Il parco era immobile.
La battaglia era conclusa; i feriti erano stati soccorsi e portati via dal luogo dello scontro, e adesso era il tempo della conta dei morti.
Il cardinale Giuliardini aveva voluto sincerarsi personalmente del numero e dell'identità dei caduti: con la pesante Flamberga a tracolla sulla schiena e l'orlo delle vesti che spazzava il suolo in una carezza appena accennata, si era inginocchiato accanto a ogni cadavere invocando per la sua anima la pace eterna e l'eterno riposo. Aveva fatto il giro del parco con passo lento e misurato, prendendosi il tempo di riconoscere ognuno di quegli uomini e quelle donne che conosceva e che considerava un po' dei figli, e rimproverarsi di non aver saputo proteggerli meglio.
Alla fine non era rimasto che un luogo cui andare: un luogo che il cardinale aveva evitato fino a quel momento in parte per essere libero di trascorrervi tutto il tempo che voleva, in parte perché il suo cuore rifiutava l'idea di accostarsi a quel punto del parco.
In un piccolo spazio di terra gelida e secca stavano ammassate più persone; solo due erano morti, ma nessuno dei vivi si mosse quando Andrea Giuliardini arrivò da loro.
Il corpo di Francesco era quasi completamente nascosto da quello di Amelia che, disperata e singhiozzante, si era accasciata sul cadavere del suo amato e vi riversava sopra le proprie lacrime, quasi che quella cascata di gocce salate potesse fungere da siero magico e riportarlo in vita.
Bartolomeo era inginocchiato dietro il cadavere di Caterina; si era tirato la testa di lei in grembo e le accarezzava i capelli in un gesto leggero, appena accennato, quasi la ragazza fosse addormentata e potesse svegliarsi con un tocco troppo deciso. Lorenzo, nella stessa posa di Bartolomeo ma alla sinistra di Caterina, le aveva posato accanto Eden, come promesso, e le stringeva la mano ormai fredda tra le proprie: la fissava con la stessa intensità del licantropo, e come lui aveva gli occhi perfettamente asciutti.
Daniel e Giulio Tangherli erano in piedi a pochissima distanza dai corpi, subito dietro Lorenzo: osservavano con aria grave e contrita fratello e sorella ormai senza vita, e al pari degli altri non sembravano avere alcun desiderio di parlare. Gli unici rumori erano i singhiozzi di Amelia, attutiti dalla lunga giacca rosso mattone che copriva Francesco.
Con un gesto sfinito Andrea si lasciò cadere in ginocchio tra i corpi senza vita dei suoi figliocci e posò una mano sulle loro dita che ancora si sfioravano, congelate nel loro ultimo atto.
«Non avrei potuto amarvi di più neanche se foste stati davvero figli miei» sussurrò con voce spezzata. «E non avrei mai voluto sopravvivervi, ma il destino ha deciso diversamente. Perciò non mi resta che pregare: pregare perché nella morte abbiate la pace che non vi è stata concessa in vita, la libertà che avete sempre inseguito senza mai raggiungerla, la felicità che tanto bramavate e che mai avete potuto avere. Prego perché ora abbiate tutto ciò che desideravate e che vi è stato negato in questa vita».
Andrea distolse gli occhi pieni di lacrime dai corpi dei due ragazzi e provò ad alzarsi, barcollante. Una mano che non riusciva a identificare lo aiutò. Di nuovo in piedi si erse in tutta la propria statura, lo sguardo fiero sebbene straziato appuntato sui guerrieri ancora vivi che gli stavano di fronte.
«Alzatevi» ordinò, «e tornate a casa: non c'è niente che possiamo fare, per loro».
«E lasciarli qui?» sussurrò Amelia.
«Sì» rispose semplicemente il cardinale. «Il luogo è protetto, e niente e nessuno potrà toccarli. Sono al sicuro; domani saranno portati a casa insieme ai loro fratelli caduti e daremo loro l'ultimo saluto».
Bartolomeo strinse tra le dita una ciocca dei capelli di Caterina e guardò il cardinale. «E dopo, cosa faremo?»
Andrea gli tese la mano. «Andremo avanti».
I cinque guerrieri si alzarono. Gettato un ultimo sguardo sofferente ai cadaveri stesi a terra si allontanarono riluttanti nel crepuscolo, lasciando soli i loro morti. La notte calò, e nessuno vide una sagoma solitaria allontanarsi dal punto in cui erano caduti i due fratelli.
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Il Sacro Ordine della Croce Armata (#Wattys2016)
ParanormalCaterina è una privilegiata: nata in una delle più ricche famiglie italiane, è cresciuta nel lusso e a venticinque anni vive senza preoccupazioni. O almeno, questo è quello che appare agli occhi dei più. Quello che quasi nessuno sa è che di...