30: L'ultima battaglia

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Dopo l'attacco di Adelmi contro Andrea non c'è più stato bisogno di nascondersi dietro inutili maschere: quella trappola ha segnato l'inizio delle ostilità. Oramai non aspettiamo altro che il giorno dello scontro, quello vero, che ci dirà chi, tra Ordine e Fratellanza, continuerà a esistere.

Per lo sconforto di Bartolomeo, la casa è stracolma: è stato deciso di spostare a Roma parte dei combattenti che avevamo preallertato, e visto che il nostro palazzo era praticamente deserto, parecchi di loro sono stati dislocati qui. Il flusso continuo di persone che affolla i corridoi infastidisce anche me: ero così abituata alla tranquillità e al silenzio che adesso è snervante, non avere più un attimo di quiete in nessuna stanza della casa. Per fortuna, ogni tanto ho una scusa per allontanarmi.

«Abbiamo notizie di Adelmi?» chiedo entrando nell'Auditorium che il Pontefice ha messo a disposizione dell'Ordine: il Concilio è riunito in forma plenaria e il caos regna sovrano.

«Ancora no, pare» risponde Lorenzo, «ma il cardinale non riesce a riportare l'ordine, quindi in realtà non sappiamo ancora nulla».

«Capito. Vado» rispondo, congedandomi: Giacomo è in sala in qualità di Rappresentante della famiglia – ora che la rinascita della Fratellanza è ufficiale, Andrea non si è potuto esimere dal convocarlo al Concilio – e per permettermi di partecipare alla riunione, il mio padrino non ha potuto fare altro che nominarmi Alto Reggente temporaneo. Non so se pesa più la collana a piastre che ormai mi è tanto familiare o il mio medaglione personale.

«Presidente Norman» saluto sbrigativa; Norman ricambia con un cenno del capo e mi siedo tra lui e un'altra vecchia conoscenza. «Alto Reggente Adelbrecht».

«Morganti». Gerald Adelbrecht arriccia il naso. «Volevo dire, Alto Reggente Morganti». Si interrompe. «È strano vederti seduta da questo lato del tavolo».

«Per me è strano vederti da così vicino» replico. «Spero di tornare al mio posto il prima possibile».

«Tra i Rappresentanti delle famiglie?»

«Tra i guerrieri».

Entrambi restiamo in silenzio e osserviamo Andrea, a poca distanza da noi, lottare per ottenere l'attenzione generale. Dopo un quarto d'ora di sforzi, riesce nel suo intento: inizia subito a parlare dell'organizzazione delle truppe, del piantonamento di obiettivi sensibili, delle tattiche per affrontare gli affiliati della Fratellanza, ma io non lo ascolto. Come tutti i Comandanti e i guerrieri, so già queste cose: il discorso di Andrea è tutto a vantaggio di coloro che non sono coinvolti attivamente nei preparativi.

«Restiamo comunque in svantaggio!» tuona all'improvviso Xian Ting, battendo un pugno sul tavolo con forza inaudita.

«Cos'altro avremmo potuto fare?» dice Lorenzo da metà del tavolo, furioso, scattando in piedi.

«Molto poco, considerata la vostra inettitudine!» risponde con ferocia la Ting.

«Sta' zitta, Xian» scatta Adelbrecht, infastidito. «Non c'era nessuno di noi, durante quell'imboscata da vigliacchi che Adelmi ha teso al Supremo Reggente, quindi non siamo per nulla adatti a dare giudizi in merito a come è stata gestita la situazione!»

«Se avessero catturato Orlando Adelmi» ringhia la Presidentessa, scoccandomi uno sguardo incendiario, «o meglio, se la Morganti avesse catturato Adelmi, come aveva la possibilità di fare, ora il problema sarebbe risolto!».

«Se l'Alto Reggente Morganti avesse catturato Adelmi la sede centrale dell'Ordine, il Supremo Reggente e metà dei combattenti stanziati a Roma sarebbero saltati in aria!» sbotta Norman. «In quel caso, qualcuno avrebbe preso il posto di Adelmi in attesa di liberarlo e la Fratellanza avrebbe avuto gioco facile nello sterminarci!»

Il Sacro Ordine della Croce Armata (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora