capitolo 11.

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-Eeh giú!- bevo il quinto shot di questa sera.
Io e Alice siamo in discoteca insieme ad Alessio e Marco.
I giorni stanno passando veramente lenti senza Gianluca, ed é come se mancasse qualcosa dentro di me.
Peró l'attesa é quasi finita, domani tornerà a casa.
Ci siamo sentiti tutti i giorni e ogni volta che parlavamo al telefono, lui ne approfittava per raccontarmi mille delle sue incredibili esperienze in giro per l'Italia.
Perché la distanza é questo. E non é vero che la distanza é solo un numero. La distanza é anche paura, solitudine, tristezza. Sono gli occhi lucidi, la morsa allo stomaco quando ci si pensa.
Non ci vediamo piú o meno da due settimane e anche mentre sono qui in discoteca ubriaca, a ballare con la mia amica, mi sembra di vederlo difronte a me.
Mi sembra di vederlo che scherza accanto a suoi amici e che, appena mi vede, mi sorride.
Chiudo gli occhi cercando di scacciarmelo dalla testa, ma é difficile. É difficile levare la sua faccia, il suo sorriso, i suoi occhi dalla mia mente.
Ed é ancora piú difficile immaginarlo affianco ad una ragazza che non sono io. Odio quella Maria.
Durante queste settimane l'ha seguito in qualche tappa del tour e sicuramente sará successo qualcosa tra di loro. Non voglio pensarci.
Esci.
Dalla.
Mia.
Fottuta.
Testa.
Ti prego.
Eppure lo vedo ancora li.
Muovo i fianchi cercando di essere spensierata, ballo a ritmo di musica insieme alla mia amica mentre l'alcool fa effetto sui nostri due corpi.
Due possenti mani mi circondano la vita e sussulto per lo spavento.
Alice é scomparsa in un batti baleno e adesso mi ritrovo in una situazione imbarazzante.
Non so nemmeno chi é che mi sta ballando dietro e sinceramente ho anche un po di paura.
Mi guardo intorno alla ricerca di Alice, ma non riesco a trovarla, c'é troppa gente in questo locale.
-Mi sei mancata, vicina.-
Non é uno sconosciuto. Io questa voce la conosco, la conosco bene.
Istintivamente mi giro e senza neanche guardarlo in faccia lo abbraccio piú forte che posso.
Non era un'immagine della mia mente, lui era realmente qua anche prima.
Un sospiro di sollievo mi esce fuori spontaneo, come a significare che ora posso stare tranquilla, con lui qua con me.
Perché la sua assenza aveva lasciato in me un enorme solco, lo devo ammettere.
Il cuore mi batte troppo forte appena i nostri busti si toccano per l'abbraccio.
É una sensazione troppo bella, quasi mozzafiato.
-Anche tu mi sei mancato, vicino.- sussurro al suo orecchio.
La testa mi gira terribilmente e con addosso questi tacchi, potrei prevedere di cadere per terra da qui a fine serata.
-Lo sai vero che puzzi d'alcool da fare schifo?- domanda accennando una risata.
-Penso di essere ubriaca infatti.- biascico staccandomi lentamente da quel magico abbraccio per vederlo finalmente in faccia.
Sembra particolarmente stanco, lo si puó notare dalle leggere occhiaie sotto gli occhi.
-Ma non dovevi tornare domani?-
-Ho fatto una sorpresa a tutti, non sei contenta?-
Vuole una risposta positiva, lo vedo dai suoi occhi.
-Certo!-
Comincio a saltare intorno a lui, ma forse non é proprio un'ottima idea.
Lo stomaco comincia a contorcersi, provocandomi improvvisamente urti di vomito.
Mi riattacco alle spalle di Gianluca cercando di non cadere, le gambe stanno cedendo.
-Tutto bene?-
Nego con la testa per rispondere alla sua domanda, poi mi porto una mano sulla bocca. Sto per vomitare.
In un flash mi ritrovo fuori dalla discoteca, in un angolo buio e isolato a vomitare tutto mentre Gianluca mi tiene i capelli. Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione del genere, non ho mai bevuto cosí tanto da vomitare.
Mi tiro su pulendo gli angoli della bocca.
-Va meglio?-
Annuisco chiudendo per un attimo gli occhi.
In questo momento vorrei essere nel mio letto a dormire.
Invece sono qui, in condizioni pessime davanti al ragazzo che mi piace.
Perché si, lui mi piace.
Mi piace il suo benedetto sorriso, i suoi occhi, il suo essere stronzo con le ragazze che si fa, il suo gesto di mordicchiarsi le labbra quando é nervoso, la sua risata e il suo essere permaloso.
-Mi porti a casa?- chiedo timidamente reggendomi alle sue braccia.
