Il boato finale dopo "Grande Amore" mi fa ricordare che devo essere dietro le quinte tra meno di dieci secondi.
Mi sono goduta il concerto insieme alla mamma di Gianluca in seconda fila nel blocco più esterno.
Leonora é una persona veramente dolce, mi ha fatto mille complimenti e mi ha ripetuto almeno mille volte che é molto contenta che Gianluca mi abbia trovata. A detta sua, Gianluca ha sofferto molte molte volte per le ragazze. Così tanto che arrivato ad un certo punto, aveva smesso di credere nell'amore. L'amore vero, quello che ti logora in bene, quello che ogni giorno ti fa sorridere, quello che ti fa realmente bene all'anima.
"Poi, ti ha incontrato. Ti giuro che come guarda te non ha mai guardato nessuno. Sono convita che tu sia la persona giusta per lui, davvero." Aveva detto poi Leonora.
Inutile dire che il concerto é stato veramente magnifico proprio come gli altri a cui ho avuto l'occasione di partecipare.
Le luci, la scenografia e le voci di Gianluca, Piero ed Ignazio sono fatte per cantare insieme.
Anche se i tacchi tentano di impedirmelo, corro il più veloce possibile verso il backstage.
Sono ancora in prova, un minimo sbaglio e potrebbero anche non prendermi.
Mostro velocemente il pass che tengo al collo all'enorme uomo difronte alla transenna che porta al di là del palco e un secondo dopo sono posizionata davanti alla porta del camerino dei tre.
Arrivano dopo nemmeno un minuto e la prima cosa che faccio é buttarmi a capofitto su Gianluca.
-Sei stato fantastico.- sussurro staccandomi dalle sue morbide labbra.
-Avevi dubbi, tesoro?-
Abbozza un sorriso ed io, scherzosamente, gli tiro un piccolo schiaffo sul braccio semi scoperto.
-A me non lo dici che sono stato bravo, picciridda?- scherza Ignazio facendo finta di piangere.
-Uhm, ti accontenterò.
Igna, ma lo sai che sei stato bravissimo?-
Sorrido più di quanto mi viene da farlo, ma per fare questa scenetta é fondamentale.
-Grazie, tesoro.- dice strizzando un occhio per poi mandarmi un bacio.
-Andiamo?- chiede Piero stanchissimo.
-Si, il ristorante ci aspetta. Ceniamo e poi corriamo in hotel.-
Alzo il polso per guardare l'ora: le undici e mezzo. Non mi era mai capitato di cenare a quest'ora, prima d'ora.
Gianluca mi prende la mano e facendo segno anche a Piero ed Ignazio ci dirigiamo verso la macchina per poi uscire dal teatro.-Ma lo sai che ho una casa a Bologna io? Ci vado praticamente sempre, ma non ti ho mai vista.- dice Ignazio masticando un pezzo di pizza.
"La pizza é sempre la soluzione" a detta di Piero e Ignazio. Quindi, invece di andare al ristorante siamo finiti in una piccola pizzeria in cui siamo solo noi.
Siamo un bel gruppone. Sono seduta difronte a Piero. Alla mia destra c'è Ignazio, mentre alla mia sinistra ci dovrebbe essere Gianluca.
Sottolineo dovrebbe, perché ormai sono dieci minuti che é in bagno.
-Anche io ci vado spesso, mio fratello sta li.- si intromette Piero bevendo un sorso d'acqua.
-Davvero? Non ne sapevo niente. Ora é da un po che non torno a casa...-
Non c'è giorno in cui non pensi alla mia litigata con Luca. Non ci siamo più sentiti da quel giorno e tanto per cambiare, non ho sentito neanche Chiara e Giulia.
Mi mancano davvero tanto, ma ciò che mi ha detto Luca non mi è ancora andato giù.
Non si é mai comportato in quel modo, per questo ci sono rimasta particolarmente male. É come se fosse geloso, ecco.
Il problema é che siamo entrambi troppo orgogliosi e finché uno dei due non farà il minimo passo per fare pace, staremo così divisi.
