capitolo 16.

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-Cioé oddio! Ma ti rendi conto di quello che ha fatto? Sono cosí emozionata!-
Il concerto é finito da dieci minuti e in questo momento Alice sta saltellando avanti e indietro a me da mezz'ora, é ancora troppo emozionata per quello che é successo. Piú di lei dovrei esserlo io, ma stranamente sono calma.
Non finirò mai di capirmi, in dei momenti sono agitata, in tensione e euforica. In dei momenti invece sono fin troppo calma.
Certo, essere la protagonista durante "Can't help falling in love" ha fatto di me la ragazza piú felice al mondo, ma adesso arriva il casino. Adesso devo parlare con Gianluca e ancora non so neanche cosa dirgli.
Forse è meglio cosí, non devo prepararmi discorsi che molto probabilmente appena sarò davanti a lui dimenticherò. Perché so giá che andrà a finire cosí. Il cervello comincerà ad essere un disegno a caso di un bambino di tre anni e non capirò niente.
Lo stanzino dei ragazzi é abbastanza grande. Ci sono bottiglie d'acqua ovunque, specchi a destra e manca, luci soffuse e vestiti sparsi in tutta l'area.
Marco e Alessio parlano tra di loro dall'altra parte della stanza. Io e Alice siamo invece sedute sul divanetto nero in pelle a ridosso della parete.
Qualche scatto, qualche intervista e qualche video, i ragazzi sono ancora dietro le quinte del teatro.
-Ehi, mi hai sentita?-
La mano di Alice appare davanti al mio viso facendomi tornare alla realtà.
-Si, ti ho sentita.- rispondo lanciandole un'occhiata.
Il telefono comincia a squillare, cosí lo tiro fuori dalla piccola borsa argentata che tengo in mano. Guardo il contatto che mi sta chiamando: Chiara.
Pigio il tasto verde e porto il telefono all'orecchio.
-Che cazzo é successo?- strilla dall'altra parte del telefono.
Allontano l'apparecchio dall'orecchio per non farmi rompere un timpano dalla ragazza al di là del telefono.
Successivamente, quando ha finito di urlare, lo avvicino una seconda volta.
-Che è successo?- le faccio eco.
-Il tuo instagram é esploso. Ci sono foto e video tuoi e di Gianluca mentre ti canta una canzone al concerto. Ora mi spieghi.-
Spalanco gli occhi sentendo questa notizia. Non pensavo che la gente mi conoscesse.
-In realtà non c'è molto da spiegare. Mi ha portata al centro del pubblico e mi ha dedicato la canzone.-
-E ti sembra poco?- strilla ancora.
-Non ho detto che é poco, Chiara. Ho detto che non c'é molto da spiegare.-
Alzo lo sguardo verso i ragazzi che sono in questa stanza con me. Tutti hanno gli occhi rivolti verso la mia direzione. Stanno ascoltando quello che sto dicendo.
Mi alzo dal divanetto e velocemente esco dalla porta bianca del camerino. Nonostante non stessi dicendo segreti grossi a Chiara, non mi piace che Alessio e Marco ascoltino ció che dico.
Fuori c'é un via vai assurdo. Giornalisti che camminano in su e in giú con le loro macchine fotografiche, bodyguard davanti alla porte delle stanze... Ci sono perfino ragazze ben vestite che aspettano di entrare nella stanza in cui ero qualche secondo fa.
Gli lancio una rapida occhiata e successivamente comincio a fare avanti e indietro anche io mentre sono al telefono con Chiara.
-Tra poco parleremo.- la avverto fermandomi davanti ad una porta nera.
-E la bionda di cui mi avevi parlato?-
-Non é venuta, penso che Gianluca abbia ritirato l'invito.-
Sorrido al pensiero, spero che abbia fatto veramente cosí.
-Sai cosa vuol dire, vero?-
-Si, lo so. Ora peró non voglio farmi film mentali. Potrebbe essere quello che pensiamo noi, ma potrebbe anche non esserlo.-
Ed é così. Se c'è una cosa che ho imparato in questi anni, é proprio di non pensare giá al futuro, ma di vedere come vanno le cose.
Saluto rapidamente Chiara e staccandomi dal muro in cui mi ero appoggiata, comincio a incamminarmi verso il camerino.
A metà strada, noto che i giornalisti hanno cominciato a fare molto piú foto di prima, varie domande da parte loro si riescono a sentire in tutto il corridoio. Allora capisco che sono arrivati. Noto un ciuffo moro da lontano che si guarda intorno in cerca di qualcosa. Faccio per andargli incontro, ma il telefono squilla una seconda volta. É un messaggio.
Lo apro rapidamente.

"Non credere di averla vinta. Qualunque cosa succederà tra voi stasera, non durerà molto. Te la faró pagare, stronza."