-Ovvio.-

-Mi ammazzano se mi vedono in queste condizioni!- urlo nella piazza deserta di Montepagano.
Sono le tre di notte e ovviamente in questo paesino non c'é nessuno in giro.
-Shh!- mi tappa la bocca ridendo. -Sveglierai tutti!-
-Non mi interessa, okay? Ti sto dicendo che non posso farmi vedere cosí dalla mia famiglia.- urlo con tutta la voce che ho e posso giurare di vedere una finestra aprirsi dalla casa difronte.
Ci nascondiamo velocemente dietro a un dei tanti alberi messi in fila davanti ai condomini.
-Shh!- ripete. -Peró sei simpatica da ubriaca.- esordisce ridendo.
Sbuffo togliendomi le fastidiose scarpe che ho ai piedi, se non si zittisce gliene tiro una in testa.
-Ma che fai?-
-Mi tolgo le scarpe, cretino. Non vedi?- posiziono la scarpa davanti alla sua faccia, e lui continua a ridere.
Gli tiro uno schiaffo sulla testa, non deve ridere di me.
-Ahi! Perché l'hai fatto?-
-Perché stai ridendo di me e non mi piace.-
Ho visto fin troppe persone prendermi per il culo o deridermi, adesso basta.
-Okay, la smetto. Vieni a dormire da me per stasera, ma se fai casino giuro che ti butto dalla finestra.- sbotta serio.
Annuisco e dopo avermi preso per mano, mi porta verso la strada di casa.
La mia testa in questo momento é troppo in confusione per pensare a qualcosa di serio, quindi, non so per quale motivo, comincio a cantare canzoni che mi vengono in mente nella mia testa.
Che serata strana.
Appena siamo davanti alla porta di casa sua, mima per l'ennesima volta un 'stai zitta', poi apre la porta.
La prima cosa che vedo é un'enorme salone illuminato da tante piccole luci.
Ci sono due grandi divani attaccati al muro e uno grosso televisore davanti.
Mi trascina lentamente e silenziosamente al piano di sopra dove presumo ci siano le camere da letto.
La sbronza mi sta passando, ma da quando sono entrata qua dentro ho continui giramenti di testa, quasi da cadere.
Prendo la mano di Gianluca per fargli capire che potrei svenire da un momento all'altro, ma lui sembra non rendersene conto perché appena faccio un altro passo, cado per terra facendo un rumore assordante.
Una luce si accende e esce fuori da una delle tante porte un ragazzino che avrà sui sedici anni piú o meno.
-Che succede?- sembra spaventato, ma il fratello lo calma subito dicendo di ritornare a letto.
Noto che sporge la testa per guardarmi e dopodiché torna nella sua camera.
Sicuramente é suo fratello e beh, avrei voluto conoscerlo in un altro contesto e possibilmente da sobria.
Il ragazzo torna nella sua camera e subito Gianluca si affretta a tirarmi su dal pavimento.
Non riesco a pensare a niente, é come se il mio cervello fosse uscito dalla testa.
-Mi spieghi perché hai bevuto cosí tanto?- domanda a bassa voce.
Scrollo le spalle buttandomi su quello che é il suo enorme letto.
La camera é molto grande ed é piena di poster di cantanti famosissimi che peró in questo momento non riesco a riconoscere.
Apre le ante del grande armadio e mi porge una maglietta e dei pantaloncini.
Ah si perché sicuramente troveró la voglia di cambiarmi, certo.
-Non puoi dormire con quella roba, mettiti i miei vestiti.-
Esordisce andando nel suo bagno privato.
Dal suo tono di voce posso intuire che é arrabbiato.
E non lo posso biasimare.
É tornato da qualche ora dopo tanto che stava fuori casa e si ritrova a fare da babysitter a una ragazza cretina e ubriaca.
Mi tolgo velocemente il vestito e con una rapiditá incredibile, mi metto i vestiti da lui dati.
La maglietta mi sta molto grande e mi arriva a metà coscia.
Dopo qualche minuto Gianluca esce dal bagno. Si é cambiato e lavato, presumo.
-Sei arrabbiato con me?-
-É solo che non capisco. Perché ti ubriachi? So che non é la prima volta da quando sei qua. Alessio e Marco mi raccontano tutto.-
si siede affianco a me, il suo letto é abbastanza grande per tutti e due.
Non riesco a ribattere. Non voglio dirgli che il motivo per cui bevo e perché voglio cercare di dimenticarlo per qualche ora, voglio cercare di dimenticare questa situazione. Ma nemmeno l'alcool mi aiuta e ormai non so piú come fare.
-Lucrezia, so che per te é stato un grande passo raccontarmi quelle tue cose, ma voglio che tu ti confidi con me per tutto, okay? Ti posso aiutare se vuoi.-
Batte sul materasso, come per dire 'vieni piú in qua', cosí mi avvicino a lui e abbracciandolo, ci distendiamo.