-Beh quando andiamo vieni con noi! Sarà bello!- continua Piero sorridendo. -Magari facciamo venire anche Alice.-
Mi trattengo dallo strozzarmi con la mozzarella della mia pizza margherita.
Lo guardo sbalordita, anche se ormai da tempo non é più un segreto che quei due si piacciano.
-Cioè, é tua amica.. Nel senso, potrebbe piacerle visitare la città.-
-Sisi, certamente!- trattengo un sorriso dalla troppa felicità.
Okay, devo immediatamente chiamare Alice per dirle questa cosa.
Lei ancora non si é accorta che Piero le va dietro e Piero ancora non si é accorto che lei va dietro a lui. In pratica lo sanno tutti tranne loro due.
-Vado un attimo in bagno, scusate.-
Mi alzo velocemente e recupero il mio telefono dalla tasca dei miei jeans corti.
Apro la porta fatta in legno del bagno e faccio velocemente il numero di Alice.
-Quindi mi stai dicendo che non sa niente di noi?-
Una voce fin troppo conosciuta fa eco nel grande bagno della pizzeria. Virginia.
Cancello il numero che avevo scritto sul display del telefono e rimango ad ascoltare.
-No, Virginia. E non deve saperlo. Forse non capisci bene la situazione.-
Il cuore comincia a battermi all'impazzata.
Questa voce. La mia preferita. Quella per cui vado avanti.
Gianluca.
-No, sinceramente non capisco. Perché ti sei messo con lei? Stavamo così bene insieme.. Ci divertivamo così tanto.-
La odio. La odio tanto. Ma perché Gianluca non me l'ha mai detto? Io ho piena fiducia in lui, da sempre. E lui lo sa benissimo.
-Virginia non rompermi, okay? Faccio quello che voglio.-
Ho già capito tutto alla perfezione. Sono proprio una cretina.
Esco dal bagno sbattendo violentemente la porta.
Pensavo che lui fosse perfetto. Ogni giorno riuscivo a fidarmi di lui.
L'unico pensiero che ho in testa é che Gianluca abbia qualcosa con Virginia da sempre. E che continui ad averla anche se sta con me.
Gli occhi cominciano a bagnarsi molto lentamente.
Raggiungo velocemente il grande tavolo, prendo la mia borsa e vado verso la porta d'uscita. In questo momento ho bisogno soltanto di stare sola e di pensare a chi é veramente Gianluca.
-Dove vai?- chiedono all'unisono Piero e Gianluca alzandosi dalla tavola.
-Perché piangi?- segue Piero raggiungendomi davanti alla porta.
Socchiudo lentamente gli occhi, cercando di togliermi dalla testa l'immagine di cosa potrebbero fare in questo momento in quel bagno.
-Nulla.- sto provando in tutti i modi di trattenermi a questo orribile pianto, ma in questo momento qualcosa brucia dentro di me.
Rabbia, delusione, tristezza.
-Nulla non può essere.- dice Ignazio. -Altrimenti non piangeresti.-
I due ragazzi difronte a me si guardano con espressione interrogativa.
-Veramente ragazzi, non é niente.- faccio per uscire definitivamente da questa pizzeria, ma Piero mi blocca.
-Aspetta, veniano con te. Penso di aver capito.-
Piero fa gesto a Ignazio di guardare verso la tavola e quest'ultimo, sospirando rumorosamente, annuisce.
Quindi a quanto pare ero l'unica a non saperlo. Bene.
-Michele, Lucrezia non si sente bene. La accompagniamo in hotel!- grida Ignazio salutando con la mano tutti.
Esco velocemente da quel ristorante che forse rimarrà segnato a vita nella mia testa.
Lo odio. Odio tutti. Come faccio a fidarmi delle persone se quest'ultime alla fine mi tradiscono sempre?
Cammino velocemente, quasi corro e Piero e Ignazio cominciano ad ansimare per la fatica che fanno a rincorrermi.
Mi dispiace per loro, ma voglio arrivare il più veloce possibile in hotel e chiudermi nella mia stanza a pensare a cosa fare e come comportarmi.
-Ti vuoi fermare un attimo?- Piero mi afferra saldamente il polso, costringendomi a fermare la camminata fin troppo veloce anche per i miei polmoni che, dopo qualche secondo che sono ferma, cominciano a farmi stare male. Letteralmente.
Mi manca l'aria, non riesco a respirare e ho come la sensazione che la mia gola sia bloccata da qualcosa.
-Che succede?- continua Piero dimostrandosi visibilmente preoccupato.
Le mani cominciano a tremarmi e la troppa mancanza di ossigeno mi impedisce di rispondergli.
Faccio dei respiri giganti, proprio come quelli che ti chiedono di fare i dottori.
-Non respira.- risponde Ignazio catapultandosi automaticamente dietro di me per sorreggermi. -Calmati Lucre, per favore.-
Vorrei tanto, ma questa maledetta malattia che ho non me lo permette.
Cerco di far arrivare l'aria attraverso il naso, respirando lentamente e il più calma possibile. La situazione migliora un po, ma non riesco comunque a respirare normalmente.
Vengo trasportata non so come a sedere su una panchina.
-Che facciamo?- Piero e Ignazio si inginocchiano difronte a me.
-Succede anche a me delle volta, ma non per lo stesso motivo.. Non so come farla calmare!- risponde Ignazio guardandosi intorno.
Sono venuti a sapere del mio problema qualche giorno fa, sono stati i primi a cui Gianluca l'ha detto.
-Chiamiamo un'ambulanza?- continua Piero cercando i miei occhi.
Nego con la testa. L'ultima cosa che voglio é ritornare la seconda volta in neanche cinque giorni in ospedale.
Odio quel posto.
-Lucré, non riesci neanche a parlare.- Piero é letteralmente preso dal panico. Non sa più cosa fare. Le sue mani, proprio come le mie, tremano tantissimo.
-Spostati.- Ignazio tira una leggera pacca sulla spalla a Piero che, molto scaltramente, lascia il suo posto ad Ignazio.
Quest'ultimo, inginocchiandosi davanti a me, posa entrambe le mani sulle mie guance calde. Mi guarda, forse troppo intensamente.
-Okay, vediamo se ci riusciamo così.
Calmati.- porta la mia mano sul suo petto -Riesci a sentirli? Respira piano, lentamente. Cerca di andare a tempo con me.- comincia a emettere dei forti sospiri rumorosi. Faccio come dice, seguo i suoi battiti, i suoi respiri e la sua bocca che prende e butta fuori aria.
In pochi secondi riesco a tornare a respirare normalmente.
-Brava, così. Continua.- mi sorride contento e a quel punto sorrido anche io.
Adesso l'aria entra ed esce normalmente dal mio corpo.
Sto bene. Non sono mai stata meglio.
Continuo a guardare gli occhi marroni davanti a me che, inaspettatamente, riescono a calmarmi ancora di più attraverso un solo sguardo.
-Grazie.-Faccio passare la tesserina davanti al sensore, aspetto che la luce diventi verde e poi finalmente apro la porta della mia camera d'hotel.
Mi butto a capofitto sopra il letto fino ben rifatto e Ignazio e Piero mi seguono a ruota sedendosi sul divanetto poco lontano dal letto matrimoniale.
-Ora che stai meglio ti va di raccontarci?- chiede Piero.
Ignazio gli tira una gomitata nello stomaco fulminandolo con lo sguardo.
-Ehm, scusa. Non volevo farmi i fatti vostri.-
-Ma no figurati.- rispondo sorridendo.
Sono davvero molto buffi questi due.
Prendo un grosso respiro e cerco di raccontare per filo e per segno ciò che ho sentito nel bagno della pizzeria.
Piero e Ignazio si guardano, poi quest'ultimo prende la parola.
