezzo per convincerla a lasciarmi acconciare i suoi capelli, presa com'era da un dubbio dietro l'altro. Durante le lunghe pause causate dalle sue incertezze ne ho approfittato per prepararmi anch'io. A questo punto manca poco: tra mezz'ora dovremo essere a Palazzo Orsini e devo ancora convincere Amelia a vestirsi.
«E se i vostri genitori non gradissero la mia presenza?» chiede, tormentandosi le mani.
«Oh, non la gradiranno di sicuro: non sei ricca, non sei ipocrita, non sei una conservatrice, non sei manovrabile, in pratica sei tutto quello che non vogliono vedere accanto a Francesco» confermo. «Se ti può consolare, però, neanche la mia presenza gli è molto gradita: in effetti non sopportano nessuno che non sia disposto a ossequiarli, quindi non te ne preoccupare».
«Non voglio creare problemi a tuo fratello» insiste lei, e nonostante le abbia appena detto di non preoccuparsi, sta facendo esattamente l'opposto.
«Gliene crei di più se decidi non venire» le faccio notare. «Francesco ti ha invitata - come ho fatto io con Lorenzo - non solo perché gli piace la tua compagnia ed è felice di passare del tempo con te, ma anche perché averti come dama lo mette al riparo da ulteriori macchinazioni dei nostri genitori, e dopo quanto è successo un mese fa, puoi ben immaginare come l'idea lo spaventi!»
«Non lo so. Non sono sicura» mormora, e dalla cabina armadio a malapena la sento.
«Senti, Amelia, secondo me ti preoccupi troppo» dico, tornando indietro e posando due abiti sul letto. «Sei bella, decisa, di gran talento e anche strega! Non farti tutti questi problemi: ai miei genitori non piacciono i combattenti dell'Ordine, siamo troppo integerrimi e furbi, per i loro gusti». Non sembra ancora convinta, quindi allargo le braccia. «Almeno si mangia benissimo!» aggiungo.
Lei alza gli occhi al cielo e scuote la testa. «Va be'» cede, sfilandosi la vestaglia.
«Finalmente!» esulto, prendendo il vestito che ho scelto per lei. Apro la cerniera nascosta sulla schiena e mi avvicino, ignorando lo sguardo scettico che Amelia lancia a me e al vestito. «Sei sicura?» mi chiede.
«Non ho mai messo questo abito, Amelia, e anche se è splendido non l'ho mai sentito mio. Penso invece che sia perfetto per te, quindi basta obiezioni e indossalo!» rispondo decisa.
Amelia obbedisce e io l'aiuto, chiudendole la cerniera sulla schiena e allacciando il nastro dietro al collo. Adesso che è pronta la porto di fronte allo specchio, dove si osserva a bocca aperta: ha i lunghi capelli raccolti in una treccia che le ho appuntato intorno alla testa, un trucco leggero che fa risaltare gli occhi azzurri e un abito a sirena in velluto dello stesso colore la cui gonna si allarga in una piccola coda, impreziosita sull'orlo da un bordo di grosse foglie ricamate con del filo argento, uguali a quelle che passano sotto il seno, arricciano appena il corpetto al centro della scollatura e vanno ad allacciarsi dietro il collo.
«Sei splendida, Amelia, sembri una regina» dico sincera mentre cerco dei gioielli adatti. «A Francesco verrà un colpo quando ti vedrà... manca solo il tocco finale» continuo, andando verso di lei: le porgo un paio di pendenti in argento lavorato con delle acquemarine incastonate e uno spesso bracciale abbinato. Sono antichi: appartenevano alla mia bis-bis-bisnonna Serena, sono i primissimi gioielli che Odorico fece realizzare per lei, prima ancora che si sposassero. Ci sono anche dei pesanti fermagli per i capelli, con cui impreziosisco subito la sua treccia.
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Il Sacro Ordine della Croce Armata (#Wattys2016)
ParanormalCaterina è una privilegiata: nata in una delle più ricche famiglie italiane, è cresciuta nel lusso e a venticinque anni vive senza preoccupazioni. O almeno, questo è quello che appare agli occhi dei più. Quello che quasi nessuno sa è che di...