É cosí bello stare a contatto con lui. É come se il resto del mondo sparisse, e rimaniamo noi due da soli qua.
Sospiro leggermente per poi socchiudere gli occhi.
-Parlare con te di quella storia é stato come se fossi tornata indietro nel tempo. Mi sembra ieri che é successo tutto quel casino e alcuni giorni mi sento proprio come mi sentivo in quei momenti.-
-Adesso non devi piú parlarne. Ti faró pensare ad altro, te lo giuro.-
Mi accarezza dolcemente la schiena ed é uno dei tanti gesti che mi fa si che il cuore mi batti a mille.
-Insomma, come vanno le cose?- domando.
-Uhm, bene. Sono soltanto un po stanco, ma ormai sono abituato.
Sai, io e Maria abbiamo avuto l'occasione di vederci molto e.. Insomma é successo.-
Il mondo mi crolla addosso. Lo immaginavo, ma sentirlo dire da lui é ancora piú brutto.
Soffoco le lacrime che stanno per uscire dagli occhi, non devo farmi vedere dispiaciuta.
-Beh, ma non é nulla di nuovo, no?-
chiedo riferendomi alla famosa sera in cui li ho sorpresi dietro ad un albero in quel locale.
-Hai ragione, ma é stato diverso questa volta.-
-Posso chiederti una cosa?-
Annuisce, cosí mi preparo a domandargli una cosa che forse dovrei tenermi per me.
-Cosa ti piace di lei?-
Esita un po, ma poi cerca di rispondere.
-Ehm, tante cose... Insomma é una bella ragazza.- alzo lo sguardo verso i suoi occhi.
-I suoi occhi sono bellissimi... Poi i suoi capelli, si i suoi capelli sono molto belli.-
I suoi capelli? Soffoco una grossa risata.
Non puó piacerti una persona per i suoi capelli.
-Sei serio? I suoi capelli?-
-Si, perché?-
-Gianluca, se una persona ti piace, ti piacciono i suoi difetti, i suoi pregi. Non i suoi capelli.-
E forse c'é ancora qualche speranza. Non penso che Gianluca provi veramente qualcosa per Maria, credo che sia solo attrazione fisica.
-Beh ma mi piacciono tante cose di lei.- trema leggermente.
-Tipo?-
Non risponde.
-Va beh, ho capito.
Apri bene gli occhi, vicino.-
Dico appena prima di chiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo. Ne ho veramente bisogno.

Riapro gli occhi dopo un sonno che sembra essere durato poco, ma in realtà, dalla luce che penetra dalle tapparelle riesco a capire che é tardi.
Solo adesso mi rendo conto che il braccio di Gianluca é allacciato al mio busto. Non ricordo di essermi addormentata abbracciata a lui.
E sono proprio questi i gesti che amo, perché si, i gesti piú semplice sono i piú belli al mondo.
Sorrido nel vederlo ancora dormire.
Ha la bocca leggermente aperta, una leggera barba e un sorriso stampato sul viso.
E non c'é niente di piú bello al mondo di vedere tutte queste cose appena sveglia, sembra tutto cosí perfetto.
Ma non lo é. Perché in realtà questo é niente.
Scosto il suo braccio e lo poggio delicatamente sul materasso. Si lamenta, ma per fortuna non si sveglia.
Devo andarmene velocemente da qua, altrimenti ci rimarrò per sempre.
Tra l'altro questo pomeriggio devo lavorare al bar insieme ad Alice, entrambe saremo delle morte viventi.
Mi alzo dal letto, ma mi fermo per pensare a come fare ad uscire.
Se esco dalla porta, sicuramente incontrerò qualche altro membro della sua famiglia e l'ultima cosa che voglio é farmi vedere.
Cosí mi dirigo verso la porta a vetri. Le nostre terrazze sono accanto, sará facile scavalcare.
Un aria fresca mi investe appena piego la maniglia. Oggi sicuramente sará una giornata piovosa e se c'é una cosa che odio, é proprio la pioggia d'estate.
Salto velocemente nella terrazza di camera ed entro in camera.
Un sospiro mi esce spontaneo appena tocca il materasso del mio letto.
Penso che penso troppo.
Tutti mi hanno sempre detto di essere acida con i ragazzi che ci provavano con me.
Ma qui non si tratta di essere acidi o meno, si tratta di essere spaventati, di aver paura di regalare la nostra fiducia alla persona sbagliata, di nuovo.
Ho cercato di comportarmi cosí anche con lui, ma non ce l'ho fatta.
Inizialmente mi sono mostrata come non sono, ma lui subito mi ha scoperta e piano piano sta tirando fuori tutto il buono in me.
Vorrei odiarti, ma proprio non ce la faccio, Gianluca.

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