Il numero é anonimo, ma non ci metto molto a capire che si tratta proprio di Maria. Alzo gli occhi al cielo e sospirando, cancello il messaggio. Non mi fa paura quella puttanella.
Rimetto il telefono nella borsa e comincio a camminare in direzione loro, pregando dio di non venire fermata da qualcosa un'altra volta.
I ragazzi sono fermi davanti alla porta e stanno facendo qualche scatto. Rivolgo il mio sguardo verso Piero che, non appena mi vede, mi rivolge un sorriso sincero.
Poi guardo Gianluca, che dopo aver guardato l'obbiettivo della grossa Nikon difronte a lui, si gira verso di me e facendomi l'occhiolino mi fa cenno di aspettare.
Okay, devo stare calma, non posso farmi prendere dal panico proprio adesso. Andrà tutto bene.
I giornalisti vengono mandati via dalle guardie del corpo sparse in tutta l'area.
Ignazio e Piero entrano, mentre Gianluca mi porge la mano e mi porta nel grosso parco del teatro.
Inutile dire che le mie emozioni in questo momento mi stanno facendo impazzire.
Le gambe tremano, il cuore batte troppo forte, le braccia sono in tensione e lo stomaco é sotto sopra.
Mi sembra di essere tornata a quel periodo. Quello in cui stavo bene con la persona che amavo o che forse pensavo di amare.
Mi sentivo leggera, senza tanti problemi addosso. Poi peró é stato rovinato tutto. Quel coglione ha voluto rovinare la cosa piú bella che avevo in quel periodo.
Scuoto la testa cercando di eliminare quei brutti pensieri. Adesso sono qua, davanti ad una bellissima fontana che spruzza acqua da tutte le parti, proprio con Gianluca. E per ora sto bene. L'agitazione un po ha cominciato a farsi sentire, ma per il resto posso veramente dire di stare bene, finalmente.
-Non voglio girarci tanto intorno, okay?
É passato un mese ormai da quando ci conosciamo, ma come sai mi sembra di conoscerti da una vita.- si passa una mano tra il ciuffo, sistemandoselo come meglio puó.
-Io sto bene con te, Lucrezia. Mi fai sentire tranquillo, ma allo stesso tempo mi fai impazzire terribilmente tutte le volte che ridi come una pazza, oppure tutte le volte che mi abbracci.
All'inizio non ho dato peso a tutto questo, ma cazzo, sono stato proprio uno stupido a non capire subito che era piú di un'amicizia.
Io provo qualcosa per te che va al di sopra di tutto.-
Sorrido a queste parole e faccio intrecciare le nostre mani.
Era proprio quello che volevo sentirmi dire.
Ora sta a me.
-So che sono stata una stupida ad andare via dopo quel bacio.
Non ho pensato a niente, l'ho fatto e basta. La verità é che avevo paura di tutto.
Sono stata delusa cosí tante volte, che adesso la paura che risucceda é veramente troppa.
Peró non posso negartelo.
La prima volte cercavo di passarci sopra, mi convincevo che in realtà era una cosa solo della testa. Poi peró il cuore ha cominciato a fare quello che cazzo voleva, e non ce l'ho piú fatta.-
Sorride e lentamente, avvicina le sue labbra alle mie. Adesso che siamo cosí vicini, riesco a sentire il suo profumo. Quello che mi piace tanto.
Le nostre labbra si sfiorano, ma subito Gianluca si volta dall'altro lato.
-Non sará facile, peró.- posa una mano nell'incavo del mio collo, accarezzandolo dolcemente. -Non voglio starci male, e soprattutto non voglio che ci stia male tu.-
Il suo volto si fa serio e la paura ricomincia a prendere il sopravvento su di me.
-lo so bene e forse è proprio per questo che voglio farlo.-
I suoi occhi brillano, sembra che stia per piangere.
Voglio provarci, voglio provarci davvero.
Non voglio essere la cosa più bella della sua vita.
Voglio essere la cosa che sceglierebbe ancora, malgrado tutte le cose belle che ha.
-Proviamoci.-
A quel punto le sue labbra sono sulle mie per la seconda volta. Ci lasciamo andare ad un bacio libero, senza pensare a niente. Volevo davvero con tutto il cuore che accadesse ancora e ancora.
Era forse il desiderio più grande in me.
Mi prende la mano poco prima di staccarsi. É finito troppo presto, ma la cosa bella é che potrà succedere tante altre volte ancora.
Sorrido spensieratamente, perché é tutto quello che voglio fare in questo momento, adesso che le nostre fronti sono attaccate e adesso che ci guardiamo negli occhi.
Lo abbraccio cercando protezione. Quel senso di protezione che solo lui sa veramente dare. Quello che ho cercato in troppe persone fino ad ora, ma che solo lui ha saputo dare.
-Andiamo dentro, dai.-
sussurra al mio orecchio facendomi quasi rabbrividire al contatto delle sue labbra sulla mia pelle.
Annuisco, lasciandomi trasportare una seconda volta dentro al teatro.
La mia testa é veramente in tilt. Se é un sogno, prego il mondo di essere svegliata.