-Ascolta Lucrezia. Conosciamo Gian da anni ormai e quando si prende un impegno con una ragazza, non é solito a tradirla.
É vero, Gianluca e Virginia hanno avuta una storia. Anzi, meglio dire che scopavano e basta.
Ma che io sappia, hanno chiuso da tempo. Più o meno da quando ti ha conosciuto.-
Piero annuisce per tutto il discorso del ragazzo accanto a se.
Qualcosa dice dentro di me di credergli. Perché mentire? Perché dirmi una bugia così brutta? No, questi due ragazzi difronte a me non sono così.
E neanche Gianluca.
-Scusate, é che ho avuto talmente tante delusioni che anche una minima cazzata fa tanto.-
Abbasso la sguardo, pensando soltanto al fatto che ho dubitato di Gianluca per così poco.
Però anche lui avrebbe potuto dirmi di questa storia con Virginia eh.
-Ti capiamo.-
I due ragazzi si lanciano l'ennesimo sguardo.
Chissà quante ne hanno avuto loro di delusioni.
Per un momento mi metto mei loro panni e immagino che sia veramente difficile trovare una ragazza sincera. Una ragazza che non stia con loro per la fama e per i soldi.
Forse é proprio questo quello di cui parlava Leonora questa sera al concerto.
Per non parlare di Ignazio e Piero, che a dirla con tutta sincerità, sono le classiche persone alle quali si legge negli occhi che non hanno mai visto sincerità in una ragazza.
-Ma non ti ha chiamata?- chiede Ignazio.
Tiro fuori il telefono, perché in realtà é da un po che non lo controllo.
Come non detto.
10 chiamate perse.
7 messaggi.
Su 10 chiamate 9 sono state fatte dal telefono di Gianluca mentre 1 dal telefono di Torpedine.
Apro i messaggi e li leggo uno ad uno."Perché te ne sei andata senza dire nulla?"
"Stai bene?"
"Perché non rispondi?"
"Lucrezia, mi stai facendo preoccupare"
"Mi hanno detto che ti sei sentita male, perché non mi hai aspettato? Potevo accompagnarti in hotel"
"MI VUOI RISPONDERE?"
"Sto arrivando."-Nell'ultimo messaggio che ha mandato c'è scritto "Sto arrivando"-
-A che ora te l'ha mandato?- chiede Piero.
-Circa dieci minuti fa.- rispondo controllando l'ora dell'invio segnata accanto al messaggio.
-Okay, conoscendo Gianluca massimo 5 secondi ed é qua.- continua Ignazio abbozzando una risata.
Neanche il tempo di finire la frase che qualcuno comincia a bussare insistentemente la porta.
Lancio un'occhiata a Piero e Ignazio che molto velocemente si alzano dal divanetto.
-Lucrezia apri! So che sei li. Mi devi spiegare un bel po di cosa!- il tono di voce di Gianluca é così alto che sembra quasi che provenga dalla stanza.
-Penso sia arrivato il momento di andare, vero Piè?-
Piero annuisce guardando l'amico. Rivolgo un sorriso ad entrambi e poi aprono la porta.
-Finalm..- Gianluca si blocca non appena vede i suoi migliori amici davanti alla porta. -E voi che ci fate qua?-
-Abbiamo accompagnato Lucrezia in hotel.- sento la voce di Piero.
-Rispondere alla telefonate no? Mi sono spaventato a morte.
Dove é?- é infuriato. Per un lato non lo biasimo di certo.
-Dove vuoi che sia, Gianlù? Sul letto.- risponde Ignazio.
Sento la porta chiudersi e automaticamente capisco che Piero e Ignazio se me sono andati, mente Gianluca é entrato definitivamente nella camera.
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Powerful. || Il Volo
Teen Fiction"-Non é facile.- -Nessuno ha detto che lo sarebbe stato, Gian. Anche io sento la tua mancanza dopo solo poche ore, ma é sicuramente qualcosa a cui ci dobbiamo abituare perché ne accadranno di peggiori. Che mi dici di quando farete il tour in Amer...