-E adesso che facciamo?-
-Questo!- urla Ignazio dando fuoco alla piccola cordicina attaccata ad una strana bomboletta.
Una miriade di colori scoppiano nel cielo buio.
É uno spettacolo bello.
Gianluca mi cinge i fianchi con le braccia, mentre io tengo in mano una stella filante, proprio quella che viene usata per capodanno.
Siamo venuti qua per divertirci un po e stare tra amici. Tutti ridiamo e scherziamo. Mi sto divertendo.
Dei fuochi d'artificio adoro la somiglianza con l'amore: li aspetti con ansia, fanno un sacco di baccano e forse un'altra cosa in comune é proprio il fatto che finiscono troppo presto.
La luna é invece tranquilla nel cielo. É fiera e guarda i fuochi d'artificio con la superiorità di chi conosce il proprio valore.
-Ti stai divertendo?- sussurra Gianluca al mio orecchio per poi bere un sorso di vino dal bicchiere che tiene in mano.
Annuisco. Gli lascio un leggero bacio sulla guancia, poi torno a divertirmi insieme ad Alice che contenta per la situazione, urla piú che puó.
-Via il prossimo!- annuncia Piero allontanandosi velocemente dalla bomboletta appena accesa. Altri fuochi invadono il cielo scuro della notte.
Sono di tutti i colori: viola, blu, rossi, verdi, bianchi...
Era da tempo che non mi divertivo cosí. Infondo, se sei con la compagnia giusta, basta veramente poco per divertirsi.
Poso il mio sguardo su Gianluca, come sempre d'altronde.
Appoggia il suo bicchiere ormai vuoto su un muretto e spara il terzo fuoco.
Ride, si diverte. Mi trasmette una felicità immensa che neanche immagina.
Mi fa cosí strano tutta questa situazione.
Stiamo insieme. Tra di noi c'é qualcosa.
Sono veramente curiosa di sapere come andrà. Sono sicura di quello che provo per lui e se é proprio questo l'effetto che mi fa, questi sentimenti voglio che si intensifichino ancora di piú.
Voi non avete veramente idea di quello che si prova a vedere quello che per te é il tuo angelo, che ride, scherza e ti guarda negli occhi. Che ti bacia e che ti riempie di complimenti e ti fa sentire bella.
Nessuna ha detto che sará facile, ma proprio per questo voglio provare. Voglio vedere fin dove arriviamo, quanto riusciamo a resistere nonostante tutto.
-Attenta Ali!- grida Piero prendendo sulle spalle Alice che ridendo, scalcia e tira botte per farsi mettere giú.
Ignazio accende altri fuochi e Gianluca, Alessio e Marco lo aiutano.
-Vieni Lucrezia! Accendi te.- dice Ignazio porgendomi il piccolo accendino bianco.
Giro la rotellina e con la scintilla che viene fuori dall'apparecchio, do fuoco al piccolo filo della bombola.
La fiamma scorre veloce in su e Ignazio mi trascina via da li per far si che non mi scoppi in faccia.
Una scia di colori blu e viola spicca in cielo e ridendo divertita, rimango ad osservarli per qualche minuto, fino a che i colori si dissolvono.
La cosa piú bella dei fuochi d'artificio é il silenzio irreale dopo il gran finale. Mi ricorda la vita.
-Ti stai divertendo?-
Gianluca sbuca dietro di me, questa volta in mano ha un grosso fiore.
Non ricordo di averlo visto andare via, forse ero troppo presa dal vedere i fuochi in cielo.
Annuisco, poi poso lo sguardo sul fiore.
-E questo?-
-Questo é per te.-
Me lo porge e lo prendo. -É un girasole.
Penso che le rose siano troppo scontante, meglio i girasoli.-
Accenno una risata, poi mi nascondo tra le sue braccia come per ringraziarlo.
-Sono contento che ti piaccia.-
Mi lascia piccole carezze sulla schiena che, inevitabilmente, mi provocano infiniti brividi in tutto il corpo.
Sono ancora con la tuta da sera e i tacchi. I piedi mi stanno chiedendo pietá, non resisto piú.
Mi stacco dall'abbraccio e chinandomi, li sfilo e li lancio da una parte.
-Ma quindi state insieme?-
Piero arriva davanti a noi col fiatone. Alice é dietro di lui che non smette un attimo di sorridere.
Il ragazzo davanti a me si sistema meglio gli occhiali rettangolari e rossi. Ha delle leggere goccioline di sudore sulla fronte, la camicia usata per il concerto é sbottonata e lascia intravedere il petto scolpito.
Io e Gianluca ci guardiamo e prima che possa aprire bocca, mi prende la mano e risponde.
-Si.-
Risponde semplicemente.
Ed é una risposta che mi fa emozionare troppo.
Chi l'avrebbe mai detto? Pensavo che trasferirmi a Montepagano sarebbe stato brutto e deprimente. Invece proprio la ho trovato la persona che mi rende le giornate migliori.
Benedico il giorno in cui i miei hanno deciso di cambiare lavoro e trasferirsi in Abruzzo